Termina 1-1 il big match della prima giornata di Premier League tra Chelsea e Liverpool, di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Una partita avvincente, ricca di emozioni e di occasioni e, finalmente, con gol, dopo che le due squadre per ben 4 volte di fila si erano fermate sullo 0-0 negli ultimi precedenti. Una sfida in cui partono meglio gli ospiti, che trovano il vantaggio al minuto 18 grazie a Luis Díaz, perfettamente imbeccato da Salah. I nuovi Blues targati Pochettino, però, hanno dalla loro una grande forza d’animo. Reagiscono con furore e i loro sforzi vengono ripagati al 37′ con la rete di Disasi sugli sviluppi di una palla inattiva. Tante altre sono le situazioni avvenute nel corso dei 90 e più minuti, che andiamo subito a ripercorrere nel nostro racconto. Come sempre, però, dedichiamo un breve spazio alla presentazione delle formazioni.
Il Chelsea scende in campo con quello che, sulla carta, appare a tutti gli effetti un 3-5-2, anche se maschera un’organizzazione tattica che andremo a sviscerare nel corso della nostra analisi della sfida col Liverpool. Tra i pali c’è Sanchez, protetto dalla retroguardia composta dal centrale Thiago Silva e dai braccetti Disasi e Colwill. Sugli esterni agiscono James a destra e Chilwell a sinistra. In mezzo, spazio a Enzo Fernández, affiancato da Gallagher e Chukwuemeka. Davanti, coppia d’attacco con Sterling in appoggio a Jackson.
I Reds rispondono col consueto 4-3-3 che vede come protagonisti i medesimi 11 dell’ultima amichevole estiva col Darmstadt. In porta ovviamente Alisson, linea difensiva con gli inamovibili Alexander-Arnold e Robertson sulle fasce e coppia centrale con Van Dijk e Konaté. Mac Allister in cabina di regia, supportato dalle mezz’ali Szoboszlai e Gakpo, arretrato rispetto al suo usuale raggio d’azione. Tridente offensivo con Salah e Díaz esterni e Diogo Jota riferimento centrale.
Analisi tattica Chelsea-Liverpool, il primo tempo: buona partenza Reds
All’inizio di questa analisi tattica vi dobbiamo dei chiarimenti sulla disposizione del Chelsea, che in parte ci aiuteranno anche a capire il miglior approccio del Liverpool. In fase di possesso, la squadra di Pochettino assume un atteggiamento molto spregiudicato. La difesa si schiera effettivamente a 3, con Gallagher che rimane basso a protezione della stessa. Dalla cintola in su, i Blues portano tanti uomini nella trequarti avversaria e senza troppi fronzoli vanno subito alla ricerca della profondità. O aprendo il gioco esternamente, beneficiando delle posizioni alte sia di James che di Chilwell o servendo direttamente gli scatti di Jackson.
Il Chelsea cerca di aprire le maglie della difesa del Liverpool per creare spazi agli inserimenti dei centrocampisti. Enzo Fernández agisce da trequartista, più avanzato e in verticale rispetto a Gallagher. Sulla sua linea si dispongono anche l’altra mezz’ala Chukwuemeka e poi Sterling nel corridoio intermedio di destra. In questo modo, i londinesi possono beneficiare di almeno 5 giocatori a supporto dell’azione e a riempire l’area di rigore, in quello che a tutti gli effetti è una sorta di 3-1-5-1. Al tempo stesso, però, concedono l’uno contro uno dietro, il che non è mai una grande idea contro un tridente veloce come quello di Klopp.
Persa palla, infatti, la difesa dei Blues si ritrova spesso a dover affrontare le mortifere transizioni offensive dei Reds. La catena di destra è quella più attiva con Salah, le sovrapposizioni puntuali di Alexander-Arnold e le incursioni interne di Szoboszlai. Tempo 18 minuti e il Liverpool colpisce. Apertura millimetrica di Mac Allister (sprovvisto di marcatura) per Salah aperto a destra. Un paio di finte di corpo e filtrante rasoterra geniale a tagliare il campo e trovare Luis Díaz dalla parte opposta. Disasi si fa trovare fuori posizione e viene infilato in velocità dal colombiano, che batte in scivolata Sanchez. È vantaggio per gli ospiti.
Analisi tattica Chelsea-Liverpool, la reazione dei Blues
Come dicevamo poc’anzi nella nostra analisi tattica, il Chelsea dimostra di avere spirito e coraggio e nonostante lo svantaggio, macina gioco mettendo alle strette il Liverpool. Sale in cattedra Enzo Fernández, prende in mano il centrocampo, illumina il gioco con aperture e verticalizzazioni precise e aumenta il tasso d’intensità della pressione su Mac Allister. I londinesi alzano ulteriormente il baricentro, costringendo i Reds a schiacciarsi. Sulla fascia destra, James e Sterling hanno il sopravvento, dato che da quella parte c’è Gakpo, non a suo agio in copertura. La pressione dei padroni di casa procura diverse palle inattive e sugli sviluppi di una di queste, al minuto 37, arriva il gol del meritato pareggio. Chilwell rimette dentro di testa una palla vagante sulla quale si avventa Disasi, che nell’area piccola anticipa Alisson e trova la rete.
Analisi tattica Chelsea-Liverpool, il secondo tempo: monologo londinese
Nella ripresa, il copione dell’analisi tattica di Chelsea-Liverpool ricalca il medesimo della prima frazione. Partono meglio gli uomini di Klopp, abili a sfruttare qualche palla recuperata alta in pressing su Gallagher, ma poco a poco i padroni di casa ritrovano il bandolo della matassa. In generale, i Blues sembrano avere maggiore convenzione e, soprattutto, più energia nelle gambe. Ancora una volta, i pistoni del motore londinese sono i due esterni e il centrocampista argentino.
Klopp, preoccupato della situazione, corre ai ripari con un doppio cambio al minuto 66. Dentro Núñez e Jones, fuori Jota e Gakpo. Il modulo rimane il 4-3-3, ma più ordinato, con una mezz’ala vera e una punta fresca e fisica per impensierire il Chelsea. I Reds, però, senza grande foga, faticano a far breccia a difesa schierata. I Blues si coprono bene con un 4-4-2 in cui James e Colwil fanno i terzini e Chilwell e Sterling gli esterni di centrocampo. L’attaccante uruguaiano viene molto coinvolto nella manovra, ma sempre spalle alla porta e con Thiago Silva che non gli concede un centimetro.
Nell’ultimo quarto d’ora, Pochettino perde James, rimpiazzato da Malo Gusto. Klopp, invece, cala un altro doppio cambio, piuttosto sorprendente. Escono Salah e Díaz, entrano Elliott e Doak. Quest’ultimo viene impiegato come ala destra, mentre Szoboszlai si alza a fare quella mancina. Al di là di qualche sussulto, nemmeno con i nuovi innesti il Liverpool riesce a rendersi pericoloso. Meglio ancora, invece, il Chelsea che al minuto 81 si affida alle forze fresche di Mudryk e Maatsen ai posti di Sterling e Chukwuemeka. L’ucraino è particolarmente ispirato e semina il panico sulla fascia destra. A mancare, però, è un po’ di cattiveria sotto porta che possa trasformare in gol le diverse e ghiotte palle-gol costruite.
Chelsea-Liverpool, le considerazioni finali su una bella partita
Chelsea e Liverpool, come cercato di far emergere in questa nostra analisi tattica, hanno dato vita ad un bello spettacolo. Una partita viva, aperta, giocata con coraggio e ad alto ritmo, come si conviene ad un big match del calcio britannico. Un punto che, in questa fase embrionale della stagione, lascia il sorriso sui volti di entrambe le compagini.
In modo particolare, però, arride ai Blues. Dopo la scorsa annata, assolutamente impietosa, i londinesi sono finalmente una squadra. In fase di rodaggio, certo, ma almeno hanno un’idea chiara di gioco, presentano una proposta offensiva ben precisa, con tanti uomini coinvolti. Inoltre, questo sistema di gioco liquido sembra riuscire ad esaltare le caratteristiche dei singoli, sfruttandone la qualità per produrre un apprezzabile gioco. Da registrare ancora qualche bullone difensivo, ma per questo ci vorrà un po’ di tempo.
Quanto ai Reds, Luis Díaz conferma il proprio stato di grazia e sembra finalmente pronto a quell’upgrade sul piano della continuità e della maturità. Molto bene anche i nuovi innesti Mac Allister e Szoboszlai, subito lanciati dal primo minuto. Una buona prova che testimonia ancora una volta che questa squadra necessita di essere sempre al 100% della condizione per poter rimanere sul pezzo e dominare la gara. Anche per questo aspetto si potrà migliorare di partita in partita.