Astutillo Malgioglio: riconoscenza ad una vita per i bambini

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella giornata di ieri, ha annunciato 33 eroi civili, conferendo loro altrettante onorificenze all’Ordine del Merito. Nella lista dei nominati dal Presidente è presente anche Astutillo Malgioglio, ex portiere di Brescia, Pistoiese, Roma, Lazio, Inter ed Atalanta. Non solo uomo di calcio, anzi. Astutillo infatti, da sempre attivo per chi ne ha bisogno, si è visto riconosciuto proprio per la sua dedizione extra-campo. Il Presidente ha voluto premiare l’incredibile impegno nel recupero dei bambini affetti da distrofia muscolare. Nel 1977 visita un centro di cura. Rimane segnato dall’emarginazione di quei bambini, dimenticati nella loro malattia. Così, insieme a sua moglie, apre Era77: associazione per il recupero motorio dei bambini affetti da distrofia. Pur non avendo mai saltato un allenamento, nella sua carriera è stato spesso oggetto di insulti per il suo impegno nel sociale.

Astutillo Malgioglio: riconoscenza ad una vita per i bambini
Astutillo Malgioglio in campo con la maglia dell’Inter. Con i neroazzurri rimarrà 5 stagioni, vincendo Scudetto e Supercoppa.

Astutillo Malgioglio: la carriera travagliata di un eroe

Dopo l’esordio con la maglia del Bologna, Astutillo Malgioglio passa al Brescia in Serie B. Si afferma come uno dei migliori giocatori del campionato, contribuendo sensibilmente alla stagione della promozione in A. Però, come detto più volte negli anni dallo stesso Malgioglio “la vita non è solo una palla di cuoio”. Per questo parallelamente alla sua carriera, porta avanti gli studi in medicina. Dopo la laurea, in seguito ad una visita ad un centro di recupero per bambini, rimane impressionato dalla condizione dei pazienti. Per questo, insieme a sua moglie apre la fondazione Era77, nella quale forniscono cure gratuite ai bambini affetti da distrofia muscolare. Questo suo impegno non è ben visto dalla società che lo mette fuori squadra. Nell’83 passa alla Roma, diventando l’affidabile riserva di Franco Tancredi.

Astutillo Malgioglio: riconoscenza ad una vita per i bambini
Astutillo Malgioglio con la maglia della Roma negli anni ’80. Con i giallorossi rimarrà 2 stagioni, per un totale di 4 partite giocate.

Dopo un paio di stagioni decide di attraversare il Tevere per difendere la porta della Lazio. Però, i tifosi biancocelesti lo prendono subito di mira per i suoi trascorsi nella Roma. Dopo poco però, gli insulti passano ad il suo impegno con i bambini. Di nuovo accuse di non pensare al calcio, perché passa troppo tempo con i disabili. Nel clima di contestazione generale che aleggia intorno a tutto il club, Astutillo Malgioglio è quello più bersagliato. Per motivi che esulano dal suo, innegabile, impegno in campo. La situazione diventa incontenibile il 9 marzo 1986, quando viene duramente contestato in seguito ad una sconfitta. Astutillo, che aveva anche da poco perso il padre, questa volta decide di rispondere alla curva che per tutta la partita aveva esposto uno striscione ignobile con scritto “torna dai tuoi mostri”. Il portiere decide di togliersi la maglia, sputarci sopra e gettarla agli ultras laziali.

L’Inter, il ritiro e l’impegno

In seguito a quel 9 marzo, Astutillo Maglioglio si svincola dalla Lazio, che ne aveva inspiegabilmente chiesto la radiazione. Pensa anche al ritiro per l’amarezza dell’accaduto. Arriva però la chiamata di Trapattoni, che lo vuole con sé all’Inter. Con i nerazzurri rimane per 5 stagioni, disputando 12 partite in campionato ed esordendo anche in Coppa Uefa. Singolare il suo ritorno contro la Lazio il 4 marzo 1990, quando giocò titolare per un infortunio di Zenga. Nonostante il gesto di pace del portiere, che aveva depositato un mazzo di rose sotto la curva laziale, i tifosi lo contestano per tutta la gara, riportando a galla i vecchi insulti extra-campo. Dopo un’ultima stagione con l’Atalanta, piena di infortuni, decide di ritirarsi definitivamente nel 1992.

Astutillo Malgioglio: riconoscenza ad una vita per i bambini
Astutillo Malgioglio in mezzo alla gioia di alcuni dei bambini da lui aiutati.

La fine della sua carriera non porta alla fine del suo impegno per il sociale. La sua fondazione continua ad andare avanti fino al 2001, quando si vede costretto a chiudere per mancanza di fondi e per problemi di salute personale. Astutillo però non si dà per vinto, mettendo a disposizione la sua esperienza per chi ne ha bisogno: oggi aiuta nello sviluppo di progetti di terapia sportiva, continuando a combattere per l’integrazione dei disabili nel mondo dello sport. Il suo non accettare di essere solo un calciatore ma qualcosa in più, la sua disponibilità verso i bisognosi ed i dimenticati sono stati finalmente riconosciuti. Dalla cattiveria subita ai tempi di Brescia e Lazio, alla nomina ad Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana da parte del Presidente della Repubblica.

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