La nostra analisi tattica di Juventus Atalanta, ultima amichevole prima dell’avvio del prossimo campionato. Si gioca al Dino Manuzzi di Cesena per cercare di dare un diversivo ai tanti villeggianti della riviera romagnola. Cesena risponde, stadio pieno e pubblico entusiasta con predominanza bianconera come tradizione in Romagna.
Un test probante per entrambe le squadre per valutare il loro stato di forma attuale e per mettere alla prova gli ultimi arrivati, il loro inserimento nel gruppo.
Si affrontano due squadre che partono con almeno un obiettivo comune; entrare nelle quattro squadre che acquisiranno il diritto di disputare la Champions League 2024/2025.
C’è curiosità per i nuovi arrivati in particolare Scamacca nell’Atalanta, che però parte in panchina e Whea e Cambiasso i nuovi esterni di centrocampo nella Juventus.
Analisi tattica Juventus-Atalanta: le formazioni ufficiali
Allegri presenta con una formazione che potrebbe essere molto simile alla squadra che debutterà nella prima di campionato, salvo clamorosi stravolgimenti di mercato nella prossima settimana.
La Juventus parte con un 3-5-2,che potrebbe essere lo schema principale per la prossima stagione. Perin a difendere la porta, Danilo, Bremer, Alex Sandro nei tre di difesa, Cambiaso esterno a destra, Rabiot, Locatelli e Miretti nel centro del campo e vedremo come si disporranno se in linea o più probabilmente uno più basso, Weah esterno a sinistra a tutto campo, Chiesa, Vlahovic in attacco. In panchina Allegri porta Pinsoglio, Daffara, Gatti, Rugani, Huijsen, Kostic, Soulé, Nicolussi C., Iling-Jr, Hasa, Milik, Yildiz.
Gasperini parte con il suo collaudato 3-4-1-2: Musso tra i pali; Djimsiti, Scalvini, Kolasinac il trio di difesa, Zappacosta, De Roon, Ederson, Bakker nel centrocampo dinamico e muscolare bergamasco, Koopmeiners dietro Zapata e Lookman.
Alcune novità in campo altre nella pachina così composta: Carnesecchi, Rossi, Okoli, Pašalić, Muriel, Touré, Scamacca, Zortea, Ruggeri, Bonfanti, Mendicino, Cambiaghi.
Analisi tattica Juventus-Atalanta, primo tempo: più Juventus
Prima mezzora a di marca bianconera dove si vedono, a sprazzi, alcune novità tattiche di sicuro interesse. La posizione di Cambiaso che da esterno si propone più volte sulla fascia sinistra ma che spesso si accentra per andare a creare densità nel cuore del campo lasciando spazio a Chiesa.
Weah che rimane aperto sulla destra e che più volte diventa punto di riferimento nella fase offensiva. Mette in mostra buone doti di controllo palla e velocità che lo mettono in condizione di fornire interessanti palle per l’area di rigore. Qualche amnesia in fase difensiva su cui deve ancora migliorare.
Locatelli che si abbassa spesso nella zona centrale della difesa in fase difensiva liberando il più delle volte Alex Sandro che si sposta tra le linee centrali per offrire una via d’uscita in più all’azione bianconera. Più propositiva e pericolosa la Juventus che va vicina al gol con Weah.
L’Atalanta, dal canto suo, ha dimostrato la solita solidità e la pericolosità che riesce a sprigionare quando dialoga velocemente nei pressi dell’area di rigore. Già in buona forma Lookman, De Roon e Ederson, buono l’inserimento dei nuovi, Kolasinac su tutti.
Il gioco è quello collaudato che funziona alla perfezione, I nuovi si devono inserire in un meccanismo bel oliato. Ecco perché gli innesti vengono inseriti progressivamente.
Analisi tattica Juventus-Atalanta, secondo tempo: gioco più individuale
Milik e Sulé subito in campo nel secondo tempo per Vlahovic e Rabiot che rientrava da un infortunio al polpaccio. Nessun cambio invece per l’Atalanta. Al 56′ entra Scamacca per Zapata e Ruggeri per Bakker, buono il debutto, insieme a Pinsoglio per Perin e Kostic per Cambiaso.
Meno spunti tattici nel secondo tempo con Scamacca che cerca la posizione e l’intesa con i compagni mentre Sulè con una serie di giocate personali cerca di mettersi in mostra.
Gasperini fa altri cambi al 65′, Esce Musso per Carnesecchi, Zortea per Zappacosta e il debuttante Touré per un più che positivo Lookman.
Escono sempre al 65′ nella Juventus Whea, Alex Sandro e Miretti per lasciare il posto a Illing Jr, Nicolussi Caviglia e Rugani poi al 72′ Chiesa, Bremer e Danilo lasciano il posto a Yildiz, Gatti e Huijsen.
Nella confusione tattica generale che si viene a creare dopo i cambi è ancora la Juventus linea verde che brilla maggiormente con spunti individuali sempre di Sulé, e Yildiz, mentre nell’Atalanta Touré si vede solo a sprazzi e riesce a essere pericoloso con una bella azione personale.
Al 81′ esce anche Locatelli ed entra Hasa. All’84’ entra Pašalić per Koopmeiners.
Le considerazioni finali
L’Atalanta prosegue nel suo progetto che dura ormai da diversi anni e che ha portato buoni risultati. Con un telaio solido aggiunge ogni anno qualche tassello importante con l’obiettivo di innalzare il livello della squadra. E fino a ora questo modo di operare ha premiato i bergamaschi. In questa stagione sia Scamacca che Touré possono rappresentare un upgrade importante. Avrà il vantaggio di partire già con una base solida e collaudata e si può stare certi che sarà protagonista anche quest’anno. Chi vuole uno dei quattro posti Champions League deve fare i conti anche con la Dea, questo è scontato.
Bene la Juventus nel primo tempo dove si sono viste idee e soluzioni tattiche che possono essere interessanti. Serve ancora tempo per vedere i meccanismi agire in maniera più naturale e fluida. Ancora oggi la squadra si muove come su uno spartito che ancora non conosce a memoria. E ancora da segnalare che non ostante una buona mole di gioco prodotta e azioni potenzialmente pericolosa, quello che è mancato è il guizzo finale, il tocco decisivo il gol insomma. Possibile che ancora questa squadra non riesca a trovare una soluzione a questo problema, non ostante i mezzi non gli manchino?
Segnali positivi vengono da gli acquisti che sono entrati in campo dall’inizio ma anche dalla linea giovane di cui dispone in panchina. Oltre Soulè che forse sta già offrendo il meglio e che avrebbe bisogno di giocare più a lungo, in impegni più probanti per poter crescere ulteriormente, le note positive vengono da Yildiz con i suoi spunti offensivi e Huijsen per il senso di posizione e la sicurezza con cui si muove in attacco. Entrambi sembrano già pronti per ritagliarsi un ruolo importante nella rosa di quest’anno.