Il Milan risponde alle altre big e vince per 2-0 in casa del Bologna nel posticipo serale del lunedì che chiude la prima giornata di campionato e di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. La squadra di Pioli costruisce il successo grazie ad un sontuoso primo tempo, in cui emergono i valori tecnici del suo arsenale offensivo. Rossoneri subito avanti col solito Giroud al minuto 11 e raddoppio firmato da uno dei nuovi acquisti del mercato estivo, Pulišić, con un bolide poderoso. Soltanto nella ripresa e complice qualche aggiustamento, gli uomini di Thiago Motta mostrano più vivacità, rendendo la partita più aperta e imprevedibile.
Andiamo a compiere il nostro consueto viaggio tra le pieghe di questo Bologna-Milan attraverso la nostra analisi tattica. Prima, però, diamo un breve scorcio alle formazioni messe in campo dai due allenatori.
I padroni di casa si presentano confermando il 4-2-3-1. Il comparto arretrato viene riproposto con buona parte del blocco della scorsa stagione, con Skorupski tra i pali e linea difensiva composta dagli esterni Lykogiannis e Posch e dalla coppia centrale col neoacquisto Beukema ad affiancare Lucumí. A protezione della retroguardia agiscono inizialmente Moro e Domínguez. L’unica punta è Zirkzee, supportato alle spalle da Aebischer e dagli esterni alti Ferguson e Ndoye.
Gli ospiti rispondono col 4-3-3. Anche qui nessuna novità rispetto ad un anno fa per quanto concerne il reparto di dietro. Maignan in porta, Calabria e Theo larghi e in mezzo il tandem Thiaw-Tomori. In cabina di regia c’è Krunić, affiancato dalle mezz’ali Loftus-Cheek e Reijnders. Davanti, tridente pesante con Giroud riferimento centrale e Leão e Pulišić ai lati.
Analisi tattica Bologna-Milan, primo tempo: strapotere rossonero
La prima frazione della sfida tra Bologna e Milan presenta un copione dell’analisi tattica piuttosto definito. Al netto della traversa colpita dagli emiliani dopo appena 20 secondi con Lykogiannis, i rossoneri mettono fin da subito le cose in chiaro, iniziando a carburare progressivamente. La squadra di Thiago Motta cerca di non concedere spazi, soprattutto centralmente, predisponendo una serie di marcature a uomo.
Gli ospiti impostano con una difesa a 3 in cui Theo parte leggermente più dentro al campo, mentre Calabria si alza a fare il centrocampista aggiunto vicino a Krunić. A loro è affidata la prima costruzione, ma devono fare i conti con Ferguson, che prende l’unico italiano partente titolare nei rossoneri, e Domínguez, che invece si alza sul bosniaco. La risposta degli uomini di Pioli a questo atteggiamento aggressivo del Bologna passa dalla posizione delle due mezz’ali. Sia Loftus-Cheek sul centro-destra che soprattutto Reijnders sul centro-sinistra, occupando i corridoi intermedi, accompagnano l’azione. Il giocatore sul lato forte offre supporto all’esterno, mentre quello dal lato debole va a riempire l’area. In questo modo, il Milan può sempre contare su almeno 5 giocatori in fase offensiva.
Per permettere a questo arsenale di scatenare il proprio potenziale divengono fondamentali le combinazioni tra i vari interpreti. In particolare, Giroud gioca tanto con i compagni, lavorando di sponda e ripulendo i palloni che arrivano in avanti, consentendo in tal modo ricezioni pulite ai compagni. A questo punto, la superiore qualità di Leão da una parte e Pulišić dall’altra fa la differenza. Soprattutto lo statunitense, protagonista in entrambe le azioni dei gol. Al minuto 11, la sua apertura trova l’inserimento di Reijnders. Il centrocampista olandese è lucido nel servire Giroud sul secondo palo, sorprendendo la pigra difesa bolognese. Davanti alla porta il francese non sbaglia.
Appena 10 minuti dopo, l’ex Chelsea si mette in proprio, chiude una triangolazione col numero 9 e fa partire una bordata di destro dal limite dell’area verso il palo lontano, che non lascia scampo a Skorupski.
Analisi tattica Bologna-Milan, le difficoltà della squadra di Thiago Motta
Fino a questo momento, la nostra analisi tattica si è concentrata tutta sul Milan, ma passiamo ora al setaccio la situazione del Bologna. I padroni di casa faticano sotto vari aspetti. Dal punto di vista difensivo, i terzini sono in grande difficoltà nel reggere l’uno contro uno con gli esterni alti rossoneri. Inoltre, la squadra presenta qualche difficoltà nel rimanere corta e compatta, dato che la difesa è costretta a stare bassa per la presenza di tanti avversari, mentre il reparto avanzato cerca di indirizzare una linea di pressing alto. Questa spaccatura manda a nozze i già citati protagonisti di Pioli, che con un bel po’ di spazio a disposizione, venendo a giocare dentro al campo, hanno facilità di ricezione e possibilità di esprimere tutte le proprie qualità.
Alla soccombenza sul piano difensivo si aggiungono poi le difficoltà a costruire azioni degne di nota. Il Milan è ben messo in campo e tutti gli effettivi partecipano alla fase di non possesso, per cui non è facile trovare varchi. In mancanza di guizzi da parte degli uomini più estrosi, come Ferguson e Ndoye (anche se entrambi fuori dalle loro posizioni ottimali), gli unici brividi scaturiscono da errori nella gestione del pallone da parte dei due centrali rossoneri, talvolta distratti e deconcentrati. Zirkzee si muove tanto, soprattutto incontro, ma viene rifornito poco dentro l’area. Solo nei minuti finali della prima frazione, complice una fase in cui i rossoneri rifiatano, con la spinta di Lykogiannis, i felsinei mostrano un po’ d’intraprendenza sul lato sinistro.
Analisi tattica Bologna-Milan, secondo tempo: segni di vita dai padroni di casa
Nella ripresa, il Bologna è chiamato ad avere un atteggiamento diverso, per cui Thiago Motta manda subito dentro Orsolini e risistema l’organizzazione tattica del tridente a sostegno di Zirkzee, come andiamo a spiegare a questo punto dell’analisi della partita col Milan. Tutti vengono collocati nelle proprie posizioni naturali. Il neoentrato va a destra, Ndoye viene spostato a sinistra, mentre Ferguson torna a fare il trequartista sotto punta. A differenza dello schieramento iniziale, Aebischer viene arretrato sulla linea mediana in luogo di Moro, uscito per far spazio al giocatore ascolano.
La nuova disposizione riesce a portare un po’ di brio ai padroni di casa, con un Orsolini subito pimpante, che approccia con voglia ed energia. Una presenza che finisce col costringere i rossoneri a guardarsi le spalle, sia da questo lato che dall’altro, dove Ndoye si trova nettamente più a suo agio. Spinto dalla necessità di riaprire il match, il Bologna si scopre, facendo alzare anche i terzini. Si aprono così ampi spazi per le ripartenze che ingolosiscono gli uomini di Pioli. Nella parte centrale del secondo tempo si finisce per assistere ad una partita sicuramente più veloce, ma al contempo anche frenetica e un po’ disordinata, con le squadre lunghe e continui capovolgimenti di fronte.
Per evitare che la gestione della gara sfugga dalla testa e dai piedi dei suoi, complice anche la stanchezza incombente, al minuto 72 il tecnico emiliano effettua addirittura un quadruplo cambio. Entrano Pobega, Chukweze, Kalulu e Okafor rispettivamente per Loftus-Cheek, Pulišić, Calabria e Giroud. Thiago Motta risponde invece con El Azzouzi per Domínguez. Fioccano chance da una parte e dall’altra, con Leão incontenibile da una parte e qualche disattenzione della retroguardia rossonera dall’altra. A pochi istanti dalla fine, il catalano si gioca il tutto per tutto mandando dentro anche Urbański, Corazza e van Hooijdonk. Di fronte al rinnovato attacco rossoblù, Pioli si copre con Kjaer per Thiaw, consolidando il successo.
Le considerazioni finali su Bologna-Milan
Concludiamo questa analisi tattica di Bologna-Milan con qualche considerazione. Molto bene i rossoneri per la qualità di gioco, la sicurezza tecnica e quella organizzativa che hanno messo in campo soprattutto nel primo tempo. Se proprio vogliamo trovare un difetto in questa prima uscita ufficiale della stagione, possiamo rinvenirlo nella non ottimale gestione di alcuni momenti. Già dopo aver acquisito il doppio vantaggio, si è palesata qualche défaillance difensiva che non sempre rimarrà impunita nel corso dell’anno. Col miglioramento della condizione questo dettaglio potrà essere levigato, ma almeno Pioli può iniziare a godersi una creatura che, nonostante i tanti volti nuovi, sembra aver già trovato una quadra con meccanismi abbastanza rodati.
La sconfitta del “Dall’Ara” mette in luce, invece, alcune falle degli emiliani. La partenza di Arnautović (a cui potrebbe seguire anche quella di Barrow) ha depauperato in maniera significativa il potenziale offensivo dei felsinei. Zirkzee, pur essendo un giocatore molto generoso, che si mette al servizio della squadra, non ha le caratteristiche tecniche e i numeri nelle corde per poter sopperire da solo a questa mancanza. In attesa che gli altri giocatori-chiave ritrovino il ritmo, in primis lo stesso Orsolini, urge qualche intervento sul mercato per non trasformare la bella favola costruita negli ultimi anni in un thriller con un finale sul filo del rasoio.