Arriva dura e puntuale la decisione dell’organo disciplinare della UEFA. Dopo aver analizzato i dati in proprio possesso, la Federcalcio europea ha stabilito che Andre Onana sarà squalificato da ogni competizione calcistica per i prossimi 12 mesi. Il portiere dell’Ajax sarà così costretto a rimanere lontano dai campi per un anno intero.
Dalle varie dichiarazioni del Club olandese possiamo provare a ricostruire le vicende che hanno portato alla pesante sospensione. Il 30 Ottobre 2020, il calciatore è stato sottoposto ad un test antidoping “fuori dalle competizioni”. In quella precisa circostanza i valori rilevati dalle autorità sanitarie e giudiziarie non sono sembrati essere trasparenti. Nelle urine dell’estremo difensore camerunense, infatti, è stata rinvenuta una sostanza denominata “Furosemide”, un particolare diuretico.
Dopo le verifiche necessarie, si è scoperto che il n°1 dei Lanceri ha assunto “involontariamente” uno dei medicinali della moglie: il “Lasimac”. In quei giorni, infatti, Onana non era nel pieno delle proprie forze e, per un grave errore, ha ingerito il farmaco che poi è risultato essere “fatale”.
Van der Sar si schiera dalla parte del proprio calciatore
L’UEFA non ammette margini di errore. A causa di una ferrea politica antidoping, l’organo internazionale sostiene che un atleta non debba assolutamente, in nessun tipo di situazione, assumere una sostanza che alteri il normale e fisiologico funzionamento corporeo. L’AD dei Lanceri Edwin Van der Sar ha rilasciato delle dichiarazioni importanti a margine della decisione presa dalla UEFA.
“Noi ci schieriamo a fianco di uno sport pulito. Questo è un brutto colpo sia per Andre che per noi come società. Onana è un nostro importante tesserato, un portiere di assoluto valore; anche i tifosi lo adorano. La speranza è stata sempre quella di una sospensione condizionale o di una squalifica ben più breve. La sostanza assunta non aveva come obiettivo quello di rinforzare il corpo o quello di migliorare le prestazioni”.
Sia Onana che l’Ajax, ora, presenteranno ricorso al CAS. Anche la stessa UEFA, infatti, prima di emanare la sentenza, ha ammesso di aver compreso che il calciatore non avesse alcuna intenzione di “raggirare i regolamenti”.
Onana squalificato per 12 mesi: perché?
La campagna che, da sempre, l’organo capeggiato dal presidente Ceferin conduce contro il doping è motivo d’orgoglio e di speranza. Tutte le squadre e le nazioni coinvolte nelle competizioni gestite da quest’associazione devono esser fiere di quest’iniziativa. Il doping è stato condannato da ogni rappresentante sportivo e giuridico; anche lo stesso Papa Francesco, in un’intervista di poco tempo fa, ha criticato aspramente questa deplorevole pratica.
La furosemide è una sostanza diuretica: questa agisce stimolando il rene ad eliminare, attraverso l’urina, l’acqua e i sali minerali in eccesso. Solitamente, i farmaci contenenti questo principio attivo vengono prescritti a coloro che hanno un edema polmonare; a chi accusa degli scompensi cardiaci; oppure a coloro che soffrono di ipertensione. Il Lasimac, dunque, contiene questa particolare molecola, ed Onana ne ha “inconsciamente” assunto un elevato quantitativo.
La WADA (World Anti-Doping Agency) ha inserito questo specifico agente tra i prodotti proibiti, in quanto definito “mascherante di altri preparati farmaceutici dopanti”. Infatti la furosemide consente di ripulire il rene e permette che eventuali curativi illegali non siano rinvenuti all’interno delle urine. Logicamente, date anche le affermazioni dei commissari UEFA, questo non è il caso del portiere dell’Ajax, ma la WADA per tale utilizzo ha stabilito che la pena possa variare dal semplice avvertimento ai due anni di sospensione.
Com’è possibile commettere un errore così grossolano?
I tabloid olandesi hanno aperto le loro pagine d’informazione con il titolo: “Onana squalificato per 12 mesi”. Questa la sentenza della UEFA; questo il duro colpo inflitto a giocatore e società. Quel che sicuramente più dispiace è che, stavolta, forse, la volontarietà di assumere una tale sostanza non ci sia stata.
Come dichiarato dallo stesso AD olandese Van der Sar, l’Ajax si schiera al fianco del proprio ragazzo, escludendo categoricamente la consapevolezza che si stessero infrangendo delle severe regole. Il Club, dunque, ora, farà ricorso presso la Corte Arbitrale per lo Sport.
Al giorno d’oggi, con la possibilità di una continua connessione con i siti d’informazione, è inaccettabile che “per errore” possano avvenire determinate sviste. Quel che stupisce di più è che, assumendo come valida la versione dell’Ajax e dell’estremo difensore, lo stesso giocatore non abbia controllato banalmente la confezione prima di assumere il farmaco. Fin dalle più basse serie professionistiche di ogni nazione le ispezioni diventano capillari e quasi quotidiane: per ragazzi chiamati a calcare i più importanti palcoscenici mondiali, questi sbagli potrebbero costare l’intera carriera.
Sicuramente gli organi competenti faranno le adeguate verifiche e controlleranno se la moglie del ragazzo avesse assunto con cadenza regolare il Lasimac. Se così dovesse risultare, come tutto il mondo del calcio oggi si augura, la WADA e la UEFA potrebbero anche ridurre l’anno di stop ad un mero “avvertimento”. Certo è che, se i controlli dovessero condurre ad un diverso epilogo, dati gli sforzi compiuti per debellare l’ignobile pratica, questa diverrebbe un’ennesima e vergognosa pagina di sport.