Quel maledetto tardo pomeriggio di Reggio Emilia dello scorso 23 settembre sembra ormai lontanissimo. Dopo il 4-2 subito in casa del Sassuolo, corroborato dal festival dell’orrore difensivo, la Juventus sta viaggiando ad un ritmo eccezionale. Sono 7 i risultati utili consecutivi da allora, con un filotto di 5 successi di fila. Una sfilza di risultati straordinari che ha portato la Vecchia Signora a giocarsi il primo fondamentale scontro diretto con la capolista Inter subito dopo la sosta da seconda forza del campionato. Il successo sta chiaramente nella ritrovata solidità della retroguardia, che vanta 8 clean sheet in 12 giornate. Eppure c’è un dato che, se proprio non deve preoccupare, almeno fa un po’ riflettere sui segreti di questa cavalcata. Si tratta degli attaccanti, a digiuno ormai da più di un mese (gol di Milik nel derby del 7 ottobre). Allora sorge spontanea una domanda: chi sono i fautori nascosti di questo momento positivo? Oggi ne scopriremo alcuni: Rugani, McKennie e Cambiaso.
Non dei gioielli, sia chiaro, ma neanche 3 carneadi. Piuttosto, dei giocatori che si stanno mettendo a disposizione di allenatore e compagni e stanno dando un contributo notevole.
Juventus, la stagione di Rugani, Cambiaso e McKennie
Se non ci pensano gli attaccanti, dunque, dovranno essere gli altri ad assumersi maggiori responsabilità per guidare la Vecchia Signora alla vittoria. Tuttavia, se la tua squadra perde due potenziali pilastri del centrocampo come Pogba e Fagioli e le punte arrancano, appare ovvio che le alternative non siano poi così tante. Senza dimenticare i tantissimi giovani aggregati che, inevitabilmente, possono mancare di esperienza. Ed è così che giocatori del calibro di Rugani, Cambiaso o McKennie si trasformano da seconde scelte a veri e propri componenti fondamentali.
Il contributo dei 3 in queste ultime partite è risultato assolutamente indispensabile per l’economia del campionato bianconero. Non solo per i gol decisivi segnati, vedi quelli proprio di Cambiaso e Rugani, ma anche per la continuità di prestazione assicurata, come nel caso di McKennie.
Il difensore ex Empoli e Cagliari è già a quota 6 presenze in stagione, per un totale di 435 minuti disputati. Certo, la persistente condizione precaria di Alex Sandro e l’infortunio di Danilo hanno spalancato le porte della titolarità al nativo di Lucca, ma a 29 anni sembra ormai aver finalmente raggiunto quella maturità necessaria per meritarsi la fiducia dell’ambiente Juventus. Rugani sta avendo il grandissimo merito di essersi fatto trovare pronto nel momento del bisogno, mantenendo un rendimento davvero molto alto come mai gli era accaduto a Torino. Non soltanto il preziosissimo gol contro i sardi nell’ultimo incontro, ma soprattutto una concentrazione e un’attenzione encomiabili che non stanno facendo per nulla rimpiangere il capitano.
Sempre sul pezzo e nessuna sbavatura. Come dimostra il salvataggio di testa a Firenze nella ripresa per anticipare Nico Gonzalez, prontissimo a battere a rete.
Un tuttofare che in breve tempo si è tolto diverse soddisfazioni
Rimanendo nel pacchetto arretrato, oltre a Rugani (e, come vedremo a breve, McKennie) merita una menzione anche Andrea Cambiaso. Il ritorno alla casa-base del classe 2000 è da annoverarsi tra i pochi acquisti della sessione estiva del calciomercato juventino. Un ragazzo giovane, con tante potenzialità e una notevole duttilità tattica ideale per il trasformista Allegri. L’ex Bologna ha incarnato a meraviglia l’imprinting del tecnico livornese sui neoarrivati. Immediata fiducia e subito titolare nelle prime due partite, scalzando uno dei migliori della scorsa stagione come Kostić. Pronti via, assist all’esordio con l’Udinese e 70 minuti sontuosi da esterno sinistro del 3-5-2 con licenza di venire dentro al campo.
Meno bene (come del resto tutta la squadra) nella seconda uscita col Bologna. Da qui seguono solo spezzoni, fino alla panchina col Sassuolo. Da allora Cambiaso, pur non partendo sempre dal primo minuto, ha comunque collezionato minuti nelle successive 7 giornate, trovando anche il suo primo gol con la Juventus lo scorso 28 ottobre. Una rete pesantissima, arrivata all’ultimo respiro e decisiva nel risolvere la gara casalinga contro il Verona che sembrava stregata.
Eroe per una notte dunque, ma in generale una crescita silenziosa partita dopo partita, disputando al meglio anche pochi scampoli concessi nei minuti finali. Se Allegri si fida a tal punto da inserirlo nei momenti delicati, dove bisogna gestire il pallone per proteggere punti preziosi, significa che oltre alle qualità tecniche, il ragazzo ha anche personalità e maturità non comuni alla sua età. Ciliegina sulla torta, a coronare l’ottimo avvio di stagione, la convocazione in Nazionale.
Non solo Rugani e Cambiaso: l’ascesa silente di Weston McKennie
Un’intera estate passata con la valigia pronta e la consapevolezza di abbandonare Torino. L’approdo in bianconero del connazionale Weah, poi, assieme al recupero di Pogba e alla brillante stella Fagioli, sembrano precludergli ogni speranza di vedere il campo. Eppure, Weston McKennie, diversamente da Cambiaso e Rugani, ha saputo ritagliarsi uno spazio veramente ampio. Tutto frutto, anche per lui, di quella duttilità tattica tanto apprezzata da Allegri. Quinto a tutta fascia, mezz’ala, battitore ufficiale di rimesse laterali, inserimenti senza palla, recuperi difensivi, raddoppi. Chi più ne ha, più ne metta.
Anche se il suo dipartimento statistico recita solo un assist a referto, il texano ha disputato tutte le partite di campionato, per un totale di 887 minuti accumulati. Limitato per certi aspetti tecnici, l’ex Leeds ha sopperito col dinamismo e la determinazione a evidenti lacune proprie di chi è abituato a giocare in un altro ruolo. In questa stagione, McKennie non sta lesinando energie, dando il massimo sempre sui due lati del campo. Pur sacrificando le sue discrete medie realizzative, il texano assicura equilibrio e copertura, più di Weah, al quale sovente è preferito. Dimostra uno spirito di abnegazione e di attaccamento alla maglia notevoli per un giocatore che fino a qualche mese fa era visto più come un’occasione di far cassa che non come una preziosa risorsa. Figuriamoci come titolare inamovibile.
Rugani, McKennie, Cambiaso: i gregari testimoni dello spirito di gruppo
La Juventus sta rispondendo come può alle innumerevoli sfide extracalcistiche che da qualche anno stanno minando il lavoro costruito sul campo. Nonostante le pesantissime assenze a centrocampo e con un attacco che deve ritrovare la brillantezza smarrita, Allegri si sta aggrappando all’unico vero top player di questa squadra: il gruppo. Rugani, McKennie, Cambiaso e tanti altri non sono soltanto gli eroi di una notte, ma solide certezze su cui poter contare per uscire dalle difficoltà. Tutti sono e si sentono importanti e ripagano la fiducia dell’ambiente a suon di prestazioni convincenti. I bianconeri hanno ancora tanto dire e dimostrare e se Chiesa e Vlahović recuperano la miglior forma, supportati da questo cast di eccellenti gregari, allora il sogno Scudetto potrebbe non essere così irrealizzabile.