Champions femminile, Barcellona-Wolfsburg (3-2): catalane campionesse!

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Champions femminile Barcellona Wolfsburg

Una partita bellissima, intensa, viva e con tanti gol. Questa e molto altro è stata la finale di Champions femminile tra Barcellona e Wolfsburg, vinta per 3-2 dalle catalane. In un “Philips Stadion” di Eindhoven tutto esaurito, due grandissime squadre danno vita ad un incontro pirotecnico e dalle mille sfaccettature. Le blaugrana dominano per tutti i 90 e passa minuti sul piano del predominio territoriale e del palleggio, ma piombano in un incubo nel primo tempo. Nelle due sole occasioni in cui le tedesche calciano verso lo specchio, infatti, trovano un incredibile doppio vantaggio firmato Pajor e Popp. Nella ripresa, invece, alla qualità, le spagnole affiancano la determinazione e la cattiveria mancate e riescono così ad agguantare il pareggio in 2 minuti con la doppietta di Patri. Al minuto 70, poi, arriva anche il gol del definitivo sorpasso dell’ex Rolfö

Riviviamo insieme la storia di questa entusiasmante finale, che consegna al Barcellona la seconda Champions femminile della sua storia ai danni del Wolfsburg.

Finale Champions femminile: il Barcellona macina gioco, ma il Wolfsburg colpisce

L’atto conclusivo della Champions League femminile di quest’anno mette di fronte Barcellona e Wolfsburg, due grandissime corazzate che, nonostante le opposte filosofie, hanno in comune l’essere delle macchine da gol. E il 3-2 finale ne è la prova evidente. 

Da un lato, le catalane fanno valere la loro idea di calcio propositivo, sempre volto a dominare l’avversaria con azioni avvolgenti che coinvolgono tante giocatrici, tutte abili tecnicamente e nel trattamento della sfera. A ciò, in fase di non possesso, uniscono un atteggiamento molto aggressivo per cercare di strappare quanto prima la palla alle tedesche. Nel primo tempo, allora, come era facile attendersi, la squadra di Giráldez fa la partita e comanda le operazioni. Eppure fallisce nell’aspetto più importante: fare gol. Quello che invece trova con grande sorpresa il Wolfsburg dopo appena 3 minuti. Nasce tutto da un erroraccio di Bronze che si fa rubare palla da Pajor. L’attaccante polacca si accentra e fa partire una sassata di destro imparabile per Paños. 

Il Barcellona, seppure colpito a freddo, continua come se nulla fosse successo. Effettivamente, non ha senso parlare di reazione al gol subito quando la formazione avversaria fatica pure a superare la metà campo. Ma il risultato non mente mai e dunque è necessario spingere. Anzi, le spagnole sfondano, arrivano nell’area tedesca con grande facilità, soprattutto da sinistra, dove Rolfö va via a piacimento a Jónsdóttir, che per quanto applicata, non è esattamente un difensore.

Sarà l’ansia di recuperare o l’assenza della bomber Oshoala, ma le spagnole proprio non riescono a centrare la porta. Se non ci sono errori nella rifinitura, arrivano le tedesche ad innalzare il baluardo a protezione di Frohms. Le occasioni sbagliate cominciano ad essere anche clamorose ed ecco che arriva puntuale la sentenza della più famosa legge del calcio. Ai gol mangiati dal Barcellona corrisponde quello segnato dal Wolfsburg, che si ritrova in vantaggio per 0-2 nella finale di Champions femminile. Ci pensa la veterana Popp a insaccare di testa nel cuore dell’area il perfetto traversone di Pajor, letale nello sfruttare il contropiede generato dallo sbilanciamento delle catalane.

Champions femminile, Barcellona-Wolfsburg (3-2): catalane campionesse!

Insomma, nella prima frazione e contro ogni pronostico, lo spirito delle tedesche prevale sull’estetismo catalano. Un pragmatismo che si eleva ai massimi livelli, assurgendo a cinismo. Tanto cuore, sacrificio difensivo anche delle giocatrici offensive come Huth e perfezione precisione realizzativa.

Una ripresa da urlo del Barcellona: rimonta al Wolfsburg che vale la vittoria della Champions femminile

Il copione del secondo tempo non differisce da quanto visto nel primo. Tuttavia, un piccolo particolare che fa la differenza c’è. Il Barcellona non arresta la propria produzione offensiva, ma stavolta con quella giusta dose di cattiveria sotto porta grazie a cui viene completata la rimonta sul Wolfsburg e che conduce alla conquista della Champions femminile. In due minuti, tra il 48′ e il 50′ le catalane riequilibrano il risultato.

Sale in cattedra il binario destro con Hansen e Bonmatí. La prima comincia a saltare i difensori come birilli, confezionando l’assist per il gol dell’1-2. La seconda dispensa qualità sorprendendo la retroguardia tedesca tra le linee e pennella la rifinitura del pareggio. Entrambe le reti portano una sola firma: quella di Patri, che si fa trovare al posto giusto e al momento giusto nel cuore dell’area per trasformare le intuizioni delle compagne in due reti che stravolgono totalmente la gara e il destino delle catalane.

Champions femminile, Barcellona-Wolfsburg (3-2): catalane campionesse!
Patricia Guijarro, meglio nota come Patri, autrice della doppietta che svolta la finale grazie a due perfetti inserimenti.

Il Wolfsburg si ritrova completamente spiazzato da questo uno-due repentino e rischia di crollare perdendo le distanze. Tuttavia, il Barcellona, viaggiando ad un ritmo tartassante, si espone pericolosamente alle ripartenze. Specialmente sul proprio lato destro, dove Pajor continua ad essere una spina nel fianco dolorosa, con i suoi guizzi in velocità. La polacca, però, non riesce ad essere incisiva nelle conclusioni, facendo tirare un sospiro di sollievo alle spagnole.

Col punteggio in bilico, la partita sale di colpi, con un’intensità pazzesca e un clima battagliero su ogni pallone. È il Barcellona, però, che comanda le operazioni e dà la sensazione di poter colpire ancora da un momento all’altro. I cambi divengono determinanti per riportare un minimo di equilibrio.

L’effetto sorpresa è però calato ancora una volta dalle blaugrana. Al 69′ Giráldez manda dentro la brasiliana Geyse per Paralluelo per dare un po’ di imprevedibilità al suo attacco. La mossa è azzeccata, perché la neoentrata, 60 secondi dopo, propizia il gol del sorpasso. Stavolta c’è tanta complicità della difesa tedesca, che combina un pasticcio in area di rigore. Sul pallone messo dentro dalla carioca, Hendrich colpisce la compagna Wilms, la palla rimane lì, ma Mariona cicca la conclusione. La spagnola riesce comunque a servire Rolfö, che accompagna l’azione sul secondo palo e centra la porta di sinistro. È 3-2.

Il tramonto della gara, contrassegnato da 9 minuti di recupero, è concitatissimo. La foga prevale sulla lucidità e dà vita a tanti scontri, anche ruvidi. Il gioco diviene spezzettato, col Barcellona che cerca di gestire e il Wolfsburg che si riversa in avanti senza badare troppo alla tattica: il destino della finale della Champions femminile è però ormai già segnato.

Barcellona femminile, la regina d’Europa

Dopo la sconfitta nella finale della scorsa edizione contro il Lione, arriva finalmente la gioia più grande per le blaugrana che si laureano campionesse d’Europa per la seconda volta nella loro storia. Il Barcellona arriva a questo ultimo appuntamento della Champions femminile da grande favorita, rispetto al Wolfsburg. Pronostico rispettato, anche se con più difficoltà di quante se ne potessero attendere.

Vince la squadra che ha mostrato una qualità ed un’efficienza superiori a chiunque altra (si chieda alla Roma), che è stata in grado di segnare ben 40 gol in 11 partite europee, che ha dovuto fare a meno della sua capocannoniera in questa partita. E, soprattutto, della fuoriclasse Alexia Putellas per tutta la stagione, entrata solamente al minuto 89 in questa finale. Ciò nonostante, ha travolto qualsiasi avversaria, facendo leva su un gruppo di grandissime giocatrici e su idee chiare di gioco e magistralmente applicate. Le catalane, dunque, con merito, dopo essersi aggiudicate il campionato spagnolo, possono godersi anche il trono continentale.

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