Arsenal-Liverpool (0-2): analisi tattica e considerazioni

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Grazie ad una doppietta di Diogo Jota, il Liverpool batte l’Arsenal e conquista la sua tredicesima finale di coppa di lega. Gli uomini di Klopp superano l’ostacolo del fattore campo, dopo le polemiche dei giorni scorsi, con una prestazione da grande squadra. Ora dovranno contendersi il trofeo a Wembley contro il Chelsea il 27 febbraio. I gunners escono invece ridimensionati ancora una volta dal confronto contro una big. Andiamo però subito al sodo a scoprire, attraverso la nostra analisi tattica, quelle che sono state le situazioni più importanti di questo Arsenal-Liverpool. Mettetevi comodi e godetevi il viaggio, iniziando dalle formazioni iniziali.

La squadra di Arteta viene presentata sulla carta con un 4-3-3. In porta c’è Ramsdale, protetto da Tierney, Gabriel, White e dal rientrante Tomiyasu. A centrocampo c’è Lokonga, assistito ai fianchi da Odegaard e Smith Rowe, anche loro ristabilitisi. Tridente d’attacco formato da Martinelli e Saka larghi e capitan Lacazette al centro.

Gli ospiti rispondono con uno schieramento speculare. Ancora Kelleher tra i pali, con linea difensiva formata dai titolarissimi Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk e Robertson, alla duecentesima con la maglia dei reds. In mediana troviamo Henderson, Fabinho e il giovane Jones. In avanti Gordon, Jota e Firmino.

Primo tempo: grande ritmo e Liverpool avanti

La costante dell’analisi tattica di Arsenal-Liverpool è sicuramente l’alta intensità ammirata durante il match. Sicuramente non una novità visto che si tratta di squadre inglesi, a cui si aggiunge però anche una elevata qualità tecnica. A dispetto di come presentata all’inizio, la formazione di Arteta corrisponde a un 4-2-3-1. Determinante è infatti la collocazione di Smith Rowe, che non agisce da mezz’ala sinistra, bensì gioca più avanti e in posizione centrale, da trequartista puro. Il giovane talento britannico va a cercarsi spazio tra Fabinho ed Henderson ed è il primo ad andare in marcatura sul regista brasiliano.

I gunners si mostrano decisamente più vivaci. Portano una pressione molto forte sui portatori di palla avversari e accorciano in avanti coi centrocampisti per togliere respiro a quelli dei reds. I padroni di casa provano a essere pragmatici e a sfruttare l’inerzia della gara, andando subito alla ricerca degli esterni con lanci da dietro. In particolare, il più ispirato è sicuramente Martinelli, sulla sinistra, supportato dalle sovrapposizioni di Tierney. Il Liverpool affanna contro il pressing e la difficoltà nel trovare Fabinho costringe la squadra a impostare con i due centrali di difesa, ma con risultati poco soddisfacenti.

Arsenal-Liverpool (0-2): analisi tattica e considerazioni

Determinante diviene allora il lavoro di Firmino, che si abbassa, anche fin dietro la linea di metà campo, per aiutare i compagni ad impostare. Col movimento incontro del brasiliano, sono a turno Henderson e Alexander-Arnold a buttarsi nello spazio alle sue spalle. Ed è grazie a questo tipo di interscambio che il Liverpool costruisce l’azione del gol del vantaggio al minuto 20. Firmino viene incontro e con un geniale e delizioso colpo di tacco manda a vuoto la pressione dell’Arsenal, aprendo il Mar Rosso all’incursione sulla sua verticale del terzino inglese, che è poi bravo ad aprire subito per Diogo Jota dalla parte opposta. Il portoghese, infine, punta la difesa, si accentra e batte Ramsdale con un destro sporco sul primo palo.

Analisi tattica Arsenal-Liverpool: la non-reazione dei gunners 

Al gol subito, però, non segue una reazione feroce da parte dei padroni di casa. Anzi, si fanno raggiungere dalla fretta e dalla confusione, facilitando di fatto le cose al Liverpool. L’Arsenal si abbassa, si rannicchia dietro in un 4-4-2 e smette di aggredire gli avversari, che possono così congelare il ritmo col palleggio. La palla per i reds si muove più tranquillamente e fluidamente, anche perché trovano più spazio sia Fabinho che Jones. Quest’ultimo, in particolare, si fa vedere di più in fase di impostazione e attacca senza palla lo spazio lasciato dai tagli di Jota dentro al campo. Solamente qualche sbavatura della difesa di Klopp rischia di riaccendere l’entusiasmo dei gunners e del pubblico. Ma gli ospiti riescono a chiudere il primo tempo senza ulteriori affanni.

Secondo tempo: l’Arsenal ci prova, ma Jota regala la finale al Liverpool

La ripresa ha inizio con i medesimi effettivi della prima frazione, ad eccezione di Konaté per Matip nel Liverpool. Arteta sembra essere riuscito a trasmettere un po’ di rabbia ai suoi, che hanno il merito di scendere in campo col piglio giusto. La squadra torna ad alzare il livello della pressione, aggredisce e recupera palla. I terzini accompagnano di più e tutti cercano di essere più partecipi in fase di non possesso. Per quanto concerne invece le soluzioni offensive, il copione rimane il medesimo. Le tre punte del Liverpool sono brave a schermare Odegaard e Lokonga, per questo i veri playmaker dei gunners divengono i due centrali. Lo schema prevede sempre il lancio immediato alla ricerca di Martinelli.

Arsenal-Liverpool (0-2): analisi tattica e considerazioni

Il brasiliano però, è sempre costretto a fronteggiare due giocatori, perché Gordon ripiega molto per aiutare Alexander-Arnold. A destra, invece, Saka è un po’ più fuori dal vivo del gioco, ben contenuto da Robertson e Jones. Il ritmo e l’intensità rimangono elevati e insieme a qualche errore e un po’ di confusione si creano occasioni, anche clamorose, da una parte e dall’altra. I padroni di casa macinano tanto gioco, ma ancora una volta è il Liverpool a colpire in contropiede. Al minuto 77, Alexander-Arnold recupera palla e cambia immediatamente gioco per Jota. Come nel primo tempo, il portoghese raccoglie l’assist del compagno e brucia per la seconda volta Ramsdale con un tocco morbido.

Arsenal-Liverpool (0-2): analisi tattica e considerazioni

Forti del vantaggio più rassicurante di due gol, i reds organizzano una difesa ordinata con tutti gli effettivi dietro la linea del pallone. Concedono maggiore libertà a Odegaard e di questo le azioni dell’Arsenal beneficiano in termini di qualità, ma allo stesso tempo, rinserrano le fasce. Minamino, entrato al posto di Gordon, si abbassa con grande sacrificio per limitare Martinelli, ultimo a gettare la spugna nei gunners. Arteta inserisce forze fresche, con Nketiah e Thomas al posto di Lacazette e Smith Rowe. Klopp risponde con Milner per Henderson e Williams per Firmino. L’Arsenal però tira i remi in barca anzi tempo e chiude la gara in 10, come all’andata, per l’espulsione del neoentrato centrocampista ghanese.

Analisi tattica Arsenal-Liverpool: le considerazioni finali

La squadra di Arteta non riesce né a sfruttare il fattore campo, né a ripetere la partita di sacrificio della settimana scorsa. I gunners denunciano sicuramente qualche debolezza a livello caratteriale, che non consente ad un ottimo gruppo, giovane e di qualità, di poter ancora assurgere ai livelli dei top club inglesi. Dopo i gol subiti, non c’è mai stata una vera reazione convincente, anzi i londinesi gettano la spugna troppo presto e come una preda debole si espongono al morso del predatore nascosto.

Gli uomini di Klopp viaggiano invece in una direzione totalmente opposta. Dopo aver fatto a botte con la partita nel turno d’andata, non riuscendo a segnare in casa in superiorità numerica, stasera rispondono con una grande prova di maturità. Una squadra che ha saputo soffrire e difendersi quando necessario, ma che è stata anche cinica nel capitalizzare le occasioni concessele. A fare la differenza sono certamente i giocatori di grande qualità ed esperienza, che sanno aspettare i momenti della partita e colpire nel giusto istante.

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