Termina con un pirotecnico 4-3 una delle sfide più attese di questa prima giornata di Champions League tra Bayern Monaco e Manchester United, di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Una delle grandi classiche del calcio europeo non può che regalare spettacolo e tanti gol, anche se l’avvio di gara è stato tutt’altro che memorabile. I padroni di casa battono due colpi decisi attorno alla mezz’ora, incanalando la partita sui propri binari. Al minuto 28 è Sané a sbloccare il match con la complicità di un inguardabile Onana. Appena 4 minuti dopo, Gnabry firma il raddoppio. Nella ripresa arrivano finalmente segnali dagli ospiti, che accorciano le distanze con Højlund al 49′. Si tratta però di una gioia vana, dato che al 52′ il fallo di mano di Eriksen in area viene punito col calcio di rigore, successivamente trasformato da Kane.
La partita procede col dominio schiacciante dei bavaresi, ma tra il minuto 88 e il recupero, arrivano addirittura altri 3 gol. Due di questi portano la firma di Casemiro, intervallati dal poker tedesco siglato dal neoentrato Tel. Prepariamoci a rivivere i momenti salienti di questo Bayern Monaco-Manchester United attraverso la nostra analisi tattica. Prima, però, diamo una rapida occhiata alle scelte di formazione dei due allenatori.
Entrambe scendono in campo con un 4-2-3-1. Nei padroni di casa c’è Ulreich tra i pali, linea difensiva con i terzini Davies e Laimer e coppia centrale formata da Kim e Upamecano. A protezione della retroguardia agiscono Kimmich e Goretzka. In attacco, l’unico riferimento è Kane, supportato alle spalle da Musiala e dagli esterni Sané e Gnabry.
Gli ospiti rispondono con Onana in porta, Lindelof e Martínez in mezzo con Dalot e Reguilón sulle fasce. In mezzo al campo, Eriksen affianca Casemiro, mentre il tridente composta da Rashford, Bruno Fernandes e Pellistri si predispone in appoggio a Højlund.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester United: due guizzi dei bavaresi svegliano un primo tempo altrimenti soporifero
L’analisi tattica di Bayern Monaco-Manchester United ci presenta due squadre che, schierandosi col medesimo modulo, tendono a comportarsi in maniera simmetrica (ad esempio la costruzione a 3 dietro, con uno dei centrocampisti che si abbassa sulla linea dei centrali). Entrambe, infatti, provano a portare tanta pressione sui portatori di palla, predisponendo delle marcature ad hoc per limitare la fase d’impostazione avversaria. Sotto questo punto di vista, gli ospiti sono particolarmente ben organizzati.
Gli inglesi lasciano l’iniziativa ai padroni di casa, ma sono ben attenti ad orientare l’uscita su una determinata zona del campo. Bruno Fernandes prende in consegna Kimmich, mentre Højlund va a schermare Goretzka. Pellistri resta in linea coi centrocampisti per tenere d’occhio Davies e Rashford stringe per pressare Upamecano. A questo punto, è chiaro che sia il terzino destro Laimer l’uomo individuato da Ten Hag come anello debole della fase di costruzione. L’austriaco gode sempre di tanta libertà, sia perché Rashford, come appena detto, è impegnato altrove, sia perché non trova opposizione da parte dell’omologo opposto, tenuto basso dalla presenza di Sané. Dai piedi dell’ex Salisburgo passa dunque l’uscita palla dei bavaresi, che quasi sempre poi sfocia in una verticalizzazione per lo scatto del classe ’96.
Tra errori tecnici non forzati e un ritmo particolarmente basso, però, il Bayern finisce per non costruire praticamente nulla e non fa arrivare neanche un tentativo dalle parti di Onana per più di 20 minuti. Dal canto suo, invece, lo United si rende pericoloso grazie alle combinazione sulla propria fascia sinistra fra Rashford e Reguilón. Sané aiuta poco dietro e così il povero Laimer ha il suo bel da farsi contro due giocatori molto più veloci di lui. Soltanto i raddoppi tempestivi di Upamecano evitano che gli inglesi prendano il sopravvento da quella parte.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester United: si sblocca la gara
Per il Bayern Monaco urge un cambiamento per riuscire finalmente a innescare con qualità i propri attaccanti e mettere alle corde il Manchester United ed è esattamente ciò che andiamo a sottolineare a questo punto dell’analisi tattica. Falliti i tentativi, anche frettolosi, di trovare gli esterni offensivi in profondità, la chiave per scardinare la difesa inglese è coinvolgere sia Kane che, soprattutto, Musiala. Il primo viene molto incontro a legare il gioco coi compagni. Il secondo, invece, se imbeccato tra le linee, ha tecnica e velocità per spaccare in due il centrocampo avversario e creare superiorità numerica.
Al minuto 28, Sané trova la prima combinazione tutta palla a terra col proprio centravanti. Triangolazione rapida e sinistro di prima intenzione dell’ex City sul quale Onana fa una papera di quelle grossolane. I padroni di casa passano in vantaggio al primo tiro della propria partita.
Il gol non sblocca soltanto il risultato, ma libera anche i bavaresi da ogni tipo di pressione e cominciano finalmente a giocare a tutto campo, anche a sinistra, dove Davies fa sentire la propria presenza con una paio di scorrerie. A illuminare il gioco tedesco è però ancora una volta Musiala, che al minuto 32, si rende protagonista di una percussione palla al piede fin dentro l’area, conclusa con sterzata su Dalot e assist all’indietro per Gnabry. Anche il numero 7 va per la conclusione mancina diretta e insacca la palla all’angolino basso lontano dove Onana non può arrivare.
Il Bayern conclude la prima frazione di gioco in totale controllo tecnico, territoriale e mentale. La sensazione è che possa arrivare in porta con irrisoria facilità ogni volta che prema sull’acceleratore. Lo United, invece, sembra una squadra spaesata, totalmente sparita dal campo appena subito il primo gol e senza un leader tecnico ed emotivo che possa scuotere i compagni, trascinarli e trasmettere loro energia. Rashford va a intermittenza, Højlund non ha quasi mai visto il pallone e Pellistri, per quanto s’impegni con grande generosità, non riesce ad essere incisivo davanti.
Analisi tattica Bayern Monaco-Manchester United, il secondo tempo: festival del gol
Nella ripresa, il copione dell’analisi tattica di Bayern Monaco-Manchester United si apre verso una partita ormai pronta ad esplodere. Tutto merito degli ospiti, che rientrano con ben altro appiglio. Eriksen si abbassa tra i centrali per avviare l’azione, permettendo così a Casemiro di spostare in avanti il proprio raggio d’azione. La posizione più alta del brasiliano viene subito messa a frutto al minuto 49, quando su un’azione insistita da sinistra col solito Reguilón, l’ex Real innesca Rashford in area che, a sua volta, serve Højlund. L’attaccante danese riesce a trovare il gol che accorcia le distanze grazie ad una deviazione di Kim.
L’entusiasmo inglese dura però pochissimo, dato che alla prima occasione in cui si riversano in avanti, i bavaresi trovano modo di colpire. Al minuto 52, sugli sviluppi di un corner, il colpo di testa di Upamecano viene intercettato dalla mano di Eriksen. L’arbitro, supportato dall’on field review, assegna il penalty, magistralmente trasformato da Kane, che porta i suoi nuovamente avanti di 2 reti.
Il rigore assesta un altro brutto colpo al Manchester, che ripiomba in uno stato di totale apatia e si espone al ludibrio calcistico del Bayern. I padroni di casa tornano a macinare gioco e occasioni in maniera massiccia, sfruttando le falle del centrocampo britannico. Casemiro ed Eriksen non ricevono il giusto supporto dai due esterni alti e vanno in balia della velocità e della tecnica dei vari Sané, Gnabry e, soprattutto, del solito sospetto Musiala. Il classe 2003 continua a galleggiare tra le linee indisturbato e, appena riceve palla, punta e salta qualunque avversario si ponga sulla sua strada.
Avendo la partita in controllo, Löw ne approfitta per dare riposo a qualche titolare e inserire energie fresche dalla panchina. Al 63′, arriva il turno di Coman che rileva Gnabry e va a posizionarsi sulla destra, con conseguente spostamento di Sané a sinistra. Pochi minuti dopo, Ten Hag risponde con McTominay per Eriksen. Il succo della partita però non cambia. Il Bayern strapazza lo United con un fitto palleggio, per poi accelerare improvvisamente negli ultimi 20 metri. Solo Onana evita la goleada con una serie di interventi decisivi. Gli ospiti si sbilanciano, senza comunque riuscire ad arrivare dalle parti di Ulreich. Nel frattempo, però, concedono enormi praterie per le ripartenze bavaresi.
Gli ultimi cambi e un finale di partita incredibile
Al minuto 80, il tecnico olandese si gioca anche le carte Garnacho e Martial, rinnovando profondamente l’attacco. Escono infatti sia Pellistri che Højlund. Lo spagnolo si va a posizionare sulla sinistra, mentre Rashford passa a destra. Il francese funge da punta centrale. Anche i bavaresi completano il ricambio offensivo, prima con Choupo-Moting per Musiala, poi con Muller e Tel per Kane e Sané.
I nuovi innesti fanno bene allo United, che al minuto 88 accorcia ancora le distanze col solito Casemiro, che da terra con caparbietà riesce a indirizzare il pallone in porta. Lo stesso vale però anche per i padroni di casa, dato che al 92′, Tel, perfettamente imbeccato in verticale da Kimmich, va a segno con una conclusione ravvicinata sulla quale Onana non può nulla. Quando la partita sembra ormai volgere al suo inevitabile epilogo, Casemiro si fa ancora vivo per guastare i piani dei bavaresi, trovando di testa, al minuto 95, la rete del definitivo 4-3.
Bayern Monaco-Manchester United, le considerazioni finali
Concludiamo questa nostra analisi tattica di Bayern Monaco-Manchester United con alcune riflessioni. I tedeschi si rendono protagonisti di una notevolissima prova di forza e confermano di avere un arsenale offensivo davvero devastante. Non a caso, ha già totalizzato 15 marcature nelle ultime 5 partite, considerando tutte le competizioni. Per poter però ambire allo status di favorita per la vittoria finale, occorre registrare ancora qualcosina dal punto di vista difensivo. Sebbene con questi numeri in attacco riescano in ogni caso a potare a casa i 3 punti, lasciare margini di speranza agli avversari non è mai una buona idea, specialmente in Champions League.
Per quanto riguarda lo United, invece, vale un po’ ciò che abbiamo già detto nel corso della nostra analisi. E cioè una squadra carente dal punto di vista della leadership in campo, che è troppo discontinua nel corso dei 90 minuti, durante i quali alterna fasi di grande vitalità ed attenzione ad altre di distrazione totale, passività ed apatia. Non è un caso che quando il livello dell’avversario si alza (non pensiamo soltanto a stasera, ma anche alle varie Arsenal, Brighton e Tottenham) il Manchester crolli inesorabilmente sotto tutti i punti di vista. Sintomo di un gruppo che non è ancora maturo e che si lascia troppo travolgere dagli eventi.