Il Chelsea è riuscito a battere nuovamente il Manchester City di Guardiola vincendo la sua seconda Champions League. Il pronostico dava per favoriti i citizens ma gli uomini di Tuchel hanno imbrigliato i cugini di Manchester. Il trionfo blues ricorda molto quello datato 2012, quando fu vinta la prima Champions League. A sedere sulla panchina del Chelsea era Roberto Di Matteo.
Imprese inaspettate
Nel 2012 il club di Abramovich aveva investito sull’allenatore portoghese Andrè Villas Boas. Secondo di Mourinho, gran lavoro con il Porto nel 2011-2012. Le aspettative raccontavano di una nuova era vincente come con il suo mentore.
Per Villas Boas la permanenza al Chelsea dura dall’estate fino a marzo. Il finale di stagione constatava di un declino delle ambizioni blues. Ciò che serviva era una nuova guida tecnica, un traghettatore capace di gestire lo spogliatoio. La scelta ricade, dunque, sul secondo di Villas Boas, ovvero l’italiano Roberto Di Matteo.
La soluzione più economica risulta anche la più vincente. I 15 milioni di clausola rescissoria di Villas Boas gridano vendetta. Di Matteo vince la FA Cup ma soprattutto la Champions League contro un Bayern Monaco super-favorito. Il Chelsea di Di Matteo, infatti, ottenne il trionfo dopo i calci di rigore. La delusione dei bavaresi fu grande, la gioia blues condita invece dallo stupore puro.
Dov’è finito Di Matteo?
La vittoria di Tuchel contro il City ha richiamato il fantasma di Di Matteo, oggi scomparso dalla circolazione. L’allenatore italiano dal 2016 non ha una squadra. Dopo l’impresa coi blues le cose non sono andate in discesa, anzi. La stagione successiva, solamente a novembre, viene esonerato dal Chelsea per lasciare il posto a Rafa Benitez.
Le avventure oltre La Manica non incominciano male. Nel 2014 con lo Schalke 04 conquista un sesto posto importante ma soprattutto riesce a batter il Real Madrid in Champions League per poi subire la rimonta delle merengues.
L’ultima esperienza è datata 2016 con la breve permanenza sulla panchina dell’Aston Villa, in Championship. Dopo undici giornate arriva l’esonero e lo stop con il calcio.
Stupiscono storie come quella di Di Matteo, sottovalutati ma vincenti, spesso dimenticati ma in un qualche modo indelebili. Vincere una Champions League ti può consacrare come farti entrare in un albo d’oro per pochi, forse neanche per i migliori. Stupisce come il caso, la fortuna e i momenti nel calcio possano essere solo questo, una fotografia vincente spesso comparata a carriere decennali ma con meno risultati.
Tuchel come Di Matteo per un Chelsea che non sa investire
La seconda Champions League nella bacheca del Chelsea è stata portata da un altro allenatore subentrato in corsa. A gennaio di quest’anno Abramovich ha deciso di dar il ben servito a Lampard, reo di aver subito troppe sconfitte in campionato.
Il Chelsea, dunque, è all’undicesimo posto in Premier League. Ha passato i gironi di Champions ma le prospettive non sono buone. La guida tecnica viene dunque affidata a Tuchel. Il tedesco veniva da una prima parte di campionato, in Ligue 1 col Psg, non esaltante. Condita poi dagli screzi con Leonardo.
Il cambio di rotta è importante, arrivano le vittorie e arriva il quarto posto in Premier League. La stagione è salva ma nel mentre la Champions League va avanti e i blues mietono vittime importanti. I primi sono i colchoneros dell’Atletico Madrid. Poi è la volta del Porto che aveva eliminato la Juventus di Pirlo. Poi la ciliegino rappresentata dal Real Madrid con prestazioni sontuose di N’Golo Kantè.
L’ultimo ostacolo è il Manchester City di Guardiola. Pep sognava di coronare il lavoro fatto nel club di Manchester dopo la recente conquista della Premier League. Il destino ha voluto dare l’onore del più grande trofeo europeo a Tuchel. La delusione dell’anno precedente contro il Bayern Monaco è cancellata.
Il fatto, però, non può non ricordare l’impresa di Di Matteo. Tuchel portava già un bagaglio d’esperienza maggiore con la guida del Psg e del Borussia Dortmund sulle spalle. Eppure all’allenatore tedesco è riuscito un piccolo capolavoro. Ciò che è cambiato è stato l’atteggiamento, il carattere che ha portato ad un cambio di passo in Premier. Ha portato ad affrontare a testa alta compagini più forti sulla carta quali Real Madrid e lo stesso City.
Tuchel non farà la stessa fine di Di Matteo, probabilmente, però pone dei seri dubbi sulla preparazione e sulla gestione di club come il Chelsea. Blues capaci di investire in allenatori come Villas Boas per poi trionfare col suo vice. Oppure il club di Abramovich è stato protagonista anche di spese folli come quella per Timo Werner per poi risultare inconsistenti. Squadre così possono ancora migliorare, magari con un progetto dall’inizio della stagione.