In casa Atalanta si sta vivendo un momento ricco di notizie importanti. Infatti, dopo la vittoria schiacciante sul Sassuolo, nel recupero della 26^ giornata di Serie A, nella giornata di ieri i nerazzurri hanno esercitato ufficialmente l’opzione di acquisto a titolo definitivo di Pasalic dal Chelsea, regalando a mister Gasperini una certezza in più nella composizione del suo scacchiere anche per le prossime stagioni.
#SuperMario resta con noi! 🦸🏼♂️🇭🇷
Il centrocampista croato acquistato a titolo definitivo!Mario #Pašalić stays with us! 🖤💙
Our #88 is an #Atalanta player on a permanent basis!#GoAtalantaGo ⚫️🔵 pic.twitter.com/6sHQhzjNSi— Atalanta B.C. (@Atalanta_BC) June 22, 2020
Un’operazione, quella della conferma del croato, che non solo corrobora le ambizioni dell’Atalanta in Italia e in Europa, ma che dimostra anche come la società stia vivendo una crescita costante grazie a una dirigenza assolutamente competente, capace in pochi anni di allestire un progetto sportivo, e non solo, invidiabile anche per un qualsiasi top team.
Uno stadio moderno per giocare stabilmente in Europa
Il primo vero grande investimento del presidente Percassi è sicuramente rappresentato dal restyling dello stadio “Atleti azzurri d’Italia”. Acquistato nel 2017 dal comune di Bergamo, la società ha dapprima all’assegnazione dei diritti del nuovo nome/main sponsor alla Gewiss, azienda impegnata nel campo dell’energia.
Successivamente, lo storico impianto è stato sottoposto dall’anno scorso ad alcuni lavori di ristrutturazione che, a causa del recente lockdown, sono ancora fermi al completamento di una delle due curve e di parte del settore distinti. L’intento è stato chiaro dal principio: non limitarsi a lottare per la salvezza tranquilla, ma ambire ad ospitare partite europee come ai tempi della squadra dei miracoli allenata da Mondonico, che nel 1988 arrivò in semifinale di Coppa delle Coppe.
Settore giovanile e investimenti a lungo termine: l’Atalanta sta diventando grande
Ciò che però, ancor prima dello stadio moderno, ha consacrato l’Atalanta nelle posizioni di classifica che contano è sicuramente la programmazione e la crescita della rosa della prima squadra. Da anni, infatti la “dea” è fucina di talenti del proprio settore giovanile, ma anche a livello di scouting all’estero, sono tanti i giocatori valorizzatosi a Bergamo, rendendo la compagine di mister Gasperini meta ambita anche da elementi di maggior livello.
La rosa attuale, ad esempio, ha avuto un costo di circa 120 milioni, ma occorre fare alcune distinzioni: alcuni giocatori giunti quest’anno, tra i quali Muriel e Malinovskyi, hanno avuto un costo di cartellino tra i 10 e i 20 milioni, e l’acquisto più oneroso è stato Zapata, con circa 26 milioni complessivi tra prestito e riscatto. Ma il cosiddetto “zoccolo duro” è rappresentato dai vari Gosens, Hateboer e Freuler, il cui costo non superava i 2 milioni.
Inoltre, tanti sono i nomi di chi è andato via dall’Atalanta a cifre superiori ai 20 milioni: solo con i trasferimenti di Gagliardini all’Inter, Kessié e Conti al Milan, Cristante e Mancini alla Roma, Caldara e, ultimo in ordine di tempo, Kulusevski alla Juventus, la società ha incassato una cifra che sfiora i 185 milioni.
Programmazione, scommesse e valorizzazione. Sono queste le tre parole chiave he hanno reso e stanno rendendo l’Atalanta non solo una delle nuove grandi della Serie A, ma anche una pericolosissima mina vagante in Champions League. E con la formula della final eight imposta dalla UEFA per portare a termine la stagione, sognare non è poi così proibito.