La Juventus chiude alla grande il girone di Champions League femminile, battendo il modesto Servette per 4-0. Una vittoria schiacciante che scrive un pezzo di storia per il club bianconero e, in generale, per tutto il movimento nazionale. Piazzandosi al secondo posto, infatti, le giocatrici di Montemurro riescono nell’impresa di qualificarsi ai quarti di finale.
Dopo 5 anni, l’Italia torna ad annoverare una propria squadra tra le 8 potenze d’Europa, sperando ovviamente che il sogno della Juventus possa continuare. Le bianconere riescono inoltre a rompere il tabù dell’Allianz Stadium. Nelle precedenti due partite casalinghe di coppa, infatti, la Juventus era riuscita a strappare soltanto un punto contro il Wolfsburg. Questa volta, invece, arriva una grande doppia soddisfazione per tutto l’ambiente.
Una partita dominata fin dall’inizio
Sull’evidente divario tecnico, fisico e tattico tra le due squadre nessuno può avere minimamente da obiettare. La squadra svizzera allenata da Eric Severac ha vestito i panni della “Cenerentola” del girone, chiudendo il proprio percorso europeo con 0 punti, 0 gol fatti e 23 subiti. Ciò che invece la Juventus doveva dimostrare in questa ultima partita del girone della Champions femminile era la capacità di tenere mentalmente, di riuscire a rompere la tensione per compiere quel passo tanto piccolo, quanto fondamentale. La vittoria è stata netta e figlia non solo della maggiore qualità, sia del collettivo che singolarmente, ma anche di aver saputo reggere l’ansia, tenendo il giusto atteggiamento fin dall’inizio e sbloccando subito il risultato.
La squadra aveva un solo risultato possibile per scrivere la storia e per questo va in campo con una mentalità propositiva. Voglia, tecnica e velocità: sono questi i valori profusi costantemente dalle giocatrici di Montemurro. La Juventus è mentalmente presente e pronta a sfruttare le tante occasioni concesse dall’avversaria. Ciò nonostante, c’è bisogno dell’apporto di tutte, di una prestazione da squadra. Ed ecco allora che Bonansea e Hurtig non si risparmiano a dare una mano in difesa, oltre all’eccellente lavoro davanti. Caruso si dimena in mezzo al campo, andando a lottare nel traffico su ogni pallone con grande grinta. Rosucci, come sempre, dispensa grande dinamismo e generosità, sia nell’accompagnare l’azione, che nella fase di recupero palla. Alla fine, i valori tecnici superiori, uniti allo spirito guerriero, che ha accompagnato la Juventus in tutto il suo cammino europeo, hanno prodotto il più bel risultato possibile.
Champions femminile: un cammino in crescendo per la Juventus
Una doppietta della solita bomber Girelli, glaciale dal dischetto, in mezzo alle belle reti di Hurtig, al minuto 12, e di Bonfantini, al minuto 90. Così la Juventus liquida il Servette, calando un poker che le consente di piazzarsi al secondo posto in classifica, pur finendo a pari punti (11) sia col Wolfsburg che col Chelsea. Ma a premiare le bianconere rispetto alle inglesi è la migliore differenza reti. Eppure, se si esclude il doppio confronto con le svizzere, il cammino delle bianconere non è sempre stato tutto rose e fiori.
Finire in un gruppo assieme a due delle più forti e accreditate formazioni d’Europa e riuscire a qualificarsi al turno successivo ha davvero il sapore dell’impresa. Un traguardo incredibile raggiunto anche grazie a momenti di sofferenza, vedi i due confronti casalinghi nelle partite d’andata, dove sono arrivati prima la sconfitta con le blues e poi il pareggio allo scadere con le tedesche. La Juventus, però, da squadra matura, ha saputo imparare le lezioni. Le bianconere dominano in Italia senza affanno e non inciampano in sconfitte da tempo. In Europa, invece, si sono trovate immerse in una situazione quasi nuova, che ha fatto riassaporare loro il brivido del fallimento.
Questo ha reso il gruppo più forte, più coeso, ma anche più umile. Tutte caratteristiche messe in campo nelle sfide di ritorno in trasferta. Ed ecco che arrivano il successo contro il Wolfsburg e uno 0-0 sofferto, ma fondamentale, a Londra. La squadra può dunque godersi questo momento e continuare a vivere il proprio sogno. Il piazzamento finale non regalerà certo un sorteggio benevolo, ma comunque vada, questa avventura europea, al primo anno con Montemurro, ha già gettato dei semi importanti. Nella storia e nel cuore delle giocatrici.