“C’è un rumore che continua a risuonare nelle mie orecchie. Se chiudo gli occhi riesco ancora sentirlo nitidamente. È qualcosa di terrificante”, ha raccontato Alexandar Kolarov a Players Tribune, ricordando il suono della guerra. Alexandar ha solo 6 anni quando si ritrova nel pieno del conflitto Jugoslavo. “Io e i miei amici sentiamo le esplosioni, abbandoniamo le bici e iniziamo a correre verso casa con il cuore che sembra esplodere come le bombe attorno a noi. Mentre corriamo, vediamo in cielo un aereo in fiamme precipitare”. Un bambino come tanti altri, con la sfortuna di essere nato e cresciuto in un periodo storico difficile per la sua terra. Questo però non lo abbatte, cresce e ha solo un sogno: ripercorrere le orme del suo mito Sinisa Mihajlovic.
Alexandar Kolarov, gli inizi e l’approdo in serie A
Nel 2004 Kolarov inizia la sua carriera nel campionato serbo-montenegrino, nel FK Cukaricki Stankom, dove disputa 27 partite prima di trasferirsi. Approda a Belgrado, sponda Omladinski, dove disputa due stagioni prima del salto di qualità.
Nell’estate del 2007 arriva la grande chiamata, la Lazio di Delio Rossi. I biancocelesti arrivano da una grande stagione e giocano la Champions League, è un’occasione irrinunciabile, e infatti Alexandar la coglie al volo. Esordisce proprio ai preliminari contro la Dinamo Bucarest. Con la squadra romana rimane 3 stagioni, vincendo 2 trofei Coppa Italia e Supercoppa Italiana, diventando un giocatore completo, amato dalla piazza e con un mancino micidiale.
La chiamata dalla Premier League
Nell’estate del 2010 arriva una chiamata, è il Manchester City di Roberto Mancini. Kolarov ai tempi della guerra promise alla madre che avrebbe giocatore in Inghilterra, e accettò. L’offerta è alta, 18 milioni di euro e la Lazio cede il giocatore. A Manchester si conferma un grande giocatore, tra galoppate, cross, chiusure e grandi tiri dalla distanza. In Inghilterra rimane per ben 7 stagioni, vincendo 2 Coppe di Lega, 2 Campionati, una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield.
Il ritorno in Serie A
Dopo l’infortunio di Emerson Palmieri la Roma cerca un sostituto, e lo trova in Kolarov. Dato per un “giocatore finito” si rivelerà essere una grande carta da giocare, si prenderà il posto con una personalità di altissimo livello e una grande qualità. Motivi per cui rimarrà alla Roma per 3 stagioni con un totale di 100 presenze. Questa estate infine, arriva la chiamata dell’Inter di Antonio Conte, a cui serve un giocatore di esperienza e polivalente. Oggi dunque Alexandar gioca a Milano, alla ricerca di un’altra splendida avventura.
Nonostante le mille difficoltà, Kolarov si è sempre dimostrato un professionista esemplare, capace di adattarsi in ogni contesto in cui è stato inserito. Mai una parola fuori posto, un atteggiamento sopra le righe, un giocatore che ha sempre parlato solo con le prestazioni. Da anni era considerato un giocatore ormai vecchio, che aveva poco da dare. Invece ha dimostrato e dimostra ancora che rimane un grande calciatore, con il coraggio di cadere e rialzarsi, un uomo dalle mille vite.