Il Napoli fa en plein in Champions e batte anche l’Ajax con un tennistico 1-6. I partenopei incorniciano così la prima metà della fase a gironi con 9 punti e ben 13 gol segnati. La prestazione sfavillante messa in opera dai partenopei fotografa alla perfezione il loro momento. Squadra sicura, conscia delle proprie potenzialità e soprattutto solida. Insomma, siamo davvero di fronte ad una delle realtà attualmente più forti e incontrastabili del Vecchio Continente. Per capire più a fondo il segreto di questo successo storico per i colori azzurri sul palcoscenico internazionale, andiamo a presentare l’analisi tattica di Ajax-Napoli. Come sempre, però, diamo prima uno sguardo alle scelte dei due allenatori.
Schreuder si affida al 4-3-3. Tra i pali c’è Pasveer, protetto (per modo di dire) dalla retroguardia formata dalla coppia centrale Bassey e Timber, con Rensch e Blind sugli esterni. In mezzo al campo, Berghuis guida le operazioni, affiancato dalle mezz’ali Alvarez e Taylor. Davanti, Kudus agisce da centravanti, supportato da Tadic e Bergwijn.
Spalletti risponde con uno schieramento speculare, che prevede due novità rispetto alla partita contro il Torino. Si tratta di Lozano, che sostituisce Politano a destra nel tridente offensivo, e Olivera, che fa rifiatare Mario Rui nel ruolo di terzino sinistro. Confermati tutti gli altri 9, a partire dal portiere Meret, con Di Lorenzo a destra e Kim e Rrahmani in mezzo. A centrocampo gli ormai inamovibili Anguissa, Lobotka e Zielinski. Raspadori e Kvaratskhelia (d’ora in avanti Kvara) a completare il reparto avanzato.
Primo tempo: il Napoli domina, va sotto, ma dà avvio allo sgretolamento dell’Ajax
L’analisi tattica di Ajax-Napoli ci presenta due squadre che di simile, oltre al modulo, hanno anche alcune caratteristiche intrinseche. E cioè la velocità, l’intensità e la personalità. Tuttavia, nel corso dei 90 minuti, sono sempre e solo i partenopei a prevalere sotto tutti questi aspetti. Le idee e il gioco da un lato, e le fragilità della formazione olandese dall’altro, costituiscono gli ingredienti che danno forma al mirabolante risultato. Ma andiamo per gradi.
Schreuder imposta il suo piano essenzialmente su due elementi. Ossia un’attentissima marcatura su Kvara, individuato giustamente come il pericolo pubblico numero uno, e un pressing molto aggressivo e alto con marcature a uomo.
Per quanto concerne il primo aspetto, il georgiano viene preso in consegna dall’esterno basso di destra, Rensch, che lo segue ovunque come un’ombra. Rimanendogli costantemente appiccicato addosso, finisce per estraniarsi dalla fase offensiva, ma almeno riesce nell’intento di tenere a freno l’esuberanza del numero 77 partenopeo. Questi, infatti, è costretto a giocare sempre il pallone spalle alla porta e gli viene preclusa qualsiasi opportunità di poter puntare in velocità. Talvolta, il difensore dei lancieri si avvale dell’aiuto in raddoppio del centrocampista che gravita da quella parte, Alvarez. In generale, però, anche gli altri giocatori della mediana sono pronti a calamitarsi sull’avversario nelle rare volte in cui il compagno è fuori posizione.
Con intensità simile, i padroni di casa cercano di portare una feroce aggressione a uomo anche nelle altre zone del campo. Blind lascia la linea ed esce altissimo a prendere Lozano, mentre il gioco delle coppie più interessante si tiene in mezzo. Berghuis gioca praticamente a uomo su Lobotka, con Alvarez e Taylor che prendono rispettivamente Anguissa e Zielinski.
L’Ajax in fase d’attacco
Considerata la velocità dell’arsenale offensivo, l’Ajax punta direttamente a servire i propri giocatori d’attacco con lanci lunghi. Anche perché la costruzione dal basso non è molto sicura. Sia per la scarsa propensione degli interpreti, sia, soprattutto, per il pressing molto alto operato anche dal Napoli stesso.
Il binario più efficace è sicuramente quello sinistro. Blind garantisce l’ampiezza con le sue continue sovrapposizioni, sfruttando lo spazio liberato da Bergwijn, che viene a giocare molto dentro al campo. Lozano è pertanto costretto a ripiegare sull’esterno basso dei lancieri, mentre Di Lorenzo stringe per occuparsi del numero 7. Questi è comunque un giocatore temibile, dotato anche di buona tecnica. Dote che riesce a sfruttare molto bene, creando qualche problema al capitano partenopeo in quella posizione intermedia, dove costante è anche il sostegno all’azione da parte di Taylor con i suoi inserimenti.
Non è un caso che da questa zona di campo nasca il gol del vantaggio dei padroni di casa al minuto 9. Uno-due veloce proprio tra Bergwijn e Taylor, che porta alla conclusione di quest’ultimo, deviata in porta in maniera rocambolesca da Kudus.
Analisi tattica Ajax-Napoli: la controffensiva degli ospiti
Nonostante lo svantaggio, i partenopei non si scompongono, anzi assumono progressivamente il controllo della gara. Una costante di tutta la nostra analisi tattica di Ajax-Napoli. Come già poc’anzi accennato, la squadra di Spalletti ricambia l’aggressività degli olandesi con un pressing molto alto e ben organizzato, in modo particolare sui difensori. Dai loro errori, infatti, gli ospiti riescono a costruirsi le prime occasioni importanti.
La marcatura di Berghuis tiene per un po’ fuori dal gioco Lobotka, ma non per questo il Napoli fatica a manovrare. A farsi carico della costruzione allora sono due playmaker aggiunti. Uno è Anguissa, che svaria per il campo fornendo un appoggio sicuro ai compagni. L’altro gioca in posizione decisamente più avanzata: si tratta di Raspadori, che nel momento del bisogno viene incontro, proteggendo palla e smistandola sempre con estrema precisione.
La vera carta vincente per gli ospiti è quella di crearsi autonomamente gli spazi per superare la marcatura a uomo dei padroni di casa. Per farlo, c’è bisogno di muovere velocemente il pallone, mandando a vuoto la pressione avversaria. Ed è quanto avviene al minuto 18, quando il Napoli trova la via del pareggio con lo stesso Raspadori, al termine di un’azione architettata in maniera ottimale sulla sinistra. Un doppio tocco di prima di Lobotka e Kvara libera Olivera sulla fascia. Il cross dell’uruguayano è preciso e viene insaccato dall’ex Sassuolo. Ha inizio lo show dei partenopei.
In preda alla voglia di rimanere aggressivo, l’Ajax inizia lentamente a sfaldarsi. La linea difensiva perde compattezza, con Blind sempre molto avanzato e Bassey lasciato inerme contro il più veloce Lozano. Le fragilità della retroguardia olandese sono evidenti soprattutto sulle palle inattive. Anche in questo caso, il Napoli è bravissimo a cogliere l’attimo e al minuto 33, sugli sviluppi di un corner battuto corto, Kvara piazza un altro cross perfetto che viene deviato in porta dal colpo di testa di Di Lorenzo.
Lo svantaggio induce ovviamente la squadra di Schreuder a scoprirsi ancora di più. Alvarez e Taylor si proiettano in avanti. La difesa si alza ulteriormente, con Blind che fa l’ala aggiunta e i restanti 3 della linea a giocarsi l’uno contro uno con gli attaccanti azzurri. Questo però finisce col dilatare una retroguardia alle cui spalle ci sono decine di metri lasciati completamente scoperti. Un invito a nozze per giocatori tecnici, veloci e bravi ad attaccare in profondità. Ed ecco servito l’1-3 al minuto 45. Ancora una combinazione palla a terra veloce con Raspadori, che gioca di sponda con Anguissa, il quale lancia Zielinski nel Mar Rosso del reparto arretrato olandese. Il polacco è freddo a battere Pasveer e a mettere una seria ipoteca sulla partita già nella prima frazione.
Secondo tempo: il Napoli completa la sua meravigliosa opera d’arte
Nella ripresa, dopo quanto presentato nella parte dell’analisi tattica di Ajax-Napoli dedicata al primo tempo, ci si aspetta qualcosa in più dai lancieri. La mossa di Schreuder è quella di passare al 4-2-3-1, avanzando la posizione di Berghuis. Taylor e Alvarez, invece, vanno a piazzarsi davanti alla difesa. Nei partenopei, Ndombelé rileva Zielinski.
I problemi, però, continuano a rimanere gli stessi per gli olandesi. Dopo appena 2 minuti di gioco, la pressione degli ospiti procura l’ennesimo recupero nella trequarti avversaria su un disimpegno gestito malissimo dai padroni di casa. Anguissa ruba palla e serve Raspadori, che piazza il poker con un destro di prima. Sull’Ajax cala definitivamente il sipario.
Lobotka si impossessa definitivamente del centrocampo, portando a scuola Berghuis. Lo slovacco gioca e gestisce il pallone con una personalità e una qualità incredibili. Anguissa è letteralmente ovunque, pronto a dare manforte e opposizione contro ogni possibile tentativo di giocata. La squadra di Spalletti esibisce poi anche una coralità straordinaria, con Lozano e, soprattutto, Kvara a sacrificarsi in copertura anche sul 4-1. L’unica pecca è rappresentata da qualche passaggio a vuoto in uscita dal basso.
Il calo di concentrazione dura giusto il tempo di un caffè e poco dopo l’ora di gioco c’è finalmente anche gloria per il georgiano. Al minuto 63 riesce per la prima volta a ricevere con spazio e a puntare Rensch convergendo. Altro triangolo col solito facilitatore di palloni Raspadori e destro sul secondo palo che non lascia scampo al portiere.
Nell’ultima mezz’ora, girandola di cambi da una parte e dall’altra. Tadic, preso dalla frustrazione, rimedia al minuto 73 l’espulsione che conclude anticipatamente la sua gara tutt’altro che indimenticabile. Schruder si gioca la carta Brobbey al centro dell’attacco, arretrando Kudus alle sue spalle.
Poco meno di 10 minuti dopo, però, il Napoli esulta per la sesta volta, sfruttando ancora gli spazi concessi dalla difesa olandese. Simeone, entrato al posto di Raspadori subito dopo la rete del 5-1, è bravo a sfruttare l’assist di Ndombelé, ormai costantemente proiettato in avanti in una posizione da trequartista.
Analisi tattica Ajax-Napoli: le considerazioni finali
L’Ajax esce con le ossa disintegrate e tra i fischi della fetta del suo pubblico rimasta stoicamente ad assistere fino alla fine allo scempio. La squadra paga una fase difensiva estremamente lacunosa e una offensiva quasi inesistente. L’esperimento di impiegare Kudus come (falso) centravanti ha funzionato soltanto alla prima giornata contro i Rangers. Il giocatore, infatti, gol a parte, non vede praticamente mai il pallone. Per il resto, il momento generale non è dei migliori, col passo falso in campionato che ha fatto perdere ai lancieri la testa della classifica.
Per quanto riguarda il Napoli, chiaramente, si sprecano gli aggettivi e gli elogi. Gli uomini di Spalletti continuano a dimostrare una consapevolezza e una personalità che hanno attualmente pochi eguali in Europa. Dei tanti aspetti che si potrebbero sottolineare (e che meriterebbero un focus a parte), al termine di questa analisi tattica di Ajax-Napoli, proviamo a soffermarci sulla solidità mentale degli azzurri. Vanno in svantaggio in trasferta, in uno stadio spettacolarmente gremito, dopo neanche 10 minuti. In più si ritrovano un’avversaria estremamente aggressiva, che morde (tanto) e molla calcioni a destra e a manca. Qual è la risposta dei partenopei? Rimanere dentro la gara, concentrati. Non accusare il colpo e non abbandonarsi alle emozioni, cedendo al nervosismo. La ricetta spallettiana è la calma: continuare a fare la cosa che riesce meglio. E cioè giocare a calcio. Un percorso virtuoso che premia i forti.