Una tripletta di Koopmeiners regala 3 punti e la vetta della classifica all’Atalanta, che supera per 3-1 il Torino nel posticipo infrasettimanale della 4^ giornata di campionato. Nella notte del caloroso saluto a Ilicic da parte della Bergamo nerazzurra, la squadra di Gasperini fatica e non poco, soprattutto nel primo tempo. Solo a pochi secondi dall’intervallo, i padroni di casa riescono a sbloccare la gara grazie al rigore trasformato dal centrocampista olandese. Questi trova poi altre due reti, con un tiro dalla distanza all’inizio della ripresa e con un’altra realizzazione dagli 11 metri al minuto 84. Nel mezzo, il gol di Vlasic che accorcia le distanze. Nonostante i tanti gol, Atalanta-Torino presenta tante fasi di gioco bloccato, di cui parleremo in questa nostra analisi tattica. Un primo indizio sul perché di questa situazione ci viene suggerito dagli schieramenti iniziali che andiamo subito a presentare.
Gasperini mette in campo il consueto 3-4-2-1. Musso tra i pali, Demiral al centro della difesa insieme a Toloi e Okoli. Largo a sinistra c’è il recuperato Zappacosta, mentre dalla parte opposta spazio per Soppy. In mezzo al campo il tandem olandese formato da De Roon e dallo stesso Koopmeiners. Davanti Zapata, supportato alle spalle da Pasalic ed Ederson.
Juric risponde col medesimo modulo. In porta Milinkovic-Savic, terzetto difensivo con Rodriguez, Buongiorno e Djidji. In cabina di regia, Ricci dà forfait all’ultimo per un problema nel riscaldamento. Al suo posto, ad affiancare Linetty, c’è dunque Lukic, già partente dal primo minuto, ma arretrato di posizione. A sostegno di Sanabria, unica punta, giocano Vlasic e Seck.
Primo tempo: un equilibrio serrato rotto solo da un episodio nel finale
Come accennato nell’introduzione, tutta l’analisi tattica del primo tempo di Atalanta-Torino è incentrata sull’equilibrio. Una gara bloccata dove le squadre si annullano a vicenda, con una netta prevalenza delle difese sugli attacchi. Il motivo di questa situazione è, ovviamente, da rinvenire negli schieramenti perfettamente simmetrici. Un 3-4-2-1 da una parte e dall’altra che non fa che generare duelli tra omologhi in ogni centimetro di campo. Una vera e propria partita a scacchi in cui diventa determinante l’effetto sorpresa.
Tra le due squadre, gli ospiti sono quelli che lasciano maggiormente soddisfatto il proprio allenatore. Ciò perché i granata riescono a esplorare alcune situazioni in cui trovare un vantaggio tecnico. Con Sanabria coinvolto in un mismatch fisico con Demiral e con l’Atalanta che difende bassa e con le linee serrate precludendo ogni giocata in verticale, la squadra di Juric si affida alle corsie esterne. In particolare a quella destra, dove agisce Seck. Sebbene il tecnico croato chieda al suo giocatore di galleggiare dentro al campo, il giovane senegalese preferisce restare vicino alla linea del fallo laterale. Da questa posizione, infatti, può ricevere palla nei piedi e puntare, con successo, Okoli nell’uno contro uno.
Complice il traffico in mezzo dovuto alle marcature individuali, i granata tentano qualche mossa per sparigliare le carte. In primis, cercare di costruirsi spazi dove non ci sono per sfruttare i movimenti senza palla. Ad esempio, portando fuori Sanabria, permettendo così l’inserimento di uno dei centrocampisti, quasi sempre Linetty. Al netto di una maggiore fluidità, però, i piemontesi mancano di concretezza e cattiveria nell’ultima giocata.
Analisi tattica Atalanta-Torino: le mille difficoltà dei padroni di casa
La squadra di Gasperini in questo inizio di stagione ci sta abituando ad un cambio di tendenza. E questo Atalanta-Torino non mostra diversamente, come andiamo a spiegare in questo punto dell’analisi tattica del match. I duelli-chiave sono sicuramente quelli sulla linea di centrocampo, con Koopmeiners e Linetty che si scambiano le marcature a seconda di quale delle due squadre abbia il possesso del pallone. Allo stesso modo fanno De Roon e Lukic. Idem dicasi pure sulle corsie.
Il pressing alto dei granata e le marcature strette in mezzo al campo impediscono ai nerazzurri di trovare i trequartisti tra le linee. L’unico modo per portare la palla su è lanciare lungo verso Zapata. Il centravanti colombiano, però, è costretto a ricevere sempre spalle alla porta e con Buongiorno francobollatogli addosso a non concedergli un centimetro.
Gasperini prova diverse mosse per provare a superare le difficoltà dei suoi. Prima, inverte Pasalic ed Ederson, con la speranza che riescano a trovare una posizione migliore per ricevere. Poi, vista l’impalpabilità dei due, opta per un avanzamento di Koopmeiners, con conseguente arretramento del brasiliano accanto a De Roon. Quest’ultimo viene poi spesso invitato dal suo allenatore ad abbassarsi sulla linea dei difensori in fase di impostazione per liberarsi dalla marcatura e avviare lui stesso la manovra.
Tutte queste soluzioni si rivelano inefficaci. I bergamaschi non trovano né continuità sugli esterni, né movimenti senza palla. Gli sprazzi migliori arrivano o da palla recuperata, grazie soprattutto all’aggressività dei difensori, Demiral su tutti. Oppure con qualche rara combinazione sulla destra tra Soppy e Toloi. Il capitano, infatti, non perde la vecchia abitudine di abbandonare la sua zona di competenza per accompagnare l’azione nei corridoi intermedi, quasi fosse una mezz’ala aggiunta.
Quando però manca una manciata di secondi alla fine del primo tempo, l’Atalanta trova il modo di colpire. I bergamaschi riescono a cogliere il Toro difensivamente impreparato sugli sviluppi di palla inattiva. Al tramonto della prima frazione, Soppy sulla destra si ritrova isolato contro Aina, che, puntato, lo stende ingenuamente in area. Il rigore ineccepibile viene realizzato da Koopmeiners, che porta così la Dea sull’1-0.
Secondo tempo: un’Atalanta galvanizzata vola verso la vittoria
La ripresa inizia all’insegna di un cambio per parte. Dopo aver perso Zapata nel primo tempo, sostituito da Hojlund, Gasperini rinuncia a Zappacosta, inserendo il giovane Zortea. Juric risponde con Vojvoda per Aina. Dopo appena due minuti di gioco, l’Atalanta trova il gol del raddoppio ancora indirettamente da un calcio piazzato. Stavolta, la difesa granata è pigra nell’accorciare su Koopmeiners che carica la conclusione da fuori di sinistro e beffa Milinkovic-Savic. Il Toro accusa il colpo e comincia ad accusare i primi cenni di stanchezza.
L’ingresso di Zortea spegne le velleità di Seck, che ora subisce costantemente il raddoppio. Juric si affida allora alla spinta dei suoi esterni, ma né il neoentrato Vojvoda, né Lazaro hanno la corsa e la qualità per far male. Sanabria continua, invece, la sua difficile gara contro Demiral, tanto da spingere il tecnico croato a sostituirlo al minuto 67 con Pellegri. La presenza del classe 2001 offre la possibilità di lanciare lungo su di lui, ma la fisicità del difensore turco neutralizza ogni tentativo.
Il piano difensivo dei padroni di casa è quello di lasciare il possesso agli avversari, chiudere qualsiasi varco centrale e forzare un giro-palla da un lato all’altro senza guadagnare metri. Offensivamente, invece, gli orobici beneficiano della posizione avanzata di Koopmeiners, che riesce sempre a farsi trovare in appoggio a destra per poter combinare con Soppy più largo. Poco prima dell’ora di gioco, Gasperini manda dentro anche Lookman al posto di Ederson.
Il neoentrato va a ricoprire la posizione alle spalle della punta, pronto a scatenare la sua velocità in ripartenza. Di conseguenza, Koopmeiners si abbassa nuovamente, ritornando nella posizione iniziale accanto a De Roon.
Analisi tattica Atalanta-Torino: la risposta degli ospiti
I granata provano a cambiare strategia, soprattutto per trovare i riferimenti davanti. Viste le difficoltà nei duelli aerei, Pellegri cerca spazio allargandosi, portando fuori posizione il proprio marcatore e aprendo varchi per l’attacco della profondità dei centrocampisti. L’ex Monaco e Genoa ha ora possibilità di ricevere palla nei piedi in verticale e poter fungere anche da rifinitore. Ed è esattamente quanto accade al minuto 77, quando il suo assist dalla destra pesca in area l’inserimento di Vlasic. Il croato controlla il pallone e all’altezza del dischetto fa partire una botta terrificante di sinistro che non lascia scampo a Musso.
Gasperini corre ai ripari e inserisce energie fresche. A 10 minuti dal termine, entrano Ruggeri e Malinovskyi per Pasalic e Toloi. Okoli passa a fare il terzo di destra, mentre il neoentrato si piazza sul centro-sinistra. Dalla parte mancina passa anche Lookman, che al minuto 83, si rende protagonista di un’azione insistita col supporto del coraggioso Zortea. La difesa granata si dimostra ancora una volta ingenua, con Lazaro che atterra l’ex Leicester in area. Dal dischetto va nuovamente Koopmeiners, che non sbaglia e chiude definitivamente i giochi sul 3-1.
Analisi tattica Atalanta-Torino: le considerazioni finali
Al termine di questa nostra analisi tattica di Atalanta-Torino, spendiamo qualche considerazione sulle due squadre. I bergamaschi si stanno imponendo come squadra un po’ meno appariscente e spettacolare rispetto alle recenti stagioni. La nuova Dea invece vuole badare di più al sodo, rimanendo attenta e concentrata dietro e cercando di sfruttare le occasioni che le capitano. Ciò non toglie che la squadra non possa e non debba fare qualche passo in avanti sul piano della qualità. Un obiettivo che sarà possibile raggiungere quando i nuovi innesti si saranno integrati al meglio e quando Zapata riuscirà a sbloccarsi. Nel frattempo, Gasperini può godersi il suo nuovo trascinatore e leader tecnico Koopmeiners.
Il Torino incappa nel primo inciampo stagionale perdendo quella solidità che l’aveva accompagnato nelle prime uscite. Nonostante questa caduta, però, la squadra di Juric può contare su altri suoi caratteri peculiari, come ad esempio l’ottima organizzazione, dimostrata ampiamente in tutto il primo tempo. Ma anche la capacità di far giocare male l’avversario, andando ad aggredire con i tempi e le distanze giuste tra i reparti e adattando la partita al proprio ritmo. Questa sera è mancata la determinazione nel volere fare gol e un po’ più di cattiveria per poter quanto meno pareggiare l’agonismo della difesa nerazzurra.