Cesare Prandelli si dimette: le cause del suo addio

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Sembrava essere nell’aria ed infatti la notizia non ha tardato. Cesare Prandelli annuncia le sue dimissioni e termina la sua avventura da allenatore della Fiorentina. Stavolta ha scelto gli stesso il suo epilogo, comunicando la propria decisione al patron Commisso. Il presidente ha le idee ben chiare: sarà Iachini a guidare la viola sino al termine della stagione, esonerato dopo lo 0-0 con il Parma e a causa di un avvio di stagione più che altalenante. Una decisione volta a raggiungere una salvezza meno complicata di quella della scorsa stagione. Un obiettivo minimo che è stato raggiunto per il rotto della cuffia, grazie ad un misero pareggio con il Genoa. Un percorso arduo, reso ulteriormente complicato da un “feeling” mai rinato con la Firenze e da un gioco tutt’altro che irresistibile. Proprio per questo si parla di una Fiorentina poco concreta e prevedibile, meritatamente destinata ad un finale di stagione nella zona pericolosa della classifica.

Il percorso del tecnico con la Viola

Che l’avventura del tecnico di Orzinuovi fosse nata sotto una cattiva stella lo si poté già capire dall’esordio: una pesante sconfitta con il neo-promosso Benevento che aveva alimentato, e non poco, le prime critiche dell’ambiziosa piazza di Firenze. Qualche segnale di ripresa si era intravisto in Coppa Italia, con il successo in trasferta all’insidiosa Dacia Arena contro l’Udinese. Entusiasmo subito spento dal percorso negativo in campionato, nel quale Prandelli non riusciva a trovare la prima vittoria. La chiave di volta della stagione sembrò arrivare con la vittoria per 0-3 sul campo della Juventus, ma si rivelò tutto un enorme fuoco di paglia

I toscani infatti non riuscirono più a trovare la continuità tanto sperata, dimostrandosi privi di un senso tattico e di organizzazione. Pertanto, nelle successive 13 partite, la Fiorentina di Prandelli racimolerà appena 14 punti, conquistati contro squadre di medio-bassa classifica come lo Spezia e lo stesso Benevento al ritorno.

Gestione dello spogliatoio

Questo misero bottino è stato conquistato soprattutto grazie ad una delle poche note liete della stagione dei viola, ovvero Dusan Vlahovic. L’attaccante classe 2000 è stato capace di caricarsi sulle spalle una squadra quasi allo sbando: oltre ai risultati decisamente poco convincenti, si aggiunge un clima tutt’altro che sereno. Dall’interno dello spogliatoio infatti, sarebbe trapelata la notizia di uno scontro verbale che ha visto coinvolti Prandelli e Sofyan Amrabat, giovane centrocampista della compagine viola. Un litigio che ha causato l’esclusione proprio del centrocampista marocchino dalle ultime due gare di campionato.

Cesare Prandelli si dimette: le cause del suo addio

Piccoli segnali che lasciano dedurre la poca abilità nella gestione tecnico-mentale di Prandelli, rivelatosi mediocre non solo al comando dello spogliatoio ma anche con l’utilizzo dei giocatori a disposizione. Un chiaro esempio è Gaetano Castrovilli, un talento cristallino passato incredibilmente in sordina nella stagione che doveva essere il suo definitivo trampolino di lancio. Come lui, anche i più esperti come Bonaventura e Ribéry non hanno brillato, spesso fuori ruolo e indietro di condizione. Sembra quasi impossibile che una squadra di questo calibro sia costretta a lottare per la salvezza.

Cesare Prandelli: le dimissioni

Così, per la seconda volta in carriera, Cesare Prandelli annuncia definitivamente le dimissioni in casa della Fiorentina. E lo fa con una lettera, in cui confessa un disagio tanto grande da aver bisogno di prendersi una pausa e, probabilmente, chiudere anche il suo percorso da allenatore. Senza rimpianti.

Si conclude così il suo percorso dopo 23 partite, portandosi a casa solo 6 vittorie, alternate da 11 sconfitte e 6 pareggi. Al suo posto è già pronto Giuseppe Iachini, che avrà – di nuovo – il compito di salvare la squadra dall’incubo retrocessione.

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