Conferenza Roma-Empoli, Mourinho: «No pareggi? Un caso»

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La Roma vuole riscattare la sconfitta nel derby con la Lazio e tornare al successo in campionato, dopo quello di giovedì in Conference League: i giallorossi di Mourinho (intervenuto oggi in conferenza stampa) attendono un Empoli reduce da due vittorie consecutive contro Cagliari e Bologna, e che finora non ha mai sbagliato un colpo in trasferta.

Roma-Empoli, Mourinho in conferenza stampa: «Dobbiamo essere più equilibrati»

In conferenza stampa, José Mourinho presenta la sfida contro i toscani: «Oggi è il secondo giorno di recupero dopo la partita di giovedì, anche se lo abbiamo fatto a bassa intensità perché quando si gioca in settimana è difficile un recupero ad alta intensità. Sappiamo come gioca l’Empoli e le sue qualità, in Italia è la squadra che ha effettuato più cross e una di quelle con il maggior numero di tiri dalla distanza. Sia noi che loro non abbiamo ancora pareggiato? La ritengo una casualità. La differenza fra pareggio e vittoria non sta sempre nella filosofia di gioco ma nei dettagli. Una cosa è una squadra che entra in campo per pareggiare, un’altra è chi riesce a farlo. Per esempio, contro il Sassuolo la differenza tra il pareggio e la vittoria è stata un gol al 90’».

L’Empoli ha subito meno tiri in porta (25) rispetto alla Roma (28): a cosa è dovuto il fatto che i giallorossi concedano qualcosa di troppo in difesa? Il tecnico risponde: «Nel calcio è più facile difendere bene, soprattutto se lo fai a costo di non attaccare. Non è quello che vogliamo: ci piace creare occasioni e segnare, ma nello stesso tempo vogliamo difendere bene. Nelle ultime due gare giocate in trasferta in campionato abbiamo subito sei gol: è troppo per noi, dobbiamo essere più equilibrati e ci stiamo lavorando».

Il tecnico su Darboe: «La mia fiducia nei suoi confronti è cresciuta»

Sull’equilibrio in campo: «Il risultato è più importante, se giochi un calcio offensivo e perdi 5 a 4 allora è meglio un calcio difensivo e fai 0-0, almeno prendi un punto. Scherzi a parte, l’equilibrio è fondamentale: bisogna difendere bene senza concedere troppi gol e nello stesso tempo bisogna segnare per vincere. Quando ho detto che in Italia si gioca un calcio più propositivo, mi riferivo alla qualità complessiva del gioco: la maggior parte degli allenatori in Serie A vuole giocare bene».

Su Darboe, che contro lo Zorya ha fornito una prestazione positiva: «Ha fatto un buon percorso con noi. L’anno scorso ha giocato in prima squadra senza responsabilità, quando Paulo (Fonseca, ndr) lo ha fatto esordire visti i tanti infortuni e le poche opzioni a disposizione. Ha giocato molto bene senza pressioni, adesso invece ha un senso maggiore di responsabilità. Non è più il giovane della Primavera e lui stesso ha fatto pressione su di sé. Ha imparato ed è cresciuto: contro lo Zorya avevamo altre opzioni come Diawara, Villar e Bove, ma avevo pensato che fosse il momento giusto per Darboe. La sua risposta è stata buona: è stato concentrato e mi è piaciuto tanto. Non si può dire che abbiamo guadagnato un giocatore perché lo avevamo già, ma la mia fiducia nei suoi confronti è cresciuta».

Sui tifosi: «Li ringrazio dal primo giorno per l’appoggio nella mia persona ma soprattutto alla squadra. Il loro sostegno è una chiara dimostrazione di “romanismo”. Facile essere tifoso di una squadra che vince sempre, più difficile esserlo quando non si vince. È una dimostrazione di fiducia nell’atteggiamento della squadra: abbiamo perso due partite ma abbiamo avuto voglia, qualità e impegno. Ai tifosi piace».

Roma-Empoli, in conferenza Mourinho sulle Nazionali: «Assurdo giocare giovedì sera in Sudamerica»

Mourinho è contento del rinnovo di Lorenzo Pellegrini fino al 2026: «Quando ho sentito che la proprietà non voleva perdere un giocatore come lui, e quando Lorenzo mi ha detto che sarebbe rimasto al cento per cento, tutto restava nelle mani di Tiago Pinto e del procuratore del giocatore, ma si sapeva che sarebbe andata a finire così. Per me è una decisione giusta per la squadra, la società e lo stesso Lorenzo, un simbolo di Roma visto che è nato e cresciuto qui. Per noi questo tipo di stabilità è importante».

In merito alle mancate convocazioni in Nazionale di Mancini e Zaniolo, il tecnico risponde: «L’Italia ha un Commissario Tecnico con grande responsabilità che deve scegliere tanti giocatori. Rispetto ogni decisione, sia che dalla mia squadra venga convocato un giocatore sia che ne vengano chiamati dieci. Penso che i giocatori preferiscano andare in Nazionale perché è motivo di orgoglio, ma se rimangono nei club sono protetti e lavorano bene. Non hanno partite da giocare né da vedere in tribuna».

Il tecnico non condivide alcune scelte in merito alle gare delle Nazionali: «Per noi gli interessi del club sono più importanti. Chi sta dall’altra parte ritiene più importanti gli interessi della Nazionale. Ci sono cose da migliorare, certamente un calcio senza Nazionali non è la soluzione. Penso però che sia assurdo giocare il giovedì sera in Sudamerica, che per noi europei è già venerdì mattina. Non mi piace, inoltre, che tante nazionali convochino 35-40 giocatori invece di 23-24 per appena due o tre partite. Va a finire che oltre una decina di giocatori non gioca e non si allena con la giusta intensità».

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