Carletto Mazzone: un allenatore d’altri tempi

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Passione, temperamento e la sua immancabile tuta, questa è la storia di Carletto Mazzone: un allenatore d’altri tempi. Nasce a Roma il 19 marzo 1937, detiene il record di panchine in Serie A davanti a Nereo Rocco, ben 795. Esordì come allenatore nel Del Duca Ascoli, in Serie C. La sua propensione come guida tecnica fu visibile fin da subito, sfiorando la promozione al primo anno alla guida della squadra. Rimase in bianconero per 7 anni, vantando 2 promozioni e la conquista della tanta sognata Serie A. Da qui in poi comincerà una lunghissima storia d’amore tra lui e la massima Serie. A parte qualche breve periodo in cadetteria, sarà una presenza fissa nel maggior campionato italiano. Le squadre che cambia sono tante, e i ricordi che lascia sono ancor di più.

Carletto Mazzone: un allenatore d'altri tempi

Carletto Mazzone: simbolo di un calcio in via d’estinzione

Il calcio è cambiato, è difficile trovare figure iconiche come Mazzone al giorno d’oggi. La semplicità che lo contraddistingueva è propria di quel preciso periodo storico. Oggi non ci si può esimere dalle apparenze. In una macchina sposta soldi come è diventata questo sport, l’immagine è tutto, ecco perché la goliardia di Carletto non potrebbe resistere oggigiorno. Eppure tutti ci ricordiamo di lui, dai più grandi ai più piccoli. Per record, vittorie, sconfitte. Per qualche conferenza stampa troppo colorita, o per quella fantastica corsa sotto la curva dell’Atalanta. Il bello del calcio è proprio questo, spesso non sono solo i risultati che determinano l’affezione nei confronti di una persona, ma bensì le emozioni che ha prodotto. E Carletto Mazzone era proprio così, coriaceo, vero e schietto, senza filtri.

Aneddoti più famosi

Brescia-Atalanta, dalla curva bergamasca partono cori offensivi nei confronti della defunta mamma di Mazzone, il quale promette. “Se famo er 3-3 vengo sotto la curva”. E così successe, e il mister partì con una corsa rimasta icona fino ad oggi.

Celebre il siparietto con Amedeo Carboni che in una partita, reo di spingere troppo sulla fascia, si sentì dire “Quanti gol hai fatto in Serie A?” “4, mister”, “Ecco, allora vorrei proprio capì ‘ndo c***o vai?”. 

Fu lui a inventare Pirlo regista, spostandolo più centrale e arretrato.

Gode di molto affetto da parte di Pep Guardiola, che ha allenato ai tempi di Brescia.

Marco Giampaolo ha raccontato di quella volta che Baggio portò il cane al campo.  “Una volta, al campo di allenamento, Roberto Baggio si presentò con il cane. Mazzone si infuriò e andava in giro dicendo a tutti “ma di chi è questo cane? Portate via questo cane”. Ad un certo punto gli dissero “guardi mister, il cane è di Baggio“. E Mazzone replicò prontamente: “e allora dategli i biscottini“.

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