Come la pandemia da Covid-19 ha stravolto il calcio

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È la fine di febbraio 2020 e il Covid-19 sta per entrare a far parte delle nostre vite; il sistema del calcio mondiale, tuttavia, è già al collasso. Il virus giunto da oriente dà il colpo di grazia ad un’economia che, da anni, si regge su prestiti bancari (soprattutto le grandi società della Liga) e conti in rosso (club inglesi/tedeschi e società italiane, con poche eccezioni). Il football nostrano, da febbraio a novembre 2020, fa registrare una perdita di 600 milioni di euro e, a distanza di quasi un anno dalla data di quel bilancio, la conclusione non può che essere la sola ed inevitabile: la pandemia ha stravolto il calcio globale.

L’unica eccezione chiamata Premier League

Dal punto di vista finanziario, la sola lega che riesce ancora a prosperare è la Premier League. Anche nel corso dell’ultima sessione di calciomercato, infatti, i club britannici hanno speso 1,34 miliardi di sterline e ne hanno incassate “solamente” 630, facendo  così registrare una perdita di 700 milioni. Tutto ciò è stato reso possibile dall’appeal che la Lega inglese possiede e dai diritti tv, che ricompensano con ingenti cifre i club d’oltre manica.

Come la pandemia da Covid-19 ha stravolto il calcio

Nel resto del mondo la situazione è ben diversa, in qualche caso è addirittura agli antipodi rispetto a quella inglese. L’esempio italiano, in tal senso, è a dir poco esplicativo. Solo due anni fa l’Inter metteva a segno il colpo Romelu Lukaku per circa 75 milioni di euro e la Juve rinnovava tutto il proprio amore nei confronti di Cristiano Ronaldo, calciatore più pagato non solo entro i confini nostrani.

A 730 giorni di distanza da quegli eventi, purtroppo, le condizioni della nostra serie A sono divenute precarie e traballanti. I nerazzurri hanno dovuto cedere Lukaku e Hakimi per risanare il proprio bilancio e hanno condotto un mercato di basso profilo; la Juventus ha dovuto accettare l’offerta da 15 milioni del Manchester United per Cristiano Ronaldo, facendo registrare un’ingente minusvalenza; il Milan, infine, ha perso “a zero” due dei propri migliori calciatori: Donnarumma e Çalhanoğlu.

L’Europa del calcio cede sotto i colpi dei miliardi orientali

Queste tendenze non sono riscontrabili unicamente in Italia. In tutta Europa, infatti, a causa della crisi pandemica, le società meno potenti hanno dovuto fare i conti con, l’ancora attuale, crisi finanziaria.

Come la pandemia da Covid-19 ha stravolto il calcio

Questo breve resoconto dà prova di alcuni comportamenti che, nell’ultimo biennio, si sono manifestati sempre più di frequente, in Italia ma anche nel resto d’Europa. I club, oggi, hanno uno scarso potere d’acquisto; le società più deboli, poi, non riescono a competere con le grandi proprietà in fase di contrattazione; e le compagini più colpite, infine, sono costrette a trovare degli accordi con i calciatori per strapparli gratuitamente alle rispettive formazioni d’appartenenza.

I tre casi lampanti di come la pandemia abbia stravolto il calcio

Tre sono i casi che spiegano al meglio le difficoltà appena descritte. Lo scarso potere d’acquisto è ben evidenziato dalla trattativa tra Locatelli e la Juventus. La società bianconera, infatti, ha dovuto trovare un accordo con il Sassuolo sulla base di un prestito gratuito con successivo pagamento dilazionato in più anni.

L’impossibilità di competere in fase di contrattazione, invece, è esplicata perfettamente dall’esempio del caso-Donnarumma. Il Milan, infatti, non ha avuto le capacità economiche per poter battere la concorrenza del PSG, che ha offerto al n°1 italiano un contratto faraonico.

Come la pandemia da Covid-19 ha stravolto il calcio

Infine, un comportamento tipico degli ultimi due anni è stato quello di trovare accordi privati con i calciatori per bypassare il prezzo dei cartellini. Atletico Madrid, Barcellona, Paris Saint-Germain e la stessa Inter hanno attuato politiche societarie di questo genere, riuscendo ad ingaggiare grandiosi fuoriclasse garantendo loro un lauto stipendio e non dovendo entrare in trattativa con le formazioni rivali.

La lista potrebbe essere infinita, ma di seguito indichiamo i nomi più illustri: Sergio Ramos, passato dal Real Madrid ai parigini; Georginio Wijnaldum, trasferitosi in Francia dopo la parentesi al Liverpool; Luis Suarez, che nell’estate del 2020 ha salutato Barcellona per firmare un contratto con la seconda squadra di Madrid; Hakimi, che dopo una sola stagione italiana, ha accolto a braccia aperte la ricca offerta giunta d’Oltralpe.

La pandemia ha stravolto il calcio e le nostre vite

In conclusione, possiamo constatare come il modo di condurre le sessioni di calciomercato, nell’arco degli ultimi due anni, sia variato grandemente. Coloro che riescono a trovare finanziamenti provenienti dal Medio Oriente possono ancora costruire corazzate super-competitive e miliardarie.

Come la pandemia da Covid-19 ha stravolto il calcio

Chi non riesce a permettersi un mercato altisonante, però, deve accontentarsi di acquisire calciatori in prestito e di contrattare per mesi, sia per trattenere i propri atleti che per trovare accordi con calciatori in scadenza di contratto. A differenza di qualche anno fa, dunque, i club non hanno la facoltà di sedersi al tavolo delle trattative ma sono costretti a lavorare da dietro le quinte.

Il virus ha stravolto ogni aspetto delle nostre vite. Come il Covid è riuscito a destabilizzare e a rendere incerte le giornate di ognuno di noi, così lo stesso agente patogeno ha gettato nella confusione e nel caos un mondo che, solo due anni fa, sembrava navigare nell’oro e nell’agiatezza.

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