Dopo la vittoria di venerdì contro l’Inghilterra, l’Italia torna in campo per affrontare la capolista a sorpresa del girone 3 della Lega A di Uefa Nations League, l’Ungheria. Il fischio d’inizio è previsto alla “Puskás Aréna” per le 20:45. La diretta TV della sfida sarà trasmessa in chiaro su Rai 1. Ecco le parole del c.t azzurro Roberto Mancini nella conferenza stampa alla vigilia di Ungheria-Italia.
Ungheria-Italia, Mancini in conferenza stampa: «Giocare in Ungheria non è mai semplice»
L’allenatore jesino ha esordito commentando la partita che si aspetta di giocare domani in Ungheria: «Giocare in Ungheria non è mai semplice. Mi fa piacere che la nazionale ungherese abbiamo fatto un’ottima Nations League, è allenata da un mio ex compagno di squadra che ha fatto un grande lavoro. Abbiamo il 50% di possibilità di arrivare primi, loro possono contare anche sul pareggio. Il fatto di esser qui a giocarci il primo posto a 90 minuti dalla fine ci fa piacere: proveremo a passare il turno. Abbiamo grande rispetto per l’Ungheria: negli ultimi 2-3 anni è migliorata tantissimo. Gioca un buon calcio, attacca e si difende bene.
Per domani i ragazzi presenti sono tutti a disposizione. L’Ungheria gioca con lo stesso sistema di gioco dell’Inghilterra, è una squadra simile… se il sistema di gioco da parte nostra sarà lo stesso, bisogna non farsi prendere dal panico di far gol. Tranquillità e tecnica, anche con l’assetto di venerdì bisognerà essere più offensivi».
«Immobile? Non valeva la pena correre il rischio»
Il c.t. azzurro ha poi spiegato con che atteggiamento tattico l’Italia cercherà di strappare il primo posto del girone ai magiari, per poi spiegare l’abbandono a sorpresa del ritiro azzurro da parte di Immobile: «Stiamo valutando la cosa migliore da fare per metterli in difficoltà Se saremo con lo stesso assetto di San Siro, l’importante sarà attaccare con più giocatori. Stiamo valutando le due cose. Qualcosa cambieremo, vedremo come stanno tutti i ragazzi. Dobbiamo cercare di attaccare, quando avremo le occasioni, di sfruttarle al meglio. Dobbiamo poi difendere bene: l’Ungheria in casa davanti a 70.000 spettatori proverà a vincere e noi dovremo giocare con la massima tranquillità.
Immobile? Abbiamo provato e lui è stato bravissimo a stare con noi. Poi stamattina abbiamo deciso di lasciarlo a casa, perché non valeva la pena correre il rischio: diventava troppo pericoloso. Dispiaceva a lui e a noi. Ciro sarebbe rimasto volentieri: è rimasto con noi anche durante la prima partita. Ha voluto provarci, ma non poteva rischiare. Sapevamo dall’inizio che con Immobile sarebbe stata difficile. Non stava malissimo, voleva recuperare ma si è allenato pochissimo e non è stato così semplice. Il Prof. stamattina ha controllato e abbiamo deciso così: non si allenava da tre giorni. Ci siamo sentiti quando sono arrivato a Milano ma era una cosa di cui si era già discusso in questi giorni».
Conferenza stampa Ungheria-Italia, Mancini: «A volte bisognerebbe amare di più la Nazionale»
Mancini ha infine parlato dell’importanza di un’eventuale vittoria non per riscattare il Mondiale perso, ma per la crescita dei giovani – come Raspadori – che devono acquisire esperienza in campo internazionale: «Che segnale darebbe il primo posto nel girone? Io non devo ritrovare certezze. Non poter giocare il Mondiale sarà una sofferenza enorme, a volte capitano queste cose anche quando non si meritano. Andare alle finali però potrebbe essere molto importante per i giovani ragazzi, per giocare nuove importanti partite di grande esperienza internazionale. Raspadori? Noi lo abbiamo portato agli Europei dopo che aveva giocato pochissime partite. Può diventare un giocatore importante ma deve crescere, ha poca esperienza a livello internazionale. Ha qualità tecniche importanti, sicuramente lavorerà per migliorarsi e potrà diventare un giocatore importante per la Nazionale.
Tutti i c.t. hanno lo stesso problema durante l’anno: chiamare i giocatori che hanno tanti impegni e tanti viaggi e magari a volte non sono in buone condizioni. La cosa più importante è aver la voglia di venire in Nazionale, poi noi abbiamo sempre cercato di non creare problemi a nessuno, noi abbiamo sempre fatto il nostro dovere e continueremo a farlo. La cosa importante è che la Nazionale resti una cosa davvero importante per un giocatore: a volte bisognerebbe amarla un po’ di più».