10 giugno 2007, Napoli contro Genoa finisce 0-0 ed è promozione in Serie A per le due squadre
Sono appena trascorsi 13 anni dalla promozione del Napoli di De Laurentiis in Serie B. Calda giornata di giugno al Marassi, le tifoserie delle due squadre che erano promesse nella Lega maggiore erano in trepidazione: un pareggio avrebbe concesso l’accesso in Serie A ad entrambe. Il “ciuccio” contro il “grifone” in campo, una partita tranquilla, così tanto da concludersi senza gol.
Una calma apparente che si trasforma in bolgia non appena arriva il fischio finale. Tifosi azzurri e rossoblu in visibilio per le proprie squadre finalmente in Serie A. Fu la giornata del gemellaggio tra le due tifoserie, rotto soltanto nel 2019, in seguito ad alcuni spiacevoli eventi. Una giornata di gioia, festa, che è rimasto nel cuore di molti, persino delle nuove generazioni che si sono innamorate proprio di quel Napoli.
Napoli: 13 anni dopo la promozione
Dopo 6 anni di assenza in Serie A, la squadra azzurra non visse un bellissimo anno subito dopo la promozione: nella stagione 2008/09 infatti, arrivò al 12° posto con alla guida Eddy Reja. Donadoni e poi Mazzarri buttarono le basi per quello che fu uno dei più bei Napoli della risalita, arrivando alla riconquista dell’Europa League e della Coppa Italia, titolo vinto il 20 maggio 2012. “Dalla C alla Champions” fu il motto che accompagnò l’ultimo anno di Walter Mazzarri, perché il Napoli conquistò il secondo posto in Serie A e con esso anche la Champions League. Due anni dopo il Napoli tornò alla vittoria del trofeo con alla guida il primo allenatore internazionale dell’Era De Laurentiis: Rafael Benítez.
Rafael Benítez fu l’allenatore che, dopo la promozione del Napoli in Serie A, rivoluzionò una squadra per gettare le basi ad un nuovo ciclo di cui ancor’oggi abbiamo tracce. Mertens e Callejon, pilastri del Napoli attuale, furono voluti proprio dal tecnico spagnolo, oltre che l’Algerino Faouzi Ghoulam. Maurizio Sarri, subito dopo Rafael Benítez, fu accolto con un po’ di diffidenza. Ci si aspettava un allenatore top per la panchina azzura, ma quell’anonimo toscano è colui che ha fatto sognare la tifoseria azzurra. 91 i punti nella stagione 2017/18, solo 4 punti di distanza dal 1° posto: sogno scudetto sfumato contro la Fiorentina.
Carlo Ancelotti: sogno o son desto?
Siamo arrivati agli sgoccioli, alla stringente attualità di un percorso lungo 13 anni. Tra lotte e dolori, gioie e sofferenze arriva il vero sostituto di Maurizio Sarri che – in circostanze poco chiare – decide di andare al Chelsea. Al suo posto, Carlo Ancelotti: sogno o son desto? Pluripremiato da allenatore e da giocatore, uno dei migliori sul mercato, siede sulla panchina azzurra. Scalpore, festeggiamenti e “quest’anno è il nostro anno”, caricano gli entusiasmi.
Primo anno di rodaggio concluso in seconda posizione, sempre dietro la Juventus, ma questa volta ad 11 punti di distacco. Carlo decide dunque di alzare la posta: “Ci prendiamo la responsabilità di provare a lottare per lo scudetto. Dobbiamo essere più continui rispetto allo scorso campionato, sono convinto che possiamo farlo”. L’ha fatto, ha nominato quella parola che anche il meno scaramantico dei tifosi napoletani non riesce a pronunciare: “scudetto”. Forse l’animo c’era, la motivazione anche, eppure qualcosa è andato storto: la Ferrari che aveva lasciato Maurizio Sarri – intanto additato come traditore per essere scappato alla Juventus – è diventata una 600.
Ringhio: scelgo te
Una stagione da incubo quella 2019/20 per il Napoli: subissata di fischi tutta la società, nessuno escluso. Insigne, Ancelotti & family, De Laurentiis & co. non hanno perso occasione per prendersi un boato di insulti ogni domenica al San Paolo. Il sogno è finito ben presto, la sveglia si chiama Gennaro – Ringhio Star – Gattuso. E’ lui che ha preso le redini di questo Napoli che stava pian piano affogando in una Serie A più agguerrita che mai.
Quella che sarebbe dovuta essere una lotta scudetto tra Juventus, Napoli ed Inter, ha visto una maglia di un colore simile in battaglia: la Lazio. Dall’arrivo di Rino Gattuso fino alla sosta pre Covid-19 il Napoli era rientrato in carreggiata, non per la corsa scudetto, ma solo per ridare dignità ad una squadra tra le top in Europa.