Nella fredda notte di Madrid, il Milan centra un successo fondamentale per il suo destino in Champions. La squadra di Pioli riesce a battere per 1-0 l’Atletico Madrid al “Wanda Metropolitano” grazie alla rete di un insospettabile protagonista, Junior Messias. I rossoneri legittimano con la vittoria una partita molto ben giocata, riuscendo a dominare gli uomini di Simeone. Vediamo insieme l’analisi tattica di Atletico Madrid-Milan iniziando dalle formazioni.
I colchoneros scendono in campo con un 3-5-2, che vede Hermoso, Gimenez e Savic in difesa davanti al portiere Oblak. A centrocampo, Carrasco e Llorente agiscono centralmente, mentre Koke si posiziona in mezzo, supportato dalle mezz’ali Lemar e De Paul. In attacco la coppia titolare è quella temibilissima composta da Griezmann e Suarez.
Pioli si affida invece al collaudato 4-2-3-1, con alcune novità rispetto alla trasferta di Firenze. Innanzitutto, ritorna titolare Romagnoli accanto a Kjaer al centro della difesa, con Kalulu e Theo Hernandez terzini. In mediana confermati Kessié e Tonali alle spalle di Saelemaekers, Diaz e Krunic, preferito a Leao in posizione di trequartista a sinistra. Unica punta Giroud al posto di Ibra.
Primo tempo: Atletico in difficoltà contro un ottimo Milan
La prima frazione di gioco regala sicuramente grande agonismo e intensità, ma davvero poche occasioni da gol importanti. Il Milan gioca molto bene, imponendo il suo ritmo e prendendo subito in mano la gara. La supremazia sul piano del gioco è evidente e riflette anche le diverse impostazioni e scuole di pensiero dei due allenatori. L’analisi tattica di Atletico Madrid-Milan vede prevalere i rossoneri non solo per la qualità del palleggio, ma anche per la grande attenzione e determinazione.
La squadra di Pioli imposta come sempre dal basso, arretrando uno dei centrocampisti sulla linea dei centrali che si aprono. I terzini si alzano notevolmente, andando ad occupare lo spazio lasciato libero da Krunic e Saelemaekers che stringono dentro al campo. Il vero motore della manovra è però Diaz, il quale si abbassa molto per uscire dal traffico centrale e venire a giocare palla. Il dominio del Milan si esplica però anche in fase di non possesso, perché i rossoneri sono sempre molto corti e aggressivi e questo favorisce l’immediata riconquista della palla. Unica pecca è la troppa imprecisione nella giocata finale per concretizzare la mole di gioco costruita.
L’Atletico, invece, si preoccupa prevalentemente di rimanere basso a protezione dell’area, affidandosi a qualche lancio lungo sulla sinistra per innescare la velocità di Carrasco. Solo nella parte centrale del tempo la squadra di Simeone riesce a riversarsi con maggiore continuità nella metà campo avversaria. E stavolta lo fa soprattutto da destra, dove Llorente spinge molto e De Paul viene a giocare palla o s’inserisce da mezz’ala. Il piano dei madrileni è sfruttare lo spazio lasciato libero da Theo che fatica a rientrare dopo le sue sortite offensive. A proteggere quel lato con grande intelligenza e sagacia tattica ci pensa però un grandissimo Kessié, sempre attento nelle coperture e deciso negli interventi per vincere tutti i duelli.
Secondo tempo: il Milan la sblocca nel finale
Nella ripresa l’Atletico prova ad alzare il livello del pressing e a sfruttare qualche contropiede scaturito da errori di impostazioni del Milan. Appena dieci minuti di riassestamento e la squadra di Pioli torna a prendere possesso della gara e, rispetto al primo tempo, riesce a trovare la conclusione con maggiore frequenza, ma anche scarsa precisione. L’intensità rimane alta e i rossoneri continuano a recuperare tanti palloni e a forzare errori da parte degli uomini di Simeone.
Il Milan prova a trovare qualche soluzione tattica alternativa rispetto al suo consueto modo di giocare. Sfruttando la difesa alta e sempre concentrata, Tonali e Kessié si sganciano a turno in avanti, inserendosi nel corridoio di destra, dove c’è più spazio da attaccare perché Carrasco fatica a rientrare. Ancora una volta, però, manca la qualità nella giocata finale. Dopo un’ora di gioco, i due allenatori cominciano a rincorrersi a suon di sostituzioni e variazioni tattiche. Al minuto 63, Simeone decide di invertire l’inerzia e aumentare il peso offensivo, inserendo Renan Lodi e Correa e passando ad un 3-4-1-2. Il numero 10 argentino infatti galleggia sulla trequarti, andandosi a posizionare alle spalle delle due punte.
Al tempo stesso, però, la squadra, perdendo un centrocampista, comincia a trovare fatica a coprire il campo in ampiezza. Anche Pioli inserisce forze fresche, soprattutto sugli esterni, con l’ingresso di Messias, e in avanti con Ibrahimovic al posto dell’infortunato Giroud. Vista la sofferenza a centrocampo, Simeone fa un passo indietro e ritorna al 3-5-2, inserendo Kondogbia in mezzo e cambiando entrambe le punte. A questo punto, l’allenatore emiliano, per provare a vincere la partita, toglie Diaz e mette dentro Bennacer, cambiando modulo e passando al 4-3-3. Il Milan continua a spingere anche grazie al supporto delle mezz’ali, Bakayoko (entrato anche lui al minuto 63) che va a riempire l’area, e Kessié. Ed è proprio grazie a un inserimento sulla sinistra dell’ivoriano che il Milan trova il gol del vantaggio al minuto 87: cross perfetto del numero 79 e zuccata vincente di Messias, lasciato colpevolmente solo dalla difesa spagnola.
Analisi tattica Atletico Madrid-Milan: le considerazioni finali
A parte un brivido nel finale, il Milan riesce a portare a casa l’unico e più importante risultato di cui aveva bisogno per tenere vive le speranze di andare agli ottavi. Oltre ai tre punti, la squadra di Pioli trova anche grande consapevolezza nei propri mezzi, dopo una prestazione eccellente non solo dal punto di vista tattico, ma anche e soprattutto sotto il profilo dell’attenzione e della personalità. I rossoneri tengono botta sia fisicamente che mentalmente, resistendo alle provocazioni degli avversari.
Grazie alla vittoria del Liverpool sul Porto, il secondo posto in classifica è ancora in bilico e verrà definito solo all’ultima giornata, quando il Milan ospiterà gli inglesi e avrà ancora una volta un solo risultato, la vittoria. Anche l’Atletico è chiamato però a battere i lusitani in trasferta, se non vuole addirittura correre il rischio di finire ultimo nel girone e, dunque, fuori anche dall’Europa League.