Volge al termine il cammino in questa Champions League delle Juventus Women, frenate sullo 0-0 in casa del Lione. Al “Groupama Stadium”, la squadra di Montemurro non trova il guizzo decisivo per superare l’ostacolo transalpino e chiude il proprio girone al terzo posto. Il che equivale a dover abbandonare la propria avventura in Europa. Si spegne così anche il sogno di poter avere, per la prima volta nella storia del nostro movimento, ben due rappresentanti italiane ai quarti di finale. Obiettivo invece raggiunto dalle ragazze di Sonia Bompastor, senza correre troppi rischi e con un dispendio controllato di energie e sforzi. Andiamo allora a ripercorrere la storia di questo Lione-Juventus Women, una partita condita di amarezza, delusione e rimpianti.
Lione-Juventus Women: bianconere a caccia di punti fermi
Per le ospiti, la buona notizia arriva dalla presenza di Beerensteyn in campo dal primo minuto. La giocatrice olandese recupera dall’infortunio occorsole nella precedente sfida con lo Zurigo e parte tra le titolari per aiutare le Juventus Women a centrare il colpaccio in casa del Lione. Ed è proprio l’ex Bayern Monaco una delle giocatrici maggiormente ricercate in casa bianconera. La squadra di Montemurro gioca col fardello di avere un unico risultato a disposizione per bissare lo storico traguardo raggiunto nella scorsa stagione. Per accedere ai quarti di finale della Champions League, bisogna vincere.
Contro la più blasonata formazione europea servono testa, piedi, coraggio e concentrazione. Elementi che le piemontesi non fanno mancare, riuscendo pertanto a tenere botta e a resistere alla qualità delle avversarie. Con personalità, le bianconere decidono di giocarsela a viso aperto, impostando dal basso e andando subito alla ricerca delle proprie giocatrici offensive. L’abilità nell’uno contro uno di Beerensteyn, il movimento irrefrenabile di Bonansea e la generosità di Girelli suggeriscono al Lione di rimanere prudente e attento. Con Caruso tra le linee e Grosso e Pedersen a caccia di recuperi veloci, le francesi optano per un approccio monotematico. Pochi fronzoli e azione smistata quanto prima sulla fascia destra, dove agisce l’immarcabile Cascarino.
La numero 20 transalpina è la cliente più scomoda che possa capitare, con una facilità di corsa che non ha nulla a che vedere con tutte le altre giocatrici. Compagne o avversarie che siano. Con non poca fatica, tuttavia, Boattin, coadiuvata ora da Salvai, ora dai rientri di Beerensteyn, riesce a contenere i danni. Nel corso del primo tempo, le Juventus Women corrono pochissimi rischi, ma creano ancor meno pericoli alla porta del Lione. La squadra francese, a cui basta anche il pari, contiene il ritmo, preoccupandosi soprattutto di non concedere troppo campo alle fantasiste bianconere. Ne conseguono 45 minuti di grande equilibrio e con pochissime occasioni.
Nemmeno nella ripresa si accende la scintilla
La seconda frazione di gioco vede invece il Lione premere sull’acceleratore per provare a stritolare le speranze delle Juventus Women. La partita sale di colpi, aumenta l’intensità dei duelli e dei contrasti e ciò finisce per favorire la maggiore fisicità delle padrone di casa. Una superiorità che si concretizza in due importanti palle-gol. Tra la porta e il colpo di testa di Le Sommer prima e la conclusione ravvicinata di Cascarino poi, c’è però una superba Peyraud-Magnin. L’estremo difensore bianconero è determinante per tenere in piedi la baracca nel momento di maggiore difficoltà.
La squadra di Montemurro prova a ricomporsi, aumentando a sua volta l’aggressività nella fase di pressione. Complice un inizio di calo di concentrazione da parte delle transalpine, le Juventus Women vanno alla ricerca di un’idea, di un episodio che possa far svoltare la partita dalla loro parte. Purtroppo però, a parte qualche buon guizzo delle solite Bonansea o Beerensteyn e alcuni break a centrocampo da parte di Pedersen e Grosso, le bianconere non pungono. Molte giocate vengono forzate fin troppo, mentre errori nella gestione del pallone o nell’ultimo passaggio agevolano la retroguardia ospitante.
Il tempo passa, il risultato non si sblocca, le energie cominciano a venire meno e sale il nervosismo. La montagna si fa sempre più alta e impervia, ma Montemurro, a differenza della collega, decide di non operare cambi. E in effetti non gli si potrebbe dare troppo torto, dato che il punteggio è ancora in bilico e il Lione comincia ad allentare la pressione. A mancare alle Juventus Women è però un sussulto di forza, di decisione, di concretezza. Beerensteyn e Bonansea profondono fino all’ultima goccia di vigoria, con l’azzurra costretta ad abbandonare il campo al 90° per un infortunio capitatole all’ennesimo sprint. L’ingresso di Cantore al minuto 83 e il passaggio al 4-2-4 non scalfiscono più di tanto le francesi. Nemmeno l’inserimento di Bonfantini e di Duljan nei minuti di recupero basta a portare a compimento la missione.
Finisce così 0-0. Juventus Women eliminate, Lione ai quarti di finale.
Juventus Women, cosa è mancato per superare il Lione?
Analizzando a freddo la prestazione delle Juventus Women contro il Lione non si può non rendere merito alle ragazze di Montemurro. Seppure le francesi scendano in campo con qualche pesante defezione, soprattutto nel reparto avanzato, rimangono comunque le campionesse in carica e possono disporre di una rosa ampia e comunque strabordante di talento. Pertanto, uscire dalla loro tana con un pareggio a reti inviolate va comunque ritenuto un risultato piuttosto decoroso e indicativo di quanto le bianconere siano cresciute a livello internazionale. Le motivazioni legate al mancato successo e alla conseguente eliminazione, allora, vanno ricercate in una lettura più ampia, che tenga conto di tutte le partite disputate in questa fase a gironi.
Nei 6 match affrontati, la squadra di Montemurro ha vinto soltanto 2 volte, contro lo Zurigo, il fanalino di coda del Gruppo C, uscito malamente umiliato da questa esperienza in Champions. Contro le prime due della classe, invece, Arsenal e, appunto, Lione, le Juventus Women hanno invece raccolto solamente 3 punti, frutto di altrettanti pareggi e una sconfitta. Ciò vuol dire che, per quanto vadano riconosciuti i progressi sul piano dell’esperienza e della maturità, a questa squadra manca ancora qualcosa. Un quid di cattiveria, determinazione, voglia di incidere. L’altissimo livello di difficoltà di questo raggruppamento, evidente fin dal sorteggio, non deve rappresentare un alibi. Perché per diventare un club top bisogna imparare ad avere la meglio su avversari top. Non basta accontentarsi degli applausi, delle prestazioni e delle belle figure. Serve dare di più. Altrimenti si rischia di rimanere in un vortice di mediocre sufficienza.
La stagione per le Juventus Women, ovviamente, non finisce di certo qui, ma questa mancata vittoria sul Lione può servire da benzina per affrontare con ancora più fame gli impegni del 2023, tra campionato e Coppa Italia.