Atalanta-Sassuolo 5-1, De Zerbi: «Mai abbassare la testa»

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Il Sassuolo conserva momentaneamente il sesto posto in classifica ma torna da Bergamo con il pesante passivo di 5-1: la squadra di De Zerbi ha ceduto troppo in fretta alla forza straripante dell’Atalanta di Gasperini che, dopo aver chiuso il primo tempo sul 2-0, nella ripresa ha calato il pokerissimo in pochi minuti spegnendo ogni velleità di rimonta. Il gol di Chiriches nel finale ha ridotto il passivo, ma la prestazione negativa resta. Per gli emiliani è la seconda sconfitta nelle ultime tre partite.

Atalanta-Sassuolo 5-1, De Zerbi: «Sofferto tanto sotto l’aspetto fisico»

Al termine della gara, l’allenatore dei neroverdi Roberto De Zerbi sottolinea gli aspetti in cui la sua squadra è mancata oggi a Bergamo: «Abbiamo preso gol nei primi minuti su un rimpallo ma d’altro canto eravamo partiti benissimo. Contro l’Atalanta soffriamo tanto sotto l’aspetto fisico, è sempre più difficile rispetto alle sfide con le altre big. Il Sassuolo è questo, quando facciamo la squadra scegliamo i giocatori secondo determinate caratteristiche. Per la gara di Bergamo abbiamo scelto di rimanere noi stessi, anche se andiamo incontro a sconfitte. Anche l’anno scorso abbiamo perso male ma la partita era stata fatta meglio. Dove possiamo migliorare è nell’approccio, nel secondo tempo pronti-via e abbiamo preso il terzo, quarto e quinto gol uno dopo l’altro. Dobbiamo giocare a viso aperto ma senza mai abbassare la testa, è questo che mi dà più fastidio».

Il tecnico spiega il motivo dell’esclusione di Djuricic, oggi in tribuna: «Prima della gara contro la Sampdoria lui ha commesso un errore nei confronti miei e dei compagni. Ha ripreso tranquillamente gli allenamenti ma oggi era giusto che andasse in tribuna. Non sono un allenatore che vuole punire, io da calciatore ero il peggio del peggio, ma ci sono regole da rispettare. Djuricic è il giocatore che ho allenato di più in carriera, può essere come un figlio per me. Ha chiesto scusa e ha voluto venire con la squadra, facendo un gesto che lo riporta alla persona che è ovvero un ragazzo bravissimo e intelligente, forse quello con cui ho più rapporto nella squadra. E’ un titolarissimo quando sta bene, ma quando qualcuno sbaglia bisogna avere la forza per punire il proprio “figlio”».

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