La settimana europea continua a riservare emozioni, spettacolo e risultati a sorpresa. Barcellona ed Eintracht Francoforte non sono da meno e regalano una partita incredibile e con tanti gol. Ad avere la meglio al “Camp Nou” sono i tedeschi, che si impongono per 2-3. Dopo 90 minuti di dominio totale degli ospiti, portatisi avanti col triplo vantaggio, la squadra di Xavi esce dal suo stato di annichilimento solo nel recupero. Nei 9 minuti di extra time, però, i blaugrana trovano il gol due volte e vengono fermati soltanto dal fischio finale dell’arbitro Dias. L’orgoglio non basta ai catalani per evitare l’eliminazione. Gli uomini di Glasner compiono l’impresa e andranno ora ad affrontare il West Ham nella semifinale di Europa League. Non resta dunque che approfondire quanto Barcellona ed Eintracht hanno mostrato, attraverso la nostra analisi tattica. Cominciamo, come sempre, dalle formazioni.
Padroni di casa in campo col 4-3-3. Ter Stegen tra i pali, difesa con il recuperato Mingueza terzino destro, Araujo, che torna a fare il centrale accanto ad Eric Garcia e Jordi Alba a sinistra. Busquets a dirigere le operazioni in mezzo al campo, affiancato dai canterani Pedri e Gavi. In avanti, Aubameyang riferimento centrale, con Ferran Torres e Dembelé larghi.
Gli ospiti rispondono col consueto 3-4-2-1. Trapp in porta, Hinteregger a guidare la difesa insieme a Touré e Ndicka. Kostic e Knauff sugli esterni, con Jakic e il veterano Rode a centrocampo. L’unica punta è Borré, supportato alle spalle dai trequartisti Kamada e Lindstrom.
Primo tempo: troppo Eintracht per un Barça che gira a vuoto
Se c’è una costante dell’analisi tattica di Barcellona-Eintracht è che i tedeschi mettono in campo il doppio dell’intensità, della determinazione e della voglia rispetto ai catalani. Questa è sicuramente l’arma vincente, grazie alla quale, insieme ad un eccellente repertorio tecnico e a una importante organizzazione, la squadra di Glasner riesce a dominare per 90 minuti. Fin dalle primissime battute, il Francoforte fa capire che non è venuto in Catalogna per una gita pre-pasquale. Anzi, l’approccio è all’insegna dell’aggressività, andando subito a pressare in avanti gli uomini di Xavi. Tanti giocatori occupano la metà campo avversaria e, appena recuperata palla, sono pronti a colpire.
Passano, infatti, appena 2 minuti e Lindstrom viene steso in area da Eric Garcia: è rigore. Dal dischetto, Kostic non fallisce e porta in vantaggio i suoi. Il Barcellona è colpito a freddo, sia dal punto di vista tecnico che mentale. E infatti la reazione blaugrana è molto tardiva e si affida ad un giro palla lento che non produce sbocchi. Ciò è anche merito dell’organizzazione tattica dei tedeschi, che in fase di non possesso si dispongono con un serrato e ordinato 5-4-1. Kostic e Knauff si abbassano sulla linea difensiva, mentre Kamada e lo stesso Lindstrom arretrano e si posizionano ai lati dei due centrocampisti centrali. Questo castello difensivo impedisce al Barça di trovare spazio tra le linee e in profondità. Non a caso, tra gli uomini più in difficoltà nell’entrare in partita ci sono le due mezz’ali Gavi e Pedri, che rimangono quasi sempre imbottigliati nel traffico.
Gli unici riferimenti a cui possono affidarsi gli uomini di Xavi sono invece i due esterni offensivi. A destra Dembelé si dimostra molto ispirato e intraprendente con i suoi dribbling. A sinistra Ferran Torres prova a far emergere le proprie qualità in velocità. Non arrivano però né rifornimenti per Aubameyang, né conclusioni nello specchio della porta, eccezion fatta per un tentativo di Araujo sugli sviluppi di una palla inattiva. La squadra di Xavi non riesce ad avvolgere i tedeschi, limitandosi ad un dominio territoriale improduttivo. Anche gli esterni bassi incidono poco. Jordi Alba gioca molto più avanti rispetto a quanto non faccia Mingueza dall’altra parte. Il primo non trova spazi, mentre il secondo non spinge mai, lasciando Dembelé a dover fronteggiare da solo almeno 3 uomini.
I problemi dei blaugrana non finiscono però qui. All’incapacità di produrre azioni offensive degne di nota, infatti, si affianca anche l’estrema pericolosità delle ripartenze dei tedeschi. Glasner può contare su giocatori offensivi che abbinano un’eccellente tecnica individuale ad una grande velocità e propensione alla corsa. In più possono contare su un centravanti, Borré, molto generoso, sempre al servizio della squadra. Anche il colombiano però, sa il fatto suo e al minuto 36 sfodera un destro micidiale dalla distanza che porta i suoi sullo 0-2. Il Barcellona è in totale balìa dell’avversario. I cenni di cedimento sono evidenti quando anche Busquets comincia a perdere palloni e a sbagliare tecnicamente. Nel frattempo, Kostic, Knauff e Lindstrom fanno il bello e il cattivo tempo contro una difesa incapace di reagire e di opporsi alla loro velocità.
Secondo tempo: l’Eintracht scrive la storia, ma che brividi nel finale
Nella ripresa, si assiste subito a una mossa di Xavi. L’allenatore spagnolo necessita di qualità a centrocampo, per questo manda subito dentro F. De Jong per Pedri. L’olandese va ad occupare la posizione di mezz’ala destra e la squadra sembra beneficiare del suo ingresso. I suoi continui movimenti ad attaccare tra le linee, infatti, aprono maggiori spazi a Dembelé per sfondare esternamente nell’uno contro uno. In più, apporta quella velocità e qualità nell’esecuzione per provare a scardinare il castello difensivo tedesco. Anche se continuano a latitare conclusioni nello specchio della porta, quanto meno i blaugrana si rendono più vivi e arrivano più facilmente a mandare il pallone in area. Aubameyang, però, non è nella sua serata migliore.
Il Barça insiste ancora nel portare tutti i propri effettivi nella metà campo avversaria, ma si espone, al tempo stesso, alle letali ripartenze del Francoforte. Kostic e Lindstrom sono delle autentiche spine nei fianchi della retroguardia catalana. Il divario in velocità con i terzini spagnoli è infatti impietoso. Anche a questo Xavi prova a porre rimedio affidandosi alla panchina. Dopo un’ora di gioco, dentro Adama Traoré e Dest per Aubameyang e Mingueza. Il primo si colloca da ala destra, mandando Dembelé a sinistra e con Ferran Torres punta centrale. Il secondo gioca da esterno basso, per garantire quelle sovrapposizioni che sono mancate nella prima frazione. Difensivamente, però, la musica non cambia.
Kostic continua ad essere un tarlo sulla corsia mancina e al minuto 67 trova nuovamente gloria personale. Diagonale a incrociare di sinistro ed è 3-0 per l’Eintracht. A questo punto, Xavi non ha più nulla da perdere e sbilancia al massimo la squadra. Dentro una punta, L. De Jong, e fuori un difensore, Garcia. Barça a trazione ultra anteriore con una sorta di 3-3-4, con Araujo centrale unico e Alba e Dest che stringono le loro posizioni. A 10 minuti dal termine, entra anche Depay per Ferran Torres. Mentre nel Francoforte c’è spazio per Hauge e Hrustic al posto di Lindstrom e Rode.
Analisi tattica Barcellona-Eintracht: i 9 interminabili minuti di recupero
Il Barcellona, che per 90 minuti dimostra di avere poche idee, affronta gli scampoli finali di puro orgoglio. Qualsiasi schema tattico salta, si cerca solo insistentemente la palla dentro per accorciare le distanze. Uno dei più attivi è Busquets, che prima si vede annullare un gol dal Var per fuorigioco. Poi, nel primo minuto di recupero, è autore della splendida rete che riapre improvvisamente il match, con un destro di contro balzo.
Xavi prova a sfruttare l’inerzia a suo favore e con un Eintracht tutto rannicchiato dietro, porta Araujo da centravanti aggiunto, con Busquets ultimo uomo. I catalani sono in pieno delirio emotivo e ricercano insistentemente le proprie torri nell’area. Al minuto 99, L. De Jong, combattendo in uno di questi tanti duelli aerei, viene abbattuto da un intervento in ritardo di Ndicka. È rigore per i padroni di casa ed espulsione per somma di ammonizioni per il difensore francese. Depay si incarica di battere il penalty, che viene prima parato da Trapp, poi il pallone va a sbattere sulla traversa e varca faticosamente la linea di porta. È 2-3, ma non c’è nemmeno il tempo di riprendere il gioco a centrocampo. L’Einracht Francoforte è in semifinale di Europa League.
Analisi tattica Barcellona-Eintracht: le considerazioni finali
Come ormai accade di recente, il Barcellona subisce un’altra pesante sconfitta casalinga nelle competizioni europee. Il sussulto d’orgoglio nel finale evita solo un passivo peggiore. D’altronde, una squadra che approccia così passivamente la sfida di ritorno, dopo una gara d’andata altrettanto difficile, non poteva cavarsela con un arrembaggio nel recupero. Questa disfatta rappresenta sicuramente il momento più doloroso di quest’avventura di Xavi sulla panchina blaugrana, anche perché i catalani erano dati per favoriti nella conquista del trofeo. Evidentemente non è così, perché, come sottolineato già nell’incipit di questa analisi tattica di Barcellona-Eintracht, per voglia, intensità e determinazione il duello è stato impari. E non ci sono numeri o punti che possano quantificare questo divario.
I tedeschi, invece, centrano l’obiettivo semifinale, come già successo nell’edizione 2018/2019. Anche allora l’avversaria in questo turno della competizione era una squadra inglese, il Chelsea. Storia a parte, è doveroso spendere alcuni pensieri su questo gruppo. Già, perché uno dei (tanti) segreti degli uomini di Glasner è lo spirito di squadra, di collettivo che è particolarmente evidente nei giocatori offensivi. Talenti come Lindstrom, Kamada, Knauff, Kostic mettono sempre a disposizione tutte le proprie energie per la squadra. Si sacrificano, danno una mano in copertura, tengono la posizione. E poi, ovviamente, si caricano il peso dell’attacco, concentrandosi a sfruttare ogni occasione, ogni spazio concesso o creatosi per colpire. Un’alchimia costruita a meraviglia per continuare a tenere vivo il sogno, dato che sono ancora imbattuti e viaggiano a gonfie vele in questa Europa League.