Coppa Italia, Atalanta-Napoli (3-1), Gattuso: “Due errori uguali”

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Dopo Gasperini, tocca a Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli, commentare la sconfitta dei partenopei in semifinale di Coppa Italia contro l’Atalanta. Per gli azzurri, così, sfuma l’opportunità di rivincita contro la Juventus, prossima avversaria in campionato.

Coppa Italia, Atalanta-Napoli (3-1), Gattuso: “Paghiamo gli errori a caro prezzo”

L’ex rossonero è visibilmente deluso per la prestazione offerta dai suoi giocatori. Non ci stiamo facendo mancare nulla. Al di là delle cose storte, penso che nei primi due gol potessimo fare molto meglio. Abbiamo fatto due errori e abbiamo subito due gol uguali. Nel secondo tempo abbiamo cambiato qualcosa a livello tattico, poteva andare in maniera diversa. Parliamo sempre di qualcosa che ci viene a mancare, paghiamo a caro prezzo gli errori. Si gioca ogni tre giorni, ora dobbiamo guardare avanti e pensare a recuperare le forze. Recuperi per la Juve? Manolas mancherà per un mese, su Koulibaly sapete meglio di me. Tutti i casi Covid li abbiamo sempre portati fino alla fine, sono durati 20 giorni. Siamo contenti di aver dato 79 minuti di gioco a Osimhen, ma non è ancora il giocatore che conosciamo“.

Dobbiamo fare i complimenti a tutti, se sei un’altra squadra contro un’Atalanta così poteva andare in maniera diversa. Lati positivi? Parlo della qualità di gioco, se non sei forte non riesci a tenere lì l’Atalanta, questo è il segnale confortante. Momento più difficile da allenatore? No, ne ho passati molto di più in categorie diverse. È un calcio diverso e stiamo giocando in maniera differente, senza tifosi e ogni tre giorni. Lo fanno tutti, ma non me lo sarei mai aspettato di giocare un calcio così nella mia vita. Si può far fatica, recuperare poco. A volte i giocatori fanno fatica a esprimersi, ma succede a tutti. Penso che in questo momento il primo responsabile sia io, devo avere la bravura di tenere alto entusiasmo e voglia“.

“Ultima spiaggia? Chiedete alla società”

Gattuso conclude rispondendo alle domande sulla sua posizione. “Non lo so, dovete chiederlo alla società. Il capitano della barca sono io, quando le cose vanno male vanno a discapito del capitano. Non posso pensare a questo, a penultima o ultima spiaggia. Devo lavorare e riuscire a dare fiducia. Faccio l’allenatore, ci può stare. Non sarò né il primo né l’ultimo, ma ho il dovere di provarci fino alla fine“.

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