Nella quinta giornata del gruppo H di Champions League, il Chelsea travolge la Juventus con un sonoro 4-0 allo “Stamford Bridge“. La squadra di Tuchel aggancia così i bianconeri a quota 12 punti in classifica e, soprattutto, ribalta a proprio vantaggio sia la questione della differenza reti che quella degli scontri diretti. I blues dominano per tutti i 90 minuti, dimostrando di essere ancora una delle formazioni accreditate per la vittoria finale. Per gli uomini di Allegri, invece, una sconfitta pesante e meritata arrivata dopo una prestazione molto negativa. Diamo insieme un’occhiata all’analisi tattica di Chelsea-Juventus, cominciando dalle formazioni ufficiali.
I londinesi scendono in campo col consueto 3-4-3 con Rudiger, Thiago Silva e il giovane Chalobah in difesa davanti al portiere Mendy. A centrocampo, agiscono Kante e capitan Jorginho, con Chilwell e James esterni. In attacco, Lukaku è recuperato, ma Tuchel schiera Pulisic come centravanti supportato dalle ali Ziyech e Hudson-Odoi.
La Juventus risponde col consolidato 4-4-2. Allegri recupera Dybala per la panchina, ma restano tante le assenze in difesa e quindi davanti a Szczesny giocano Cuadrado, De Ligt, Bonucci e Alex Sandro. Centrocampo con Locatelli e Bentancur centrali e McKennie e Rabiot esterni, in attacco Morata e Chiesa.
Primo tempo: grande partenza del Chelsea con Juve ordinata
La curiosità più attesa dell’analisi tattica di Chelsea-Juventus riguarda sicuramente la disposizione del centrocampo bianconero. Allegri schiera Cuadrado terzino, ma si ritrova senza più esterni di ruolo. Ciò nonostante, per mantenere il 4-4-2 viene spostato McKennie sulla destra davanti al colombiano, con Rabiot invece largo a sinistra. Con questo schieramento, almeno nel primo tempo, la squadra riesce a resistere agli assalti inglesi sulle fasce. Il piano del tecnico livornese è quello di tenere la squadra compatta e con le linee serrate, in particolare per chiudere la zona centrale portando, in fase di non possesso, Rabiot più dentro al campo. Così facendo, la Juventus riesce a chiudere le traiettorie di passaggio per Ziyech che galleggia alle spalle del centrocampo bianconero in verticale rispetto a Pulisic.
Il Chelsea impone fin da subito il proprio ritmo, portando tanti giocatori nella metà campo avversaria e avanzando gli esterni sulla linea degli attaccanti. Chiesa e Morata si alternano nella marcatura a uomo su Jorginho, costringendo i londinesi ad impostare da dietro coi 3 difensori. Con gli esterni chiusi e la difficoltà nel trovare Ziyech sulla trequarti, il Chelsea prova a trovare varchi sulla destra, dove Rabiot, accentrandosi, lascia spazio a Kante per potersi inserire. I maggiori affanni per i bianconeri arrivano però dalle palle inattive, situazioni in cui i blues dominano e infatti trovano il gol del vantaggio proprio da calcio d’angolo con Chalobah al minuto 25.
La Juventus non gioca un brutto primo tempo, al netto del gol subito e delle evidenti difficoltà sulle palle alte. Tuttavia, la squadra fatica a costruire azioni nitide, a causa della grande aggressività del Chelsea. I bianconeri accompagnano la manovra con pochi uomini e riescono a prevalere sugli esterni raramente, quando Bentancur si posiziona da mezz’ala destra, permettendo a McKennie di accentrarsi e liberando spazio a Cuadrado.
Secondo tempo: il Chelsea domina e la Juve va ko
Al di là dello svantaggio, l’inizio della ripresa presenta un problema importante per la Juventus in chiave tattica. La squadra comincia a perdere compattezza e le distanze tra centrocampo e difesa aumentano. Questo consente a Ziyech di giocare il pallone più liberamente e, soprattutto, con maggiore spazio per puntare la difesa e sfoderare la sua velocità. La vivacità e la tecnica del fantasista marocchino fanno a fette il centrocampo bianconero e accendono l’arsenale offensivo del Chelsea.
Allegri prova a riordinare tatticamente la squadra, spostando Chiesa stabilmente largo sulla sinistra e passando ad un 4-5-1 che possa garantire maggiore copertura. In realtà la mossa non produce i suoi frutti, perché i londinesi cominciano a sfondare su entrambe le fasce. A sinistra, Hudson-Odoi va via a piacimento a Cuadrado, troppo morbido in marcatura anche perché ammonito; a destra, invece, James fa praticamente l’ala e trova molto spazio lasciato libero da Ziyech, che converge verso il centro, e dalla mancata copertura profonda di Chiesa. In appena 3 minuti i due giocatori confezionano un terrificante uno-due che annichilisce la Juventus.
Con la squadra in totale sbandamento, senza idee e surclassata anche fisicamente dalla maggiore aggressività e determinazione degli avversari, Allegri prova a dare la scossa con i cambi. Con gli ingressi di Dybala, Kean e Arthur, la Juventus ristabilisce il 4-4-2 iniziale, per poi passare successivamente a un 4-3-3 molto fluido con l’ingresso di Kulusevski a 10 minuti dal termine. Nonostante Rabiot e McKennie in costante proiezione offensiva, col solo Arthur a schermare la difesa, la squadra non crea particolari pericoli alla porta di Mendy. La partita è ormai segnata e la squadra stacca la spina subendo anche il gol di Werner del definitivo 4-0 al minuto 95.
Analisi tattica Chelsea-Juventus: le considerazioni finali
La Juventus perde malamente una partita decisiva per potersi consacrare come prima del girone e sperare in un sorteggio favorevole per gli ottavi. Un rammarico che cresce se si pensa che sarebbe bastato anche il pareggio per raggiungere l’obiettivo. La squadra però, anche se abituata a soffrire e a giocare partite di sacrificio con umiltà, è apparsa vuota e senza la giusta convinzione, soprattutto nel secondo tempo. Molti giocatori importanti hanno fatto mancare il loro apporto, tra tutti Cuadrado e un po’ tutto il centrocampo, ad eccezione forse del solo Locatelli. Squadra confusa che soccombe di fronte alla maggiore determinazione degli avversari. Unica nota positiva è Szczesny, autore di un’ottima partita con tanti interventi decisivi per evitare un passivo ancora peggiore.
Il Chelsea si dimostra, invece, una squadra assolutamente in salute e conquista un successo fondamentale, dopo la bella e altrettanto larga vittoria contro il Leicester nell’ultimo turno di Premier. I londinesi si candidano a pieno diritto a ruolo di possibili vincitori della competizione. Una convinzione rafforzata dal fatto che la vittoria è arrivata con un risultato pesante contro una delle più impenetrabili difese di questa Champions e senza il centravanti titolare Lukaku.