Conferenza stampa Italia-Macedonia, Spalletti: «Bisogna vincere»

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Questa sera, alle 20:45 (con diretta TV su Rai 1), l’Italia di Luciano Spalletti scenderà in campo all’“Olimpico” di Roma contro la Macedonia del Nord per una gara che sarà importantissima in chiave qualificazione ad Euro 2024: ieri sera il c.t. azzurro ha parlato ai microfoni dei giornalisti in conferenza stampa.

Italia-Macedonia del Nord, Spalletti in conferenza stampa: «Con Bastoni siamo stati attenti»

L’allenatore di Certaldo ha presentato con queste parole l’avvicinamento e la preparazione della squadra (che dovrà fare a meno di Bastoni in difesa) alla gara fondamentale di domani: «Prima di una partita di questo livello si tenta di andare a toccare tutti i temi che ci vogliono per affrontarla: abbiamo a disposizione una settimana che dobbiamo riempire bene. Bisogna stare attenti a non eccedere nelle cose che diciamo: ci sono anche studi fatti su come dobbiamo confrontarci. Facciamo la riunione al mattino, abbiamo fatto un allenamento doppio per mettere in pari chi aveva giocato prima di sabato. Noi stiamo attenti. Anche se ci è successo il fatto di Bastoni, noi siamo stati attenti alle dosi di allenamento che abbiamo fatto. C’entra magari un po’ di tensione in queste cose, la voglia di esserci di questi ragazzi, che è totale: magari li fa andare oltre a qualche problemino che hanno, pur di aiutare la squadra. Ma ragioniamo in maniera corretta e seria: anche io devo imparare come ci si comporta dentro queste tempistiche di lavoro e ho modificato qualcosa. E bisogna imparare cosa significa la responsabilità della nostra maglia: lì per lì non la metti a fuoco, ma di volta in volta aumenta.

La Macedonia è una squadra di tutto rispetto. Non bisogna essere rigidi nel calcio, ma elastici: noi cambiamo spesso. Elmas sa fare tutte e due le cose, può trovare verticalizzazioni anche nel gioco stretto. Ma dobbiamo avere sempre equilibrio. Cosa è cambiato rispetto all’ultima partita contro di loro? Sono partite che ci sono servite. Diventa più facile riuscire a creare il gruppo e la relazione, da qui a domani sera conta solo quello, non altro, quel risultato lì. Da domani si riprende in mano anche altro. Ora è questo che vogliamo fare. Bisogna vincere questa partita e fare una buona prestazione. In allenamento non abbiamo fatto “cose straordinarie”. Se riusciamo a fare un allenamento che il calciatore ha più piacere a sviluppare, viene anche meglio. Ma abbiamo fatto cose umane: il gesto tecnico fa vedere quello che siamo, il contrasto e il duello vinto fanno vedere dove vogliamo arrivare».

«Mi aspetto che sia Jorginho a battere un eventuale rigore»

In seguito, il mister toscano ha parlato dei singoli, sia di quelli che non sono a disposizione che di coloro che potranno fare la differenza in campo contro la Macedonia del Nord: «Vicario è rimasto a Coverciano. Invece, se non c’è stato niente di nuovo, avremo Kean. Gli infortuni imprevisti? Siamo abituati a queste situazioni. C’è anche una fatica psicologica che intossica i muscoli. A me piace vedere partite, stare sul divano, ruzzolare la palla… sono in controtendenza, spero ce ne siano ancora di più. Giocando tutte queste partite si rischia un po’ di essere in automatico… dipende però dall’automatismo, dalla cadenza. Non è detto che giocando diverse partite ci si infortuni per forza: è sempre la testa che determina.

Per eventuali rigori ne abbiamo tre bravissimi. Per la personalità che ha, mi aspetterei che Jorginho si vada a prendere la palla. Me lo aspetto per la qualità di uomo, di specialista: sono sicuro che non si tirerà indietro. L’ho conosciuto personalmente solo in questi giorni qui e mi ha fatto un’impressione incredibile: dal punto di vista del far muovere tutta la squadra e del farmi vedere quale sia la sua volontà di stare dentro questo gruppo, in queste partite. Lui è sempre stato presente, anche se non l’avevo convocato».

Conferenza stampa Italia-Macedonia del Nord, Spalletti: «Domani sarà bellissima qualsiasi atmosfera troverò»

Infine, Spalletti ha speso alcune parole riguardo allo stadio “Olimpico”, dove domani tornerà nelle vesti di c.t. della Nazionale dopo essersi lasciato alle spalle non poche polemiche in passato a causa delle incomprensioni con Totti: «Domani sarà bellissima qualsiasi atmosfera troverò. Che sia di quelle corrette o meno, sarà bellissimo rivederlo pieno. Ci saranno 54.000 persone. È una roba che tocca solo a quelli fortunati come noi, avere un tale pubblico a disposizione, avere la possibilità di fargli vedere il nostro valore. È un po’ la stessa cosa di quando entro in qualsiasi stadio e vedo la curva piena. È vedere un tramonto bellissimo, un quadro bellissimo. Per me vedere l’”Olimpico” pieno è come vedere l’arcobaleno. È una roba bellissima, per tutti i momenti emozionanti che ho passato su quella panchina. Lì abbiamo prodotto un calcio che trascinava il pubblico a nuovi slogan, poi abbiamo fatto risultati importantissimi. Poi, a livello di titoli, non ne abbiamo vinti molti, ma il livello di calcio è un titolo di cui puoi godere sempre. Perché poi quando incontri i bambini dall’altra parte del mondo… io ero con la tuta dello Zenit e loro mi dicevano “Spalletti-Roma”. Quel calcio aveva provocato un messaggio indelebile nei bambini che ci amavano e sono il nostro futuro. Quella può essere un’altra vittoria, quando anche dall’altra parte del mondo riconoscono la bellezza.

L’incontro con Totti all'”Ospedale Pediatrico Bambino Gesù” è stato un momento di vita veramente toccante. Io c’ero già stato con Francesco. Sono stato felice di salutare questi bambini, mi sembra di donare 1 e ricevere 1000. Quando entriamo nelle stanze diventano con gli occhi di mille colori, ti vedono come un supereroe e invece sono proprio loro che hanno questo super-potere di donarti la sensazione che c’è bisogno di amicizia vera. Ancora di più è stato bello fare questo abbraccio con Totti: è stato un capitolo entusiasmante della mia storia da allenatore. Con lui ho fatto uno dei giri più belli su questa “giostra del luna park”, su questa bellezza che è il calcio. Gli ho visto fare giocate, debbo essergli riconoscente per quello che mi ha fatto vedere. Anche per questo non ho mai smesso di abbracciarlo. Come dicono in tanti, ma penso tutti, noi dipendiamo dalle qualità dei calciatori. Io ho avuto tanti i vantaggi ad avere allenato un calciatore come Totti».

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