Era il 13 novembre 2017: l’Italia di Giampiero Ventura si gioca lo spareggio di ritorno contro la Svezia per qualificarsi ai Mondiali 2018 in Russia. Dopo l’1-0 per gli scandinavi a Solna nella gara di andata, gli Azzurri non riescono a ribaltare il risultato a Milano: in Russia ci va la Svezia, l’Italia manca la qualificazione a un campionato del mondo per la seconda volta nella sua storia, dopo il lontano 1958. Tre anni dopo, l’Italia di Roberto Mancini è completamente un’altra squadra, giovane e con ampi margini di miglioramento. Dalla disperazione alla rinascita nel giro di tre anni: che cosa è cambiato?
13 novembre, dalla disfatta di Ventura alla rinascita di Mancini: l’Italia tre anni dopo
Ancor prima che cominciasse l’Europeo 2016, concluso con la sfortunata eliminazione ai rigori contro la Germania ai quarti di finale (in panchina c’era Antonio Conte), la FIGC annuncia Giampiero Ventura come nuovo ct della Nazionale Italiana. L’ex allenatore del Torino esordisce al “San Nicola” di Bari il 1° settembre 2016, perdendo 1-3 contro la Francia. La missione di Ventura è portare l’Italia ai Mondiali 2018 in Russia: dopo il trionfo del 2006 gli Azzurri sono reduci dalle cocenti eliminazioni ai gironi ai campionati del mondo del 2010 in Sudafrica e del 2014 in Brasile. Nelle qualificazioni, la nostra Nazionale viene inserita nel gruppo G con Spagna, Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein. Appare evidente da subito che gli Azzurri si giocheranno il primo posto con gli iberici.
L’Italia chiude al secondo posto con 23 punti frutto di 7 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta, quella contro la Spagna decisiva per il primo posto. Gli iberici si qualificano direttamente ai Mondiali chiudendo con 28 punti, frutto di 9 vittorie e un pareggio. Ventura deve ancora sudare per volare in Russia: c’è lo scoglio playoff da superare, l’avversario dell’Italia nel doppio confronto è la Svezia. Gli Azzurri perdono la gara di andata a Solna, dove è decisiva la rete di Jakub Johansson al 61’. Serve dunque una rimonta a “San Siro”, ma nonostante le tante occasioni per l’Italia il muro svedese regge fino al 95’. Gli Azzurri mancano la qualificazione a un campionato del mondo, l’ultima volta era accaduto 60 anni prima. Due giorni dopo la disfatta, Ventura viene esonerato.
La ripartenza con il Mancio: identità di gioco e spazio ai giovani
Dopo la parentesi con Gigi Di Biagio ct ad interim, il 14 maggio 2018 la FIGC annuncia Roberto Mancini come nuovo commissario tecnico dell’Italia. Con il Mancio parte un vero e proprio rinnovamento nell’identità di gioco e nella scelta delle convocazioni. Chiara da subito la volontà del nuovo ct di attuare un ricambio generazionale dando maggiore spazio ai giovani, e a dimostrarlo sono i ben 32 esordienti in soli due anni e mezzo da quando Mancini siede sulla panchina azzurra, con 75 convocati in totale.
La rivoluzione del Mancio si evince soprattutto dai risultati: dall’esordio del 28 maggio 2018 (vittoria in amichevole per 2-1 contro l’Arabia Saudita) alla gara contro l’Estonia due giorni fa gli Azzurri hanno collezionato 16 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte e sono reduci da 20 gare di imbattibilità. Bene anche la difesa: sulle 25 gare totali con il Mancio in panchina, l’Italia ha mantenuto la porta inviolata 13 volte.
I record del ct
Il primo impegno ufficiale per il Mancio arriva in Nations League. L’Italia chiude al secondo posto nel gruppo 1 della Lega A alle spalle del Portogallo e davanti alla Polonia. L’attuale ct azzurro è detentore di un record: una media punti di 3 nelle qualificazioni europee, il miglior dato nella storia della Nazionale. Gli Azzurri hanno infatti chiuso a punteggio pieno, con 10 vittorie in altrettante gare (37 gol fatti e 4 subiti), il girone J valido per l’accesso a Euro 2020, dove l’Italia se la vedrà con Turchia, Svizzera e Galles nel gruppo A. Sempre nel girone di qualificazione all’Europeo, l’Italia strappa il pass per Euro 2020 con tre giornate d’anticipo, risultato mai conseguito dagli Azzurri nella loro storia.
C’è di più: Mancini ha abbattuto il record di nove vittorie consecutive del ct Vittorio Pozzo nel 1938 raggiungendo gli 11 successi di fila. Numeri che testimoniano la bontà del lavoro svolto dal ct in due anni e mezzo. L’Europeo del 2021 sarà il vero banco di prova per una Nazionale destinata a crescere ancora.