Bielsa: l’allenatore più “Loco” del mondo

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Rosario, 21 luglio 1955, in una famiglia dell’alta borghesia Argentina nasce Marcelo Bielsa: l’allenatore più “Loco” del mondo. Suo fratello fu ministro degli esteri, e negli anni ’70 vive le torture della dittatura di Videla. Marcelo però è diverso, il suo obbiettivo è di vivere della sua passione: il calcio. Inizia la carriera da giocatore come difensore nella sua squadra del cuore, il Newell’s Old Boys. Non avrà molte soddisfazioni come calciatore e il suo ritiro a 25 anni ne è la prova. Qui però inizierà una delle avventure più belle della storia del calcio, quella del “Loco” Bielsa e della sua costante ricerca dell’innovazione. 

Inizio della carriera da allenatore

Esordisce come allenatore della prima squadra del Newell’s Old Boys, qui vincerà un campionato di Apertura e uno di Clausura, perde una finale di Coppa Libertadores ai rigori contro il San Paolo di Cafù. Gli verrà dedicato lo stadio, un riconoscimento più unico che raro che rende ancor più speciale il rapporto tra Bielsa e il club di Rosario. Si trasferisce all’Atlas e poi all’América in Messico, nel 1997 ritorna in Argentina tra le file del Vélez con cui vincerà un altro campionato di Apertura. In Europa si accorgono di lui, e l’Espanyol si assicura i suoi servizi, arriva però una chiamata inaspettata, una di quelle a cui non si può dir di no.

Le nazionali

Il “Loco” diventa nel settembre del 1998 allenatore dell’ Argentina. Con la sua nazionale arriva secondo in Coppa America e vince l’oro alle Olimpiadi di Atene. Il 15 settembre 2004 a sorpresa rassegna le dimissioni, d’altronde un viaggiatore ha sempre bisogno di qualcosa di nuovo, e lui non solo viaggia, ma sogna. Nel 2007 si mette alla guida del Cile, lo porta al mondiale del 2010 e, per la prima volta nella storia, riesce a fargli superare la fase a gironi. Con la nazionale cilena collezionerà 66 partite, di cui 34 vinte, un risultato eccezionale. 

Bielsa: l'allenatore più "Loco" del mondo

L’Europa

Marcelo decolla in direzione Spagna, la destinazione è Bilbao. Con l’Athletic raggiunge la finale di Coppa del Rey e di Europa League, ma le perde entrambe. In campionato i risultati non sono brillanti e così, nel giugno 2013 il club non rinnova il contratto. Bielsa si trasferisce in Francia, all’Olympique Marsiglia, e qui da sfoggio di tutte le sue doti da allenatore, con un calcio spumeggiante, a tratti pazzo come lui, sicuramente divertente e per lunghi tratti molto efficace. Rimane in vetta della Ligue 1 per molto tempo, un crollo nella seconda parte di campionato però, lo faranno arrivare quarto. L’8 Agosto 2015 anche qui a sorpresa, rassegna le sue dimissioni. Un anno dopo firma con la Lazio, appena dopo due giorni però si dimette, la motivazione sarebbe stata una mancanza da parte della società, rea di non aver rispettato alcune promesse. Passa quindi al Lille dove sarà licenziato per giusta causa. Aveva fatto visita ad un amico malato terminale in Cile senza il permesso del club, ed infine  passa al Leeds United. Qui compie una grande impresa riportando il team nella prima serie inglese a sedici anni di distanza, e vincendo il campionato per la quarta volta nella sua storia.

Aneddoti su Bielsa: l’allenatore più “Loco” del mondo

Nel 1987 Bielsa agli inizi della sua carriera da allenatore decide di partire. Sale sulla sua Fiat 147 percorre 24 mila chilometri e viaggia per tutta l’Argentina alla scoperta di nuovi talenti. Scopre molti giocatori tra i quali Sensini, Balbo, Pochettino e soprattutto Batistuta. Di lui “Batigol” dirà  “è stato come un padre, l’allenatore più importante della mia vita”. Si dice di lui che sia così ossessionato dal visionare gli avversari, da farsi installare un televisore sul golf car e sull’auto privata. Nel 2002, prima della coppa del mondo, si dice abbia visionato più di 7000 video, una vera ossessione, una ricerca e una cura del dettaglio senza eguali.

Marcelo è molto introspettivo, ragiona, studia e si dedica anima e corpo alla scoperta di se stesso e del calcio. Una volta passò tre mesi in un convento in compagnia solo dei libri, mesi di studio e di introspezione che gli hanno permesso ancor di più di crescere, come persona e come allenatore. Alla guida del Cile fece costruire un fossato per non permettere ai giornalisti e ai curiosi di visionare gli allenamenti. In una partita alla guida del  Newell’s obbligò il portiere a rinviare in fallo laterale, secondo lui infatti si recuperava più facilmente il pallone. Si dice che durante un periodo di inattività, alle 2 di notte svegliò la moglie e la servitù nella sua villa a Rosario per provare una disposizione tattica, perchè un uomo così non può stare senza calcio.

Bielsa: l'allenatore più "Loco" del mondo

Alcune citazioni sul “Loco”

Pep Guardiola disse di lui: “Per me Marcelo Bielsa è il miglior allenatore del mondo […]. Non importa se non ha vinto titoli, quel che conta è l’influenza che ha sui suoi giocatori, io ho una grande ammirazione nei suoi confronti per come riesce a migliorare gli elementi a sua disposizione”.

Batistuta invece di lui disse “Mi fece dimagrire, e quando finì la dieta mi portò nel suo ufficio, sotto la tribuna, e mi regalò un’intera scatola di alfajores: è stato come un padre, il mio primo vero allenatore e il più importante in tutta la mia formazione.”

Alcune frasi di Bielsa

“Il successo è deformante: rilassa, inganna, ci rende peggiori, ci aiuta ad innamorarci eccessivamente di noi stessi. Al contrario, l’insuccesso è formativo: ci rende stabili, ci avvicina alle nostre convinzioni, ci fa ritornare ad essere coerenti. Sia chiaro che competiamo per vincere, ed io faccio questo lavoro perché voglio vincere quando competo. Ma se non distinguessi ciò che è realmente formativo da quello che è secondario, commetterei un errore enorme.”  

“Sono a favore di un calcio più aggressivo e meno paziente. Perché? Perché sono ansioso di natura e perché sono argentino.”

«Mi piaceva leggere di Menotti e di Bilardo, ma non potevo comprare ogni giorno i 12 quotidiani che arrivavano a Rosario, così cominciai a gestire un’edicola in centro.»

“La vostra arma come giornalisti è la parola scritta. La mia è la parola “parlata”. Io utilizzo 50 frasi per costruire e rendere chiaro un solo concetto. Così dopo voi dovete mettere tutto questo in una riga.” 

“Tutti sappiamo quando un giocatore è bravo o scarso. Il vero merito di un tecnico è capire quando un giocatore che sembra normale può diventare davvero bravo. Un buon allenatore è quello che porta il giocatore ad esprimere il massimo del suo potenziale, o a scoprirlo quando ancora nessuno lo ha fatto.”

“Nelle risse di strada ci sono due tipi di persone: quelli che vedono il sangue e si spaventano e quelli che vedono il sangue e danno tutto fino a uccidere l’altro. Bene, io vengo da fuori e sento odore di sangue”. 

Questa è la storia di Bielsa: l’allenatore più “Loco” del mondo.

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