Alessandro Del Piero, nato il 9 Novembre 1974, compie oggi 47 anni. Un campione intramontabile, un professionista senza eguali, un uomo umile e dai valori forti. Simbolo e capitano della Juventus, l’ex attaccante bianconero ha percorso – e vissuto – una carriera ricca di successi e di trofei, ma anche di delusioni e dolori. Dal tetto del mondo, grazie al Mondiale vinto nel 2006, all’incubo Serie B con la compagine torinese. Sempre fedele alla maglia e mai una parola fuori posto, per un giocatore che non potrà mai essere sostituito, sia per le sue doti calcistiche, che per le sue qualità umane. Ecco la storia di Alex Del Piero, bandiera della Juventus e icona di un calcio completamente stravolto.
Alex Del Piero a 47 anni: la sua carriera tra numeri e statistiche
Non è possibile descrivere la carriera e il vissuto di Alessandro Del Piero in poche righe, dato che la sua storia lo vede legato alla Juventus per ben 19 stagioni. Una vita, se si pensa a molti giocatori di adesso, meno legati alla maglia e più propensi a “brillare” all’interno di club blasonati.
Eppure nel 1993/1994 Alex Del Piero – precedentemente in forza al Padova – all’età di 19 anni si trova a vestire la maglia dei bianconeri, per quella che sarà poi la sua vita da calciatore. Prima stagione subito convincente, con 14 presenze e 5 gol, un bottino niente male se si pensa all’ambiente e alla sua giovane età. Già dalle prime reti – e dal primo gol – si erano intraviste quelle potenzialità che, nel corso degli anni, il futuro capitano della Juventus confermerà.
Da giovanissimo appena arrivato, a punto di riferimento, a uomo spogliatoio e capitano sempre corretto, pronto a sacrificarsi per la squadra.
Crescendo, insieme alla Juventus, vive periodi d’oro, come la vittoria – nel 1995/1996 – della Champions League, con la Coppa Internazionale e la Supercoppa UEFA conquistate nel 1996. Anni ricchi di successi, fatti sì di alti e bassi ma di predominio, tra Italia ed Europa.
Tutto sembrava andare per il verso giusto, fino alla retrocessione in Serie B e ad un crollo – economico e psicologico – per giocatori e società. I bianconeri si sono ritrovati a dover costruire una rosa quasi da zero, potendo contare però sui fedelissimi, i cosiddetti “cinque samurai” che non hanno abbandonato la nave: Buffon, Camoranesi, Del Piero, Nedved, Trezeguet. Per alcuni di loro – se non per tutti e cinque i giocatori citati – erano le annate migliori, che avrebbero potuto permettere ad ognuno di puntare in “alto”, viste le molte richieste dei tanti club.
Lo stesso capitano bianconero era stato chiamato dal Real Madrid, rifiutando però l’offerta, poiché desideroso di riportare la Juventus in cima, nonostante tutto e tutti. Dopo la promozione ci sono state annate difficili, fatte di due “settimi posti”, con prestazioni per nulla convincenti ed altalenanti. Poi la svolta, grazie all’arrivo sulla panchina di Antonio Conte. Seppur con una rosa “inferiore” rispetto ad altre è iniziato quel ciclo di vittorie che tutti conosciamo, passato poi da Conte ad Allegri e, successivamente, a Sarri, prima di terminare con Andrea Pirlo. Il 2011/2012 ha visto la Juventus di nuovo sul tetto d’Italia, dopo annate spente e difficili, con il “Pinturicchio” però sempre a combattere per la maglia.
Il suo ultimo gol con la Juventus, in quel di Bergamo, ha commosso tutti, dai tifosi agli avversari. Era la fine della sua vita in bianconero (almeno da giocatore). Una standing ovation interminabile, tra le più belle che il calcio recente possa ricordare.
Ben 705 presenze, 290 gol con la maglia della Juventus, di cui 49 su calcio di punizione (tra le sue specialità). Per ben 17 stagioni (sulle 19 totali) in doppia cifra, segno di un attaccante con la propensione al gol, capocannoniere – in Serie A- per quattro stagioni. In totale, tocca 346 reti complessive. Undici invece le stagioni in cui ha indossato la fascia da capitano, altro record individuale che dimostra quanto fosse importante per il club.
La nascita del “tiro a giro”
Prima del cosiddetto “tiro a giro” c’è stato il gol alla “Del Piero”, punizione imprendibile grazie a traiettorie capaci di ingannare qualsiasi portiere. Il classe ’74, vecchia scuola, ha segnato ben 46 gol su punizione in Serie A, record di sempre.
Dalle punizioni fulminanti in campionato, a quelle decisive in Europa, come in quella indimenticabile – e magnifica – partita a Madrid, contro un Real stregato dalla doppietta del capitano, numero 10, della Juventus. Un gol su azione e uno da calcio piazzato, per poi lasciare il campo sotto gli applausi di tutti, persino dei tifosi avversari. In quello che sembra il lontano 5 Novembre 2008, ma che nel cuore dei tifosi rimane un ricordo indelebile e tanto bello da scaturire ancora un sorriso.
Lui che di gol su punizione ne sa qualcosa, bravo anche a punire dal dischetto. Un calciatore completo, con la propensione al gol ma anche all’altruismo, che ha sempre e solo voluto il meglio per la sua squadra.
Parentesi nazionale
Non può non essere menzionata la sua “parentesi” con la nazionale. Il suo esordio con l’Italia comincia nel 1991, prima con l’U17 – con tre presenze e un gol – poi con l’U18 – 14 gare e 12 reti – e successivamente la chiamata dell’U21 (12 gettoni e 3 sigilli).
Dopo un po’ di gavetta, ecco allora l’approdo nella nazionale maggiore, con la quale può contare 91 presenze e 27 gol. Da citare chiaramente il suo contributo al Mondiale 2006, con un gol – decisivo – alla Germania, prima di trionfare contro la Francia, in finale, salendo così sul tetto del mondo.
Palmarès
Passando ai trofei, la lista è davvero lunghissima, se si pensa ai premi collettivi e individuali. In maglia Juventus ha sorriso e pianto, ha avuto la forza di rialzarsi dopo essere caduto.
Ha scritto la storia del club e il palmarès è un’ulteriore dimostrazione del suo legame – indissolubile – con la compagine torinese, dopo ben 19 stagioni.
Di seguito la lista:
- 6 Campionato Serie A
- 1 Campionato Serie B
- 1 Coppa Italia
- 4 Supercoppa italiana
- 1 Champions League
- 1 Supercoppa UEFA
- 1 Coppa intercontinentale
- 1 Coppa Intertoto UEFA
- 1 Mondiale (2006)
Conta anche due successi con le giovanili, ovvero il Torneo di Viareggio (1994) e un campionato Primavera (1993/1994). Moltissimi i premi individuali, dall’inserimento alla Hall of Fame del calcio italiano, al Premio Scirea o al Pallone d’argento.
Ecco altri record da menzionare:
- Primo per presenze ufficiali con la Juventus: 705
- Miglior marcatore della Juventus: 290 gol
- Marcature campionati italiani: 208 (188 in Serie A, 20 in Serie B)
- Giocatore con più stagioni nella Juventus: 19
- Giocatore con più stagioni con la fascia da capitano: 11
- Primo in classifica tra giocatori che, in Serie A, hanno segnato più calci di punizione in carriera con squadre di club: 46 gol
Da citare anche alcuni record ottenuti all’estero, una volta trasferitosi (prima di ritirarsi) al Sidney e di seguito al Delhi Dynamos. Può infatti vantare il primato come giocatore italiano ad aver segnato più punizioni in partite ufficiali.
Il presente
Dopo aver detto “addio” ai bianconeri, Alex Del Piero ha deciso di mettersi alla prova, prima in Australia e poi in India. Messo ai margini nelle ultime stagioni, il capitano bianconero ha deciso di lasciare spazio ai “giovani”. Con il Sidney ha giocato due stagioni, segnando 24 reti in 48 partite. Successivamente, in terra indiana, ha giocato con il Delhi Dynamos, appena 10 gare e un gol prima di decidere di appendere gli scarpini al chiodo.
Un giocatore d’altri tempi. Come Paolo Maldini, Javier Zanetti, Francesco Totti (per citarne alcuni). Un professionista, un uomo, e un calciatore da imitare. Un vero e proprio esempio di genuinità, rispetto, amore per la maglia e per questo fantastico sport.
Questo, e tanto altro, può essere Alessandro Del Piero che, a 47 anni, è ancora (e sempre sarà) la bandiera della Juventus e un’ icona per i tifosi bianconeri che sognano un suo ritorno – magari da dirigente – a Torino.
La numero 10 targata Juventus, senza di lui, non ha più la stessa importanza.