La Juventus si riscatta dopo il derby d’Italia e vince a Cagliari 1-2. I bianconeri agguantano il successo nella ripresa grazia alla rete di Vlahovic. La squadra di Allegri fatica e non poco, soprattutto dopo essere passata in svantaggio per il gol di Joao Pedro. Poco prima della fine del primo tempo, De Ligt riequilibra il punteggio. Gli uomini di Mazzarri perdono ancora, inguaiando ulteriormente la loro situazione di classifica. I punti di vantaggio sulla zona retrocessione sono, infatti solo 3, con Venezia e Genoa che devono però ancora disputare le loro gare. I sardi possono quanto meno confidare in una prestazione tutt’altro che sgradevole, come andiamo a vedere in questa nostra analisi tattica di Cagliari-Juventus. Cominciamo dalle formazioni.
Le due squadre si presentano in campo con uno speculare 3-5-2. Nei padroni di casa c’è Cragno tra i pali, difesa formata da Altare, Lovato e Carboni. Lykogiannis e Bellanova sugli esterni, mentre in mezzo al campo giocano Dalbert, Marin e Deiola. In attacco Joao Pedro e Pavoletti.
Gli ospiti rispondono col consueto modulo fluido, che solo inizialmente ha le sembianze di un 4-4-2. Szczesny in porta, Chiellini e De Ligt centrali, con Danilo e Pellegrini sugli esterni. Arthur e Zakaria a centrocampo, con Rabiot a sinistra e Cuadrado largo a destra. Davanti, Dybala a supporto di Vlahovic.
Primo tempo: Juve in grande difficoltà contro un Cagliari concentrato
Sotto il profilo dell’analisi tattica, i primi 45 minuti di Cagliari-Juventus ci regalano una partita dai ritmi molto bassi. I sardi cercano di rimanere compatti, difendendosi in maniera ordinata. Joao Pedro è in marcatura su Arthur quando imposta la Vecchia Signora. Dalbert, invece, esce su Danilo in prima battuta, salvo poi recuperare la posizione per assorbire il movimento di Zakaria. In fase d’attacco, invece, non si bada troppo all’estetica, andando a ricercare Pavoletti direttamente col lancio lungo.
Per quanto riguarda i bianconeri, come dicevamo, si dispongono con uno schema fluido. Il 4-4-2 presentato sulla carta, infatti, si rivela essere un 3-5-2. Danilo stringe la propria posizione, mentre Pellegrini avanza sulla linea dei centrocampisti. Di conseguenza, Rabiot converge, fungendo da mezz’ala sinistra. La squadra di Allegri muove tanto il pallone, con azioni prolungate e molti passaggi. Il lato forte, come sempre, è quello destro, con Cuadrado protagonista e Dybala che cerca la posizione defilandosi su quel lato. Piuttosto isolato, invece, Vlahovic, asfissiato dalla assillante marcatura di Lovato.
Il gioco però è molto lento e l’andamento della gara dei bianconeri è fotografato dalla prestazione molto opaca del proprio numero 10. La Joya sbaglia tanto e perde numerose volte il pallone. Al minuto 10, arriva l’errore sanguinoso. Marin gli strappa palla a metà campo e avvia il contropiede dei rossoblù sulla destra. Il rumeno serve in area Joao Pedro, che controlla e fa partire un gran destro sul palo lontano. Nulla da fare per Szczesny. È 1-0 per il Cagliari.
La reazione della Juventus è un po’ tardiva e non troppo efficace, a causa del lento giro palla. I sardi si difendono sempre con grande attenzione, tenendo le linee compatte. Gli ospiti portano tanti uomini nella metà campo avversaria e provano a sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti. O, verso la seconda metà del tempo, qualche conclusione da fuori dello stesso Dybala, che accentra il proprio raggio d’azione attaccando tra le linee. Solo al minuto 45, arriva il tanto agognato gol del pari, grazie all’intraprendenza di Cuadrado. Il colombiano sfrutta la sua abilità nell’uno contro uno e serve a De Ligt un cross morbido. Bravo l’olandese a coordinarsi e a colpire di testa, battendo Cragno e firmando l’1-1.
Secondo tempo: la Juventus va all’attacco e porta a casa il match
Nella ripresa, il tema dell’analisi tattica di Cagliari-Juventus non cambia. I sardi giocano prevalentemente una partita difensiva, con una particolare attenzione riservata a Vlahovic. Joao Pedro si rende prezioso venendo incontro a lavorare il pallone, ma la squadra rimane bloccata dietro. I bianconeri, invece, producono un elevato volume di gioco, ma senza guizzi e con poca verticalità. Arrivano raramente sul fondo e quindi, il centravanti serbo non riceve mai palloni per rendersi pericoloso. Il lato forte rimane sempre il destro, dato che a sinistra Pellegrini si fa vedere meno rispetto alla prima frazione di gioco.
Poche soluzioni anche dai centrocampisti. Arthur avanza la sua posizione per svincolarsi dalla marcatura di Joao Pedro. Zakaria si muove tanto, allargandosi o sovrapponendosi internamente a Cuadrado. Il Cagliari è molto basso e la Juventus finisce per schiacciarsi in avanti e non trovare spazi. Dybala continua a non trovare lampi per scardinare la retroguardia rossoblù. Con la gara piuttosto bloccata, i due allenatori provano a smuovere la situazione pescando dalla panchina. Nei padroni di casa entra prima Rog (al rientro dopo 15 mesi) per Dalbert, infortunatosi. Poi Pereiro al posto di uno stanco Pavoletti. Joao Pedro diviene di fatto il centravanti.
Negli ospiti, invece, spazio per Bernardeschi in luogo di Rabiot. La Juventus passa così al 4-2-3-1, col neoentrato che va a collocarsi sulla sinistra. Dybala passa stabilmente alle spalle di Vlahovic e, dietro, minaccia della sostituzione, inizia finalmente a giocare meglio. Gli effetti del cambio sono subito evidenti, perché l’attaccante serbo viene trovato maggiormente in verticale. E al minuto 75 trova anche la rete del 2-1, con l’argentino che imbecca il suo movimento tra Altare e Lovato. Il classe 2000 è poi fortunato e caparbio nel trovare la deviazione vincente.
Analisi tattica Cagliari-Juventus: gli ultimi 15 minuti di partita
La reazione allo svantaggio da parte del Cagliari c’è e si vede. Al minuto 79, Mazzarri manda dentro anche Keita e Obert per Deiola e Lykogiannis. Per l’assalto finale, i rossoblù si dispongono col 3-4-1-2, con Pereiro alle spalle delle due punte. Allegri risponde inserendo Kean al posto di Dybala, passando così al 4-3-3, col neoentrato largo a sinistra e Cuadrado più alto. Il copione dell’analisi tattica di Caglia-Juventus cambia, perché adesso sono i sardi a riversarsi in avanti e i bianconeri a difendersi e ripartire in contropiede.
I padroni di casa spingono e alzano il proprio baricentro. Rog e Marin spostano il loro raggio d’azione di diversi metri. Bellanova viene costantemente ricercato nell’uno contro uno sulla destra. Allegri percepisce le difficoltà dei suoi e cambia ancora. Al minuto 86, fuori Cuadrado e dentro Bonucci. Juve col 3-5-2, che, in fase difensiva, diventa un evidente 5-3-2, con il neoentrato al centro della retroguardia. Danilo e Pellegrini a tutta fascia, con Bernardeschi impiegato da mezz’ala sinistra. Il centrocampista della Nazionale ricopre un importante lavoro in copertura sui movimenti ad allargarsi di Pereiro da quella parte. Con un po’ di sofferenza, i bianconeri riescono alla fine a portare a casa i 3 punti.
Analisi tattica Cagliari-Juventus: le considerazioni finali
Non è bastato il ritiro in settimana al Cagliari per ritrovare le giuste connessioni. La squadra di Mazzarri viene da 5 sconfitte consecutive e da un momento veramente difficile. I rossoblù rischiano fortemente di ritrovarsi in fondo alla zona retrocessione al termine di questa giornata. Timido passo avanti rispetto alla trasferta di Udine, soprattutto sul piano della tenuta difensiva. Joao Pedro sembra aver ritrovato il fiuto del gol, dopo 2 mesi di digiuno. Ma per raggiungere la salvezza c’è bisogno di un’inversione di marcia di gran lunga più netta. Non sono più concessi errori ai rossoblù, a partire già dal prossimo turno, dove alla “Unipol Domus” arriverà il Sassuolo.
La Juventus, invece, risponde nella maniera più importante alla sconfitta contro l’Inter. I 3 punti conquistati in Sardegna sono fondamentali per consolidare il quarto posto e tenere la Roma a distanza. Il successo arriva dopo una prestazione non brillantissima, come aveva del resto già previsto Allegri alla vigilia. La svolta arriva cambio di modulo, all’insegna della coppia Dybala-Vlahovic. Il lavoro dell’argentino è imprescindibile per far giocare bene la squadra e, soprattutto, per permette al centravanti serbo di ricevere in situazioni pericolose. È, ancora una volta, lui l’uomo decisivo. La corsa al mantenimento del posto-Champions è sempre serrata e molto passa dal prossimo importantissimo impegno casalingo contro il Bologna.