Da qualche giorno, il Comitato Esecutivo dell’UEFA, riunitosi a Vienna, ha approvato e reso noto un’importante decisione. La stessa fa riferimento ad un nuovo format, uniforme per tutte le competizioni per club, e a nuovi criteri per l’assegnazione di posti aggiuntivi per la UEFA Champions League a partire dalla stagione 2024/2025. Il nuovo sistema compie e concretizza il già noto “Sistema Svizzero” presentato nell’aprile 2021 e viene adottato dopo una lunga consultazione. Andiamo adesso a vedere più nel dettaglio quali sono le principali novità.
Competizioni UEFA, cosa prevede il nuovo format dal 2024
Come dicevamo, la decisione del massimo organo del calcio europeo riguarda fondamentalmente due aspetti. Formato finale e rinnovo dei criteri di partecipazione. Per quanto concerne invece il calendario, viene confermato quello attuale. E cioè partite a metà settimana, nel pieno rispetto dei calendari dei campionati nazionali.
Il nuovo formato
A partire dal 2024, in base al nuovo format, alle tre competizioni UEFA parteciperanno 36 squadre. Non ci sarà più la tradizionale suddivisione in gironi, bensì un unico gruppo che ingloba tutte le partecipanti. Si seguirà dunque la formula di un normale campionato. Ogni club, nella prima fase, disputerà 8 incontri, 4 in casa e altrettanti in trasferta, contro squadre diverse. In base a cosa verranno disposti gli accoppiamenti non è stato ancora chiarito. La Champions League condivide parimenti questa struttura con l’Europa League. Per la Conference, invece, è prevista solo una variazione rispetto alle altre due competizioni. Saranno 6, infatti, le partite nella fase di campionato che ogni squadra dovrà affrontare.
Le prime 8 classificate del girone unico accederanno direttamente alla fase ad eliminazione diretta. Le altre 8 che andranno a comporre gli abbinamenti per gli ottavi deriveranno da una fase di spareggio. A questa, che prevede sfide di andata e ritorno, parteciperanno le squadre piazzatesi tra il 9° e il 24° posto in classifica.
Come cambiano i criteri di accesso
Avendo allargato il novero delle squadre partecipanti, si è reso necessario innovare i criteri di accesso alla Champions. Sono 4 i nuovi posti disponibili. Uno è riservato al club classificatosi terzo nel campionato che occupa il quinto posto nella classifica delle federazioni nazionali UEFA. Allo stato attuale, beneficerebbe di questo nuovo criterio il campionato francese.
Un posto è assegnato ad una squadra vincitrice del titolo nazionale, estendendo da 4 a 5 il numero di club che si qualificano attraverso il cosiddetto “Percorso dei Campioni”.
Ed eccoci giunti all’ultima novità, oltre al format, della nuova UEFA Champions League a partire dal 2024. Gli ultimi due posti vanno alle federazioni con la migliore prestazione collettiva dei rispettivi club nella stagione precedente. Tali posizioni si ottengono attraverso un criterio molto preciso: numero totale di punti ottenuti diviso per il numero di squadre partecipanti. Queste due federazioni guadagnano un posto per il club meglio classificato dietro le posizioni disponibili per accedere alla Champions. Se tale criterio venisse adoperato già dalla prossima stagione, ne beneficerebbero Premier League ed Eredivisie.
Un nuovo format UEFA dal 2024 per il bene del calcio europeo
L’obiettivo principale di questa riforma dell’UEFA è quello di dare una maggiore attuazione al criterio meritocratico. Un modello che, secondo il presidente Ceferin, è più rispondente al valore sportivo europeo della solidarietà. Alla consultazione hanno avuto modo di presentare le proprie idee un po’ tutte le categorie degli addetti ai lavori. Tifosi, giocatori, allenatori, federazioni nazionali, squadre e leghe.
Chiaramente, l’aspetto valoriale non è di certo l’unico, dato che bisogna sempre strizzare un occhio alle finanze. La ratio che sottende la riforma ha natura anche economica e mira a migliorare la competitività e l’equilibrio delle competizioni. Insomma, offrire un prodotto ancora più appetibile e appetitoso al mercato dei diritti televisivi. Con la speranza di poter incrementare i ricavi e ridistribuirli ai club, ai campionati e ai settori di base. E già che ci siamo, assestare un’ennesima risposta forte al progetto Superlega.