Alisson e i suoi fratelli: la storia dei portieri goleador

0

Nel pomeriggio di ieri, il Liverpool ha ottenuto una vittoria fondamentale per agguantare un posto nella prossima Champions League. Protagonista assoluto il proprio portiere, Alisson Becker, iscrittosi ufficialmente a un club molto prestigioso: quello dei portieri goleador. L’estremo difensore brasiliano, infatti, si è lanciato in avanti, nell’area di rigore del West Bromwich Albion, sull’ultimo calcio d’angolo assegnato ai reds, staccando di testa più in alto di tutti e mettendo in porta il pallone dell’1-2 finale. 

Da quando esiste questo sport, è sempre risultato insolito che un giocatore abituato a essere protagonista tra i pali della propria porta potesse essere, invece, decisivo in quella avversaria. Eppure l’ex portiere della Roma non è l’unico, nel suo ruolo, a essere riuscito in una simile impresa nella storia del calcio. In Premier League, infatti, sono ben cinque i predecessori di Alisson. In particolare ricordiamo Asmir Begovic, ex portiere dello Stoke City andato a segno contro il Southampton nel 2013. Al giocatore bosniaco si aggiunge Peter Schmeichel, padre dell’attuale portiere del Leicester Kasper. Per lui ben 12 reti in carriera con le maglie di Hvidovre, Brondby, Manchester United, Aston Villa e anche con la Nazionale danese.

Dulcis in fundo, restano indimenticabili anche le reti realizzate da Paul Robinson, con le maglie di Tottenham e Leeds, e dagli statunitensi Brad Friedel, ex Blackburn, e Tim Howard, ex Everton. Decisamente rocambolesco il gol realizzato da quest’ultimo, nel match casalingo perso 1-2 contro il Bolton. Un normale rilancio dalla propria area da più di 90 metri e non toccato da nessuno degli altri ventuno in campo, trasformandosi, perciò, in un vero e proprio “gollonzo”. Da vero campione, invece, la scelta del portiere di non esultare, vista la dinamica, per rispetto nei confronti del collega avversario.

Oltre Alisson Becker: i portieri goleador di professione

Nella storia del calcio, oltre ad Alisson e agli altri succitati portieri goleador della Premier League, ce ne sono tanti altri diventati addirittura leggendari per le proprie doti di marcatori seriali. In particolare, spicca su tutti un connazionale del brasiliano del Liverpool: l’ex capitano del San Paolo, Rogerio Ceni. L’ex numero uno paulista, infatti, rimane attualmente il recordman di reti tra tutti i portieri della storia, con ben 130 gol segnati, di cui uno su azione e gli altri suddivisi tra calci di punizione, 59, e rigori, 70.

Dietro Rogerio Ceni restano memorabili gli score di altri quattro portieri goleador. In primis il paraguaiano José Luis Chilavert, autore di 63 reti in carriera, di cui 48 con la maglia del Velez Sarsfield, tre in una sola partita e 9 in competizioni internazionali. A quest’ultimo di aggiunge il colombiano René Higuita, autore di 45 gol tra Nazionale e club, nonché inventore del celebre “colpo dello scorpione”. Infine, il peruviano Johnny Vegas con 43 reti e il bulgaro Dimitar Ivankov, che vanta 37 realizzazioni personali, di cui 25 col Levski Sofia.

I portieri bomber in Italia: da Brignoli a Rigamonti, passando per Amelia e Taibi

Anche l’Italia è stata teatro di diversi portieri riusciti a trovare la via del gol. L’esempio più recente è quello di Alberto Brignoli. L’attuale numero uno dell’Empoli, infatti, è stato protagonista, tre stagioni orsono, con la maglia del Benevento. In particolare fu proprio un suo gol a regalare il primo punto in Serie A nella storia dei giallorossi, fissando sul 2-2 il prestigioso match contro il Milan. Una piccola grande soddisfazione, come si suol dire, da raccontare ai nipotini.

Prima dell’estremo difensore originario di Trescore Balneario sono stati altri cinque i portieri capaci di rimanere nella storia dei propri club anche per i gol realizzati. Rilevante, su tutti, il nome di Antonio Rigamonti, classe 1949 e autore di 6 reti, tutte su rigore, con la maglia del Como, equamente divise tra Serie A e categorie inferiori. Alle spalle del numero uno lombardo si colloca Lucidio Sentimenti, con 5 gol realizzati indossando le casacche di Modena, Juventus e Lazio. Momento di gloria anche per Michelangelo Rampulla, primo italiano a non su calcio da fermo, con la Cremonese, nel match contro l’Atalanta

All’ex Juventus si aggiungono Massimo Taibi, in gol con la Reggina contro l’Udinese, e il campione del mondo Marco Amelia, a segno col Livorno nella storica stagione della Coppa Uefa, sul campo del Partizan Belgrado. Menzione particolare anche per Mirko Pigliacelli, rigorista per caso con la maglia del Craiova, in Romania, due stagioni fa. Controverso, infine, l’episodio che vide protagonisti Christian Vieri e Francesco Toldo in un Inter-Juventus 1-1 della stagione 2002/2003. In quella circostanza, il gol del pari nerazzurro, scaturito da una confusa mischia in area bianconera, fu assegnato all’attaccante. Tuttavia, le immagini televisive non hanno mai chiarito se fosse andata realmente così. 

La bellezza del gioco del calcio

In conclusione non si possono che fare alcune considerazioni di ordine generale. Negli ultimi giorni, infatti, si è molto parlato di Super League e del contrasto col cosiddetto “calcio della gente”. Trascendendo da qualsiasi discussione in merito alla vicenda, tutti gli episodi di campo narrati finora fanno emergere una riflessione significativa sulla particolarità più intrinseca di questo sport: la spontaneità dei gesti tecnici. Assistere a un gol realizzato da un portiere, infatti, rappresenta un gesto che va al di là di qualsiasi logica o tatticismo. Soprattutto se la prodezza vale da sola il prezzo del biglietto, come nel caso di un personaggio iconico come il succitato Higuita, o anche come il più sconosciuto Oscarine Masuluke, autore di uno stupendo gol in rovesciata, candidato, tra l’altro, al Puskas Award 2017.

In altre parole, quindi, nessun ricco investitore, così come nessun alto dirigente delle istituzioni o dei club calcistici, potrà mai influire, o pilotare, l’andamento di una partita finché rimarranno uomini disposti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, dando tutto per la propria squadra e i propri tifosi, anche attraverso questa imprevedibilità. Incarnando, di conseguenza, i valori autentici che dovrebbero costituire la base imprescindibile di questo come di qualsiasi altro sport. In estrema sintesi, citando un vecchio spot televisivo, si vuole ulteriormente sottolineare come “certe cose non si possono comprare”: i valori, della persona prima ancora che del calciatore, e la succitata genuinità dei gesti tecnici, di certo, rimarranno tali per sempre. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui