Si chiude con un pareggio per 1-1 il ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Bayern Monaco e Manchester City, oggetto della nostra analisi tattica. In virtù del successo dell’andata, la squadra di Guardiola avanza alle semifinali, dove incontrerà nuovamente il Real Madrid, come nella passata stagione. I bavaresi, invece, vengono eliminati a questo punto della competizione per il terzo anno di fila. Davanti al caldissimo pubblico dell'”Allianz Arena”, però, i padroni di casa danno prova di cuore e voglia, lottando fino all’ultimo minuto. Gli ospiti, pur giocando in maniera non brillantissima riescono a portarsi avanti al 57°, con la solita combo vincente: assist di De Bruyne e gol di Haaland. Al minuto 83, risponde Kimmich su rigore. Scopriamo insieme lo sviluppo di questo intenso Bayern Monaco-Manchester City attraverso l’analisi tattica. Cominciamo, però, come sempre dalla presentazione delle formazioni.
Tuchel presenta due novità rispetto ad una settimana fa nel suo 4-2-3-1. La prima è la presenza di Cancelo come terzino sinistro a completare la linea difensiva a protezione di Sommer composta da Pavard e dalla coppia centrale con Upamecano e De Ligt. In mediana, ovviamente agiscono Kimmich e Goretzka. La seconda modifica riguarda, invece, il reparto avanzato. Il tecnico tedesco lancia dal primo minuto un vero centravanti, Choupo-Moting, recuperato in extremis. A supportarlo alle spalle il tridente composto da Sané, Musiala e Coman.
Guardiola conferma in blocco nel 4-3-3 gli stessi 11 della sfida in terra inglese. In porta Ederson, retroguardia schierata con quattro difensori centrali di ruolo, in cui Akanji ed Aké fungono da esterni bassi, mentre al centro giocano Dias e Stones. In mezzo al campo l’inamovibile Rodri, affiancato da De Bruyne e Gudogan. Davanti, Haaland è la prima punta, con Bernardo Silva e Grealish larghi.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester City: primo tempo di fattura bavarese
Il tema dell’analisi tattica di Bayern Monaco-Manchester City non ha nulla a che vedere con quanto visto nel primo confronto tra le due. La squadra di Tuchel poteva difficilmente fare peggio, certo, però, conscia di dover superare un’impervia montagna, approccia con grande determinazione. I bavaresi fanno la partita e costringono gli uomini di Guardiola a soffrire per diversi tratti di gara. Ciò in virtù della preparazione di entrambe le fasi di gioco.
Iniziamo da quella di non possesso. I tedeschi portano un pressing molto alto e feroce per soffocare il giro-palla dei Citizens. Mentre Choupo-Moting viene lasciato solo nell’ostacolare la costruzione dal basso tra i difensori, i tre trequartisti rimangono stretti per non concedere imbucate centrali. L’obiettivo è quello di ingabbiare i due registi inglesi, Rodri e Stones, che lascia la linea per affiancare lo spagnolo nel 3-2-4-1 di Guardiola.
A questo punto, l’unico modo per uscire è quello di lanciare lungo verso Haaland, sul quale però De Ligt applica una marcatura ferrea. Oppure aprire il gioco sugli esterni, che vengono incontro, in particolare Bernardo Silva, o sulle mezz’ali che si aprono. Anche in questo caso, gli uomini di Guardiola trovano la strada chiusa. Ciò perché la pressione a uomo costringe i giocatori inglesi a dover scaricare sempre palla all’indietro, senza nessuna opportunità di poter puntare l’avversario. A portare, poi, ulteriore fisicità ed efficienza in copertura, ci sono i numerosi interventi di Kimmich, in particolare contro De Bruyne, e il grande sacrificio in ripiegamento di Musiala.
L’effetto di questa organizzazione del Bayern Monaco è quello di impedire al Manchester City di muovere palla con le consuete fluidità e qualità. Gli unici momenti in cui la squadra di Guardiola riesce a salire col baricentro coincidono con sporadici sprazzi in cui i bavaresi rifiatano. Ma solo dopo i primi 20 minuti di martellante aggressione tedesca, che frutta diversi recuperi da cui hanno origine pericolose situazioni in ripartenza. Non a caso, l’azione più importante degli ospiti, il rigore sbagliato da Haaland, arriva solamente al minuto 35.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester City: le mosse offensive dei padroni di casa
Veniamo ora al secondo aspetto di cui ci stiamo interessando in questa prima parte dell’analisi tattica di Bayern Monaco-Manchester City: la fase di possesso dei bavaresi.
Dovendo recuperare 3 gol, la squadra di Tuchel è chiamata a portare una continua spinta offensiva. A tale scopo, i due terzini partecipano molto all’azione, sovrapponendosi alle ali e costringendo Bernardo Silva e Grealish a profondi ripiegamenti. Mentre il portoghese dimostra la consueta diligenza, l’ex Aston Villa è invece più pigro quando si tratta di correre all’indietro. Ciò consente ai padroni di casa di trovare terreno fertile da quella parte, dove il povero Aké si ritrova in inferiorità numerica e contro un cliente scomodissimo.
Sull’out di destra, infatti, agisce Coman, che fa impazzire per tutta la prima frazione il difensore olandese. Cerchiamo di capire come. Il Manchester City lascia che a impostare siano i due centrali di difesa tedeschi. Schierandosi senza palla con un ordinato 4-4-2, Guardiola preferisce che Haaland e De Bruyne si preoccupino più di schermare i due centrocampisti, per cui raramente si alzano in pressione su Upamecano e De Ligt. In prima uscita, i difensori tedeschi trovano l’appoggio degli uomini offensivi che vengono incontro. Se si abbassa Choupo-Moting, è Musiala prenderne la sua posizione. Se invece questo movimento di palla dietro-palla avanti viene effettuato sulla destra, arrivano dolori per gli ospiti.
Dopo aver fatto la sponda, infatti, Coman attacca la profondità a velocità siderale, contro la quale Aké non può letteralmente nulla. Questi problemi durano per una buona metà di tempo, finché Tuchel non decide di invertire il francese con Sané.
Il Bayern disputa un’ottima prima frazione, ma deve fare i conti con due problemi non da poco. La finalizzazione insufficiente e gli svarioni di Upamecano in difesa.
Secondo tempo: il Manchester City va in vantaggio, ma il Bayern Monaco non molla
Nella ripresa, la trama dell’analisi tattica di Bayern Monaco-Manchester City non cambia. Gli ospiti provano a portare una pressione più alta, ma i bavaresi trovano lo stesso delle vie d’uscita. Importante in questo senso è Kimmich, che nonostante la marcatura di De Bruyne e Haaland si assume la responsabilità di avviare la manovra. Tuttavia, gli assalti dei bavaresi raggiungono eccessi non tollerabili per la propria fase difensiva.
Al minuto 57, un’ennesima devastante azione di Coman viene sventata da una smanacciata di Ederson. Nel tentativo di ripulire l’area, Stones spedisce la palla a metà campo, trovando un succulento due contro due. Haaland vince il duello aereo con De Ligt, fa recapitare la palla a De Bruyne e scatta in avanti con la sua consueta cattiveria. Il belga lo innesca in verticale, lanciandolo davanti alla porta, complice anche la goffa caduta di Upamecano. Davanti a Sommer, il numero 9 tira una sassata che porta in vantaggio la squadra di Guardiola.
Nonostante l’operazione rimonta subisca una brusca complicazione, il Bayern non molla di un centimetro. Al minuto 63, Tuchel dà nuova energia alla fascia mancina mandando dentro Mané e Davies ai posti di Cancelo e Sané. Pochi minuti dopo, invece, il tecnico catalano perde Aké per un problema muscolare, prontamente sostituito da Laporte.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester City: l’ultimo quarto di gara
I padroni di casa continuano a premere con la consueta pericolosità, spinti dalla vitalità dei nuovi innesti e dal giovane Musiala, che riesce a ricevere palla alle spalle di Rodri per poter poi ispirare l’azione negli ultimi 20 metri. Al 71°, però, il talento tedesco lascia il campo assieme a Choupo-Moting per far spazio a Muller e al classe 2005 Tel.
Con Coman e Davies a garantire l’ampiezza e tanti giocatori freschi bravi a riempire l’area, il Bayern lancia l’assalto finale, premiato al minuto 82 con la conquista di un calcio di rigore. Dal dischetto Kimmich non fallisce e riporta il punteggio in equilibrio.
Preoccupato delle difficoltà dei suoi e dell’entusiasmo mai domo dei bavaresi, Guardiola non fa prigionieri. Dopo aver mandato dentro Álvarez per Haaland, a due minuti dal 90°, il tecnico catalano si copre con Walker, che prende il posto di De Bruyne. Gli inglesi concludono la loro partita disposti con un 5-4-1, per arginare le emorragie sulle corsie laterali.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester City: le considerazioni finali
Dopo quattro successi in altrettante sfide e nessun gol concesso nelle partite casalinghe di questa Champions League, il Bayern Monaco esce con un pareggio frutto però di una prestazione convincente. Quella che è mancata all’andata, perfetta esemplificazione del momento particolare della seconda parte di stagione dei bavaresi. Dall’esonero di Nagelsmann alla lite Mané-Sané, il club tedesco più blasonato ha smarrito quegli equilibri interni che avrebbero potuto portare ad affrontare quest’ultimo mese con maggiore serenità.
Il Manchester City, invece, esce colmo di gioia per il passaggio alle semifinali, ma anche con un filo di tensione per una partita molto complicata. Se non altro, la squadra di Guardiola dimostra di saper soffrire, una situazione a cui i Citizens non sono abituati, o che comunque vivono in rarissimi casi. Questo è uno step importante per gli uomini del catalano, a maggior ragione considerando la prossima avversaria, vera maestra della lettura dei momenti e a cui non si può concedere nulla.