Coppa Italia, Juventus-Lazio (1-0): l’analisi tattica

0
analisi tattica Sassuolo-Atalanta

Il corto muso torna di scena all'”Allianz Stadium”, dove la Juventus batte la Lazio dopo una partita di pazienza e solidità, due parole-chiave ricorrenti di questa analisi tattica. Grazie alla rete segnata da Bremer al minuto 44, i bianconeri eliminano la squadra di Sarri e raggiungono l’Inter in quella che sarà una suggestiva semifinale di Coppa Italia. Spirito di squadra e concentrazione hanno la meglio sui biancocelesti, apparsi piuttosto spuntati e privi di quel brio che è un po’ il loro marchio di fabbrica. Andiamo ad approfondire le trame di questo quarto di finale accompagnandovi attraverso la nostra analisi tattica, cominciando però con la presentazione delle formazioni di Juventus e Lazio.

Moduli consueti e leggerissime novità. Nel 3-5-2 dei padroni di casa, Allegri schiera un tridente difensivo tutto carioca davanti a Perin, con Danilo, Bremer e Alex Sandro. Sugli esterni, confermato Kostic a sinistra, mentre a destra si rivede Cuadrado dal primo minuto. In mezzo, Locatelli in cabina di regia, affiancato dalle mezz’ali Rabiot e Fagioli. In attacco, Vlahovic riferimento centrale, con Chiesa a svariare in suo appoggio.

Gli ospiti presentano un 4-3-3 che vede Massimiano tra i pali, retroguardia guidata dalla coppia Romagnoli-Patric, con i due terzini Marusic e Lazzari. Chiavi del centrocampo affidate all’inamovibile Cataldi e alla qualità di Luis Alberto, con Vecino a completare il reparto. Davanti, riecco Immobile al centro dell’arsenale offensivo insieme a Zaccagni e Felipe Anderson.

Primo tempo: ritmi bassi e una Juve che cresce progressivamente

All’inizio di questa analisi tattica, Juventus e Lazio danno l’impressione di voler approcciare alla gara in due maniere diametralmente opposte. Da una parte, abbiamo i bianconeri, che rimangono bassi e compatti a protezione degli ultimi 20 metri. I biancocelesti, invece, vanno di giro-palla insistito da una sponda all’altra sotto la regia di Cataldi alla cerca dei giusti varchi. In particolare, gli uomini di Sarri provano a costruire sulle corsie esterne, dove si formano dei triangoli insidiosi che vedono coinvolti il terzino, l’ala e la mezz’ala. Nonostante la qualità degli interpreti, soprattutto sulla corsia mancina con Luis Alberto ad ispirare e l’intraprendenza di Zaccagni, i capitolini non sfondano e non trovano mai il modo di servire Immobile. Tutta la loro mole di gioco si conclude con un nulla di fatto.

Coppa Italia, Juventus-Lazio (1-0): l'analisi tattica

L’inconsistenza genera impazienza e la Juventus, poco alla volta, viene fuori. I lanci lunghi dalla difesa diretti alle punte vengono progressivamente sostituiti da una gestione più paziente del pallone a partire dalle retrovie. Locatelli viene costantemente marcato, per cui i 3 difensori e i quinti sono molto coinvolti e riescono a sfruttare a proprio vantaggio una pressione un po’ troppo aggressiva della Lazio. I biancocelesti, infatti, escono forti anche con le mezz’ali, concedendo corridoi interni alle verticalizzazioni verso gli attaccanti bianconeri, soprattutto Chiesa, che parte dal centro-sinistra e senza marcatura. Oppure, lasciano spazi sugli esterni, dove Cuadrado, ma ancor di più Kostic possono arrivare sul fondo e far piovere numerosi cross in area. Ad attenderli ci sono Vlahovic e Rabiot, presenza fissa sul secondo palo con i suoi inserimenti e invertito di lato con Fagioli a metà del tempo.

Analisi tattica Juventus-Lazio: il gol che sblocca la partita

I traversoni in area non sono un fattore da poco di questa analisi tattica, bensì l’elemento determinante che decide Juventus-Lazio. La spinta sulle fasce genera occasioni in sé, ma anche indirettamente tramite i calci piazzati. Al minuto 44, proprio sugli sviluppi di un corner, i padroni di casa indovinano la mossa giusta. Palla dentro di Kostic e zuccata perfetta di Bremer ad anticipare un’improvvida uscita di Maximiano.

Coppa Italia, Juventus-Lazio (1-0): l'analisi tattica

Secondo tempo: la Lazio preme, ma sbatte contro il muro bianconero

Prima del fischio d’avvio della ripresa, Sarri effettua subito una sostituzione rilevante dal punto di vista dell’analisi tattica di questo Juventus-Lazio. Esce un impalpabile Immobile ed entra Pedro. Si ricostituisce così il tridente col falso centravanti Felipe Anderson. Gli ospiti provano a giovare della mossa, potendo contare su un riferimento centrale che partecipa molto di più alla fase di costruzione. Il baricentro della squadra sale, schiacciando i bianconeri con tutti gli effettivi dietro la linea della palla e in difficoltà nel ripartire.

Tuttavia, manca un po’ di peso contro un’arcigna retroguardia, particolarmente attenta a non far passare nemmeno una mosca in area di rigore. Ecco allora che il tecnico originario di Napoli manda dentro anche Milinkovic-Savic, al posto di Vecino, poco prima dell’ora di gioco. Il serbo va subito ad occupare la posizione di attaccante vero e proprio e viene preso in consegna in prima da Rabiot, poi direttamente da Bremer e Alex Sandro. 

Ancora una volta, però, le elaborate manovre biancocelesti non producono grossi pericoli dalle parti di Perin. La Juventus, come già accaduto nella prima frazione, impiega una decina di minuti per riorganizzare le idee e trovare il modo di riaffacciarsi in avanti. Vlahovic è però stanco e al 63° esce insieme a Fagioli, sostituiti da Miretti e Kean. Questi mette al servizio la sua freschezza per attaccare la profondità ed allungare la squadra, mentre il secondo funge da incursore aggiunto per occupare l’area di rigore.

La Lazio prepara l’assedio

Kostic e Cuadrado spingono meno, essendo maggiormente occupati in fase difensiva. La prima opzione diviene dunque Chiesa, che sulla sinistra trova spazio in assenza di Lazzari, in costante proiezione offensiva. Le discese dell’ex SPAL a destra e i guizzi di Zaccagni sulla corsia mancina inducono Sarri ad aggiungere ulteriore sostanza al centrocampo da sfruttare per l’assalto finale. Al minuto 75, dentro Basic e Marcos Antonio, fuori Cataldi e Luis Alberto. Pochi minuti dopo, arriva anche il turno di Casale, che rileva Romagnoli. 

Coppa Italia, Juventus-Lazio (1-0): l'analisi tattica

La Juventus continua a difendere molto bassa, ma sempre senza concedere spazi negli ultimi 20 metri. Sugli esterni i capitolini non sfondano e in area il solo Milinkovic può poco contro l’attenta marcatura predisposta dalla difesa di Allegri. Pochi spiragli sono lasciati per delle conclusioni da fuori.

Necessitando di un giocatore fresco, in grado di gestire il pallone per allentare la pressione degli ospiti, al minuto 78, il tecnico livornese inserisce Di Maria al posto di Chiesa. Tanta concentrazione e compattezza bastano alla fin fine a consolidare la vittoria e centrare la qualificazione senza particolari apprensioni al tramonto della partita.

Analisi tattica Juventus-Lazio: le considerazioni finali

Risposte positive dalla Juventus che inaugura questo mese di febbraio con due ottime notizie: il successo e la porta inviolata. I bianconeri entrano in partita in punta di piedi, facendola progressivamente loro e trovando con pazienza la strada per sbloccare il risultato. Dopodiché si rivedono quello spirito di squadra e quell’attenzione difensiva che avevano portato allo straordinario filotto a cavallo del Mondiale e poi improvvisamente crollati post-disfatta di Napoli. Stasera, invece, nessuna sbavatura o amnesia, voglia di non concedere nulla all’avversario e focalizzazione sull’obiettivo. Da queste basi, gli uomini di Allegri devono necessariamente ripartire per ritrovare fiducia e motivazioni per affrontare il girone di ritorno nella maniera più decorosa possibile. Senza dimenticare l’impegno in Europa League.

La Lazio, invece, rivela l’altra faccia della medaglia, quella opaca, che accompagna atavicamente ogni stagione dei biancocelesti. L’estetica sarriana cozza contro il fortino juventino, producendo una prestazione pressoché anonima, in cui si collezionano i primati per possesso palla e passaggi riusciti. Senza però registrare occasioni degne di nota né pericoli concreti, concedendo a Perin una serata tranquilla di ordinaria amministrazione. Nemmeno i cambi nella ripresa riescono ad apportare un contributo significativo alla causa, sfumando nel nulla come il resto della squadra. Fuori ora dalla Coppa Italia, i capitolini devono ritornare sui binari giusti, aggrappandosi al campionato per accaparrarsi un posto in Champions e provando a fare del loro meglio in Europa League.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui