Consiglio ai razzisti

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Rivolgo questo consiglio ai razzisti che in ogni occasione vanno allo stadio a vedere una partita di pallone.

Vorrei che capiste che questo mondo è cambiato tanto negli ultimi 45 anni ed è destinato a cambiare ulteriormente.

L’inizio del cambiamento lo si può far risalire al maggio 1980. Quel giorno, il Consiglio Federale della FIGC decise di aprire agli stranieri il nostro campionato. Non c’erano più solo i “terroni” a calcare il sacro campo da gioco delle vostre città e a cui rivolgere i vostri epiteti razzisti. Sono arrivati gli stranieri, comunitari e extracomunitari di ogni razza e colore della pelle dai giapponesi ai coreani, dagli americani ai brasiliani, dagli argentini ai russi, dai serbi ai croati, dagli islandesi ai camerunensi. Prima solo 1 poi 2 poi senza limiti. Prima almeno erano solo 4 su 22, ora non c’è più limite ed è possibile vedere partite anche con 22 stranieri in campo.

Consiglio ai razzisti

E non sono arrivati giocatori e allenatori solo con pelle di ogni colore ma anche di ogni religione.  E il cambiamento non si è più fermato. Si è diffuso in tutto il mondo calcio, da est a ovest da nord a sud, come se i confini non esistessero più.

E quando vediamo un giocatore rivolgersi al cielo non sappiamo più se si sta rivolgendo a un caro estinto o a un qualche Dio di cui ignoriamo l’esistenza. E se parla una lingua dell’est? Qui è troppo difficile individuarne l’origine, soprattutto dopo la dissoluzione della Jugoslavia e dell’URSS. Perché non chiamarli tutti “Zingari”?

Sinceramente, è comprensibile il vostro disagio a vivere in questo mondo così diverso dal mondo che sopravvive ormai solo nelle vostre menti. Per cui ecco un consiglio. 

Consiglio ai razzisti

Consiglio ai razzisti: state fuori dagli stadi

Sì, è l’unico modo. Non andate più allo stadio. Questo mondo ormai non vi appartiene più. Il mondo del calcio è diventato multietnico, multirazziale, senza confini che fa della diversità la propria ricchezza. Per cui è possibile vedere a Mosca un brasiliano o un congolese segnare un goal, la Nazionale Francese vincere un Mondiale con giocatori di origini angolane, l’Italia giocare con giocatori di pelle nera. E questo non vale solo per gli stadi dove giocano i professionisti. Lo stesso fenomeno avviene nei tornei minori e nei capi di provincia dove giocano i ragazzini e le ragazzine. Consiglio ai razzisti di stare lontano anche da quei luoghi.

Il calcio è uno spettacolo e andare allo stadio ha ormai il senso di andare a vedere talenti prestigiosi in grado di fare cose spettacolari che ci esaltano. Una grande parata, un tiro al volo, uno stacco imperioso. E non è importante la provenienza dell’atleta per potere apprezzare queste cose. Ciò che conta è godere del gesto tecnico.

Volete privare milioni di spettatori delle prodezze di un futuro George Weah, o di un Mohamed Salah in pectore solo perché non lo sentite appartenere alla vostra razza, sempre che questa parola abbia un senso anche per il genere umano oltre che per gli  equini, i bovini e i cani.

E non credo che ci sia la possibilità di un cambiamento per venire incontro alle vostre esigenze. Costerebbe troppo in termini di qualità dello spettacolo per assecondare poi a quella che rimane sempre una minoranza negli stadi, seppur pittoresca e rumorosa.

No, questo posto non vi si addice più, non è più la vostra casa e non guardatevi intorno perché vedreste la stessa eterogeneità anche tra gli spalti che frequentate e nella squadra che tifate. Il consiglio ai razzisti è e rimane state fuori dagli stadi di qualsiasi categoria.

Non si può però ignorare il vostro amore per lo sport e il piacere che avete nell’identificarvi in una squadra che sfida un’altra squadra. Prendere una parte, tifare, sperare per la vittoria dei vostri colori. Allora il consiglio ai razzisti è di seguire altri sport dove poter esercitare questo sano passatempo. Prima però un paio di avvertimenti.

Lasciate perdere altri sport di squadra come la pallacanestro o la pallavolo che si sono adattati, meglio e prima del calcio forse, al mondo moderno.

State alla larga da ricerche troppo approfondite, che vadano oltre la memoria dei vostri nonni, sulla vostra genealogia. Potrebbe riservare sorprese che potrebbero non piacervi

Altri sport da seguire 

Ruzzola – Sport popolare e gioco tradizionale italiano di antichissime origini, diffusissimo e radicato in varie parti della penisola.

Boccia su strada – Sport tradizionale europeo, variante delle bocce, praticato in vari Stati (riconosciuto anche dal Coni). Si effettuano anche incontri internazionali (generalmente il martedì e il mercoledì) in orario aperitivo.

La lippa – Antico gioco popolare. Viene considerato alla stregua di uno sport popolare e periodicamente se ne disputano tornei internazionali a livello agonistico.

La Morra – Diffuso in tutta l’Italia, nelle Alpi occidentali, in Spagna, in Francia, in Corsica, fino alla Croazia.

Lo tsan – Antico e popolare sport di squadra valdostano che ricorda vagamente il baseball. Viene praticato in due campionati, uno primaverile e uno autunnale.

La trottola – Gioco che può essere praticato sia singolarmente che a squadre. Attualmente non esiste un campionato strutturato ma pare che alcune società europee stiano pensando ad un torneo in stile NBA ma in chiave continentale.

Gioco delle tre carte – Praticato in molti angoli delle città, vede sfidarsi un abile giocatore di carte, apparentemente solitario, contro chiunque si voglia cimentare a indovinare la posizione di una delle tre carte scelte. Se piace vincere spesso, perché dà più soddisfazione, si consiglia di tifare per il giocatore apparentemente solitario. Contrariamente a quanto i più pensano, questo sport ha avuto origine nel nostro paese.

Questi sono alcuni degli esempi degli sport che si possono seguire nelle domeniche o negli infrasettimanali liberi dal calcio. Per ulteriori spunti fate una ricerca su “sport popolari antichi in Italia” 

Essendo in vena di consigli ai razzisti mi sento di darne un altro. Per partecipare a questi eventi, a cui si può assistere in forma singola o anche in forma aggregata, sarà meglio lasciare a casa striscioni e bandiere inneggianti a criminali di guerra o delinquenti comuni.

In questi contesti, invece, versi della scimmia ululati o richiami alle origini dei partecipanti vengono visti più con stupore che riprovazione; essendo completamente fuori luogo, potrete al massimo essere considerati come soggetti bizzarri e verrete velocemente ignorati dagli altri astanti più attenti al gioco che alle vostre bizzarrie.

Sarebbe bello se sceglieste di seguire questi sport. La vostra presenza a queste manifestazioni richiamerebbe all’inizio un discreto eco mediatico, da sempre abituato a seguire le vostre gesta: questo farebbe bene a questi sport che fanno parte della tradizione italica e che questa modernità selvaggia rischia di dimenticare. E lascereste lo spazio libero negli stadi a bambini e ingenui di ogni età che in una rovesciata volante riescono ancora a vedere la bellezza del gesto tecnico e atletico, la fatica dell’atleta per mantenersi a livelli idonei alla dinamicità del gioco e non farebbero alcun caso alla provenienza genealogica del giocatore e dei suoi antenati.

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