Raccontare chi è e che cosa ha fatto Andrij Shevchenko è davvero difficile. Non è stato solo un grande attaccante, è stato uno dei giocatori simbolo di un calcio bellissimo. Un fuoriclasse assoluto che ha ammaliato San Siro per molto tempo. Oggi, il 13 dicembre, 16 anni fa vinceva il Pallone d’Oro con il Milan. Una leggenda per la sua Nazionale, l’Ucraina, che ha rappresentato fieramente per molti anni. Con la Dinamo Kiev, squadra con cui ha esordito, ha vinto ben 5 Campionati e 3 coppe d’Ucraina, una Supercoppa d’Ucraina e una Coppa dei Campioni della CSI.
Andrij Shevchenko, il suo amore per il Milan
Nel maggio 1999 Sheva viene acquistato dal Milan. Per tutti è un buon prospetto ma non si conosce ancora il suo reale valore. Nessuno poteva immaginare che quel ragazzo avrebbe dato così tanto ai suoi tifosi. Esordisce il 21 agosto, in una partita di Supercoppa italiana contro il Parma, e poco importa se la sua squadra perde perché quello sarà solo il preludio a delle annate grandiose. Con il Milan vincerà una Coppa Italia, un Campionato, una Supercoppa e soprattutto una Champions League. Vincerà poi la Supercoppa Uefa successiva e il meritatissimo Pallone d’Oro. Le movenze, il carisma, le grandi giocate e il carattere, tutto faceva di lui un campione assoluto. Quando giocava illuminava gli occhi di chi lo guardava, tanto che ancora oggi molti tifosi rossoneri lo reputano uno dei migliori attaccanti che abbiano mai indossato quella maglia.
Cosa dicono di lui
A voler puntare su di lui fu Braida, che disse: “L’ucraino lo vidi giocare dal vivo e mi era piaciuto tantissimo, pensavo avesse una forza nelle gambe come Gullit. Poi lo andammo a vedere con Galliani e lui giocò male, tanto che Adriano mi disse: ‘Ma sei matto a volere prendere questo?’. Ma nessuno può giocare sempre bene, così riandai a Kiev e portai a Sheva una maglietta del Milan, dicendo ad un suo uomo di fiducia che con quella avrebbe vinto il Pallone d’Oro”.
Costacurta lo ricorda con affetto: “Ricordo la prima settimana d’allenamento di Sheva con noi. Nel giorno delle ripetute, alla fine di più di due ore e mezza ininterrotte di allenamento, ci stavamo dirigendo tutti negli spogliatoi. Andriy un po’ titubante e con un italiano zoppicante mi chiese : “Billy scusa quando inizia allenamenti?” Credevo che mi stesse prendendo per il culo, ma poi ho capito che diceva sul serio quando rimase altre due ore ad allenarsi da solo”.
Simone Loria, reo di aver rotto uno zigomo a Sheva, in un’intervista riferì questo: “Era un giocatore di una correttezza unica. Mai sentito lamentarsi con nessun avversario, eppure prendeva una quantità infinita di calci. Quel giorno per sbaglio, in uno scontro fortuito, gli procurai la frattura dello zigomo. Molti giocatori inveirono contro di me, per avergli praticamente sfasciato la faccia. Lui in tutta tranquillità, si rialzò e disse: tranquillo è tutto apposto, non è successo nulla”.