Questa sera, Empoli-Genoa aprirà la 12ª giornata di Serie A. Fra gli anticipi del sabato spicca invece Juventus-Fiorentina: l’allenatore dei bianconeri Massimiliano Allegri ha parlato della sfida in conferenza stampa. Inutile sottolineare l’importanza della gara, vista la situazione di classifica negativa dei bianconeri (rimasti in ritiro dopo Verona) e lo stato di forma degli avversari, che sono davanti in classifica di 3 lunghezze.
Juventus-Fiorentina, Allegri in conferenza stampa: «Le partite di campionato sono tutte da bollino rosso»
Preparando la gara contro i Viola di Vincenzo Italiano, il tecnico bianconero ha speso alcune parole di elogio per gli avversari e non si è risparmiato una certa autocritica: «La Fiorentina ha 3 punti in più di noi, gioca bene in ampiezza e ha giocatori tecnici. Ha un allenatore bravo che fatto bene l’anno scorso a La Spezia e sta facendo bene anche ora. Serve una partita giusta sotto il piano tecnico e difensivo, cercheremo di fare meglio delle ultime due partite. Vlahović? I giocatori si possono vedere, ma credo che finché non li alleni sia difficile dare giudizi. È bravo, lo dimostrano i numeri. Però noi abbiamo ottimi difensori, quindi sono tranquillo. Le partite di campionato per la Juve sono tutte da bollino rosso, non solo Juventus-Fiorentina. I fatti dicono questo, bisogna essere realisti e pratici. Noi abbiamo preso 11 gol da squadre che sono dal decimo posto in giù in classifica. Su questo bisogna migliorare. Con lo Zenit abbiamo tirato i remi in barca, il secondo gol preso era nell’aria. Dobbiamo fare quel salto: se non ora, tra 10 giorni, tra un mese, ma va fatto. La Juve non può essere la squadra che gioca le partite senza sapere ciò che succede. Le partite nostre in campionato, fino a questo momento sono state sempre aperte. Dobbiamo lavorare.
Dobbiamo restare coi piedi per terra: non è che dopo lo Zenit siamo diventati fenomeni, dobbiamo migliorare. Innanzitutto non prendere gol anche se ne abbiamo fatti quattro. Dobbiamo togliere quella sensazione di non essere sicuri nel fare la fase difensiva. Il passaggio del turno è stato importante, ma in campionato siamo indietro. Dobbiamo stare zitti, pedalare e lavorare. Con lo Zenit non è stata “la svolta”, quella deve essere la normalità. Vincere una partita, metterla da parte e pensare a quella dopo. Non è che vinta una partita abbiamo sistemato una stagione, assolutamente no. Juve “presuntuosa” nell’approccio alle gare? Non è questione di approccio alla partita, a parte quella di Verona, dove arrivavamo da una sconfitta pesante. Quello è stato il primo quarto d’ora con un approccio sbagliato. Dobbiamo migliorare più che altro dopo essere andati in vantaggio: lì stacchiamo la spina, sembra che tutto sia facile e invece diventiamo vulnerabili. Dobbiamo alzare l’attenzione».
Conferenza stampa Juventus-Fiorentina, Allegri: «Bonucci a riposo? Vediamo»
Allegri ha commentato così la condizione dei calciatori a disposizione per la sfida: «I giocatori sono a disposizione quasi tutti, tranne Kean e De Sciglio. Bonucci a riposo? Vediamo: oggi facciamo il penultimo allenamento, ma la squadra sta bene. Cuadrado è in forma, ha giocato tante partite e viene da due stagioni dove ha fatto molto bene. Domani devo ancora decidere chi far giocare. Locatelli è cresciuto e sta crescendo così come McKennie, che ora è più ordinato e meno anarchico sul campo. Lui è un giocatore che poi nella partita ha sempre due-tre situazioni e in questo momento sta molto bene fisicamente. Le mie aspettative su Dybala sono quelle che ho sempre avuto, è un giocatore tecnico che fa gol. Quest’anno l’ho trovato voglioso all’inizio. E infatti dal rientro dall’infortunio sta crescendo perché quotidianamente migliora. Perché giochiamo come ci alleniamo. Rabiot? Inutile parlare del suo potenziale. Adrien deve fare molto di più, è semplice. Morata è un giocatore che quando inizia a far gol può farlo per due tre mesi. L’altra sera ha fatto una buona partita anche perché credo sia stato agevolato dal giocare meno spalle alla porta. Kajo Jorge sta meglio fisicamente, può giocare da prima punta o in coppia con un’altra».
«In ritiro abbiamo analizzato insieme il momento»
Il tecnico livornese ha parlato poi dell’importanza dei giorni di ritiro passati insieme alla squadra, durante i quali ha potuto analizzare la situazione attuale della Juve: «Questi giorni passati insieme in ritiro sono quelli che ci sono mancati quest’estate, quando si sta insieme, si lavora, si chiacchiera. Anche non facendo allenamenti pesanti, ma differenziati, chi lavora in palestra, chi in campo. Ora però è importante chiudere bene prima della sosta altrimenti questi giorni non saranno serviti a niente. Le critiche fanno parte del gioco, soprattutto su un allenatore che non fa risultati in campionato. Sono anche uno stimolo, c’è un divertimento per me. L’ho vissuta cercando di analizzare con tutti gli altri il momento. Dall’inizio del campionato a ora, ci sono state situazioni che vanno migliorate e che sono capitate. Solita retorica: col Sassuolo non meritavamo di perdere, poi è successo con lo Zenit e hai fatto tre gol. Con l’Empoli in casa abbiamo creato molto. Venivamo da una brutta sconfitta e non siamo riusciti a metterla da parte col Verona. Col Sassuolo è stata una brutta sconfitta dopo un periodo positivo e in tre giorni abbiamo buttato quanto costruito in un mese. Poi com’è andata a Udine lo sapete, a Napoli pure… Le prestazioni non sono state cattive, ma se prendi 11 gol con 6 squadre che vanno dal decimo all’ultimo posto allora devi lavorare per aggiustare qualcosa. Tralasciando l’autogol di Bonucci, con lo Zenit andava raddoppiato l’uomo in quell’occasione: diamo alcune cose per scontate e non deve accadere».
Allegri sui giovani: «Devono fare un percorso, vale per tutti»
Infine, l’ex Milan si è soffermato sulla crescita dei giovani del vivaio, e in particolare del talento argentino classe 2003 Soulé: «Abbiamo convocato tanti giovani. Soulé è un ragazzino bravo però ora lasciamolo tranquillo, altrimenti facciamo lo stesso errore che facciamo con i ragazzi giovani: ossia che dopo tre partite sono da Pallone d’Oro. Ormai è una legge non scritta che un giocatore quando arriva a 25-26 anni raggiunge la maturità, poi c’è qualche eccezione. Lasciamogli fare il suo percorso. Il progetto Under 23 molto importante perché anticipa la crescita dei ragazzi. I giovani poi dopo devono passare attraverso la B, una A media-bassa e poi a quel punto si valuta se il ragazzo può stare nella Juventus o giocare in Serie A in altre squadre. Questo è il percorso deciso per i ragazzi da quest’anno: Fagioli, Ranocchia… sono in B e giocano ogni domenica altrimenti perdono tempo. Purtroppo i ragazzi di oggi – e qualcuno mi darà addosso – si sbaglia se li si vuole mandare subito in Serie A: perché poi magari non giocano. Devono fare un percorso, questo vale per tutti: ecco perché tanti giovani si perdono. Gli mettiamo nella testa che, dopo 30 minuti nelle big, hanno la possibilità di giocare in Serie A. Li mandiamo a Sassuolo, Venezia, Empoli e poi non giocano e si perdono per strada. E vengono avanti giocatori che arrivano da Lega Pro, Serie B, Serie A. Ma ora è tutto evoluto, sono mode. La crescita dei singoli giocatori dev’essere quella, non s’inventa nulla».