Coppa Italia, Juventus-Monza (2-1): l’analisi tattica

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La Juventus rialza la testa dopo la “Caporetto” di Napoli e inaugura con un sorriso la nuova era della presidenza Ferrero. Allo “Stadium” i bianconeri s’impongono per 2-1 sul Monza e avanzano così ai quarti di finale di Coppa Italia. Una partita che vede spesso i padroni di casa guidati da Landucci andare sotto sul piano del gioco, nonostante il vantaggio di Kean al minuto 8. L’intraprendenza degli ospiti viene premiata al 24°, quando Valoti insacca di testa la rete del pareggio. Per vincere il predominio dei lombardi si rende necessaria un’autentica magia di Chiesa. Subentrato nella ripresa, il numero 7 torna al gol dopo un anno, regalando il successo ai suoi. Andiamo a ripercorrere gli spunti di questo Juventus-Monza attraverso la nostra analisi tattica. Non prima, però, di avervi brevemente presentato le formazioni.

Per i padroni di casa non ci sono novità rispetto al sistema di gioco, che rimane il 3-5-1-1. Cambiano, invece, gli interpreti, con una netta preponderanza di giovani lanciati dal primo minuto. Tra i pali c’è Perin, protetto dalla linea difensiva composta da Gatti, Rugani e Danilo. A centrocampo, spazio per Paredes, affiancato da Miretti e Fagioli. McKennie ancora adattato nella posizione di quinto a destra, mentre sulla fascia opposta agisce Iling Jr. Kean è l’unica punta, supportato alle spalle da Soulé.

Gli ospiti si presentano, invece, almeno sulla carta, con un 3-4-2-1. In porta Cragno, retroguardia guidata da Pablo Marí insieme a Carboni e Marlon. Pessina e Ranocchia in cabina di regia, mentre sugli esterni corrono Antov da una parte e D’Alessandro dall’altra. Colpani e Valoti sulla trequarti a sostegno del riferimento centrale Gytkjaer, il match-winner della sfida di campionato.

Primo tempo: equilibrio nel punteggio, ma non nel gioco

All’inizio di questa analisi tattica di Juventus-Monza cerchiamo di far luce sul modulo di Palladino. Il 3-4-2-1 riportato poc’anzi, infatti, si alterna nelle fasi di gioco al 4-2-3-1. Al di là dei numeri, focalizziamoci sui punti fermi del sistema del tecnico napoletano. In primis, due centrocampisti davanti alla difesa, Pessina e Ranocchia. Poi Valoti, il vero regista della squadra, con licenza di svariare tra le linee e fondamentale nel venire incontro per lavorare il pallone. Insieme a lui, a supporto di Gytkjaer ci sono Colpani a destra e D’Alessandro a sinistra. Quest’ultimo rimane sempre piuttosto alto, in linea con gli altri giocatori d’attacco. È dietro, dunque, che si decide la questione. In fase di non possesso, Antov si abbassa molto, andando così a costituire una difesa a 4, con Carboni che si apre dalla parte opposta.

Coppa Italia, Juventus-Monza (2-1): l'analisi tattica

Analisi tattica Juventus-Monza: il buon avvio dei bianconeri

Chiarito questo particolare, passiamo alla prima parte di questa analisi tattica di Juventus-Monza concentrandoci sui bianconeri. Come sempre, l’impostazione parte dal basso, con i centrali (ed eventualmente anche il portiere) coinvolti e due centrocampisti. Paredes e, generalmente, Fagioli, più avvezzo a ricoprire il ruolo di palleggiatore. La manovra, però, ha quasi sempre un ritmo molto compassato. L’uomo investito di dare un’accelerata all’azione è Soulé, che agisce tra le linee alle spalle di Kean e funge da raccordo tra la mediana e l’attacco. L’argentino trova spazio alle spalle di Pessina e Ranocchia e viene servito palla nei piedi per dare sfogo alla sua fantasia.

Lo smistamento è d’obbligo sugli esterni. A sinistra, dove vi è un mismatch tra Iling Jr e Antov, ampiamente a favore dell’inglese. A destra, dove McKennie spinge meno per caratteristiche, ma quando lo fa riesce a lasciare il segno. Come al minuto 8, quando, servito dal numero 30, arriva sul fondo e disegna un cross perfetto. Kean approfitta della solitudine concessagli da una difesa troppo larga dei lombardi e di testa segna il gol del vantaggio.

Coppa Italia, Juventus-Monza (2-1): l'analisi tattica
La gioia di Kean, a segno per la sesta volta nelle ultime 5 partite in cui è sceso in campo dal primo minuto.

Portatasi avanti, la Juventus abbassa progressivamente il proprio baricentro, preoccupandosi di non concedere spazi agli avversari. La squadra rimane corta e ordinata, con i reparti stretti che impediscono un fluido palleggio al Monza. In particolare, gli ospiti faticano a velocizzare la manovra, visto che i centrocampisti subiscono l’inferiorità numerica. L’impossibilità di trovare varchi non svilisce tuttavia gli uomini di Palladino, che proseguono con fiducia e personalità a far girare il pallone, riuscendo alla lunga a prendere il comando delle operazioni.

Il Monza non demorde e acciuffa il pareggio

Per rendere più incisivo e qualitativo il giro-palla, Valoti si abbassa molto, andando lui stesso a fungere da costruttore. Inoltre, i lombardi spingono molto sulla fascia destra, sia con Colpani che con Antov per attaccare Iling Jr, individuato come possibile anello debole della retroguardia bianconera. Sebbene però gli ospiti non riescano a sfruttare il gioco esterno per servire il proprio centravanti dentro l’area, guadagnano comunque diverse situazioni da palla inattiva. E proprio con questa soluzione trovano, al minuto 24, il gol dell’1-1. Ci pensa proprio Valoti, bravo a infiltrarsi nella marcatura a zona juventina battendo Perin con un bel colpo di testa.

Coppa Italia, Juventus-Monza (2-1): l'analisi tattica

Il ritrovato equilibrio nel punteggio infonde ancora maggiore fiducia nel Monza, che prende stabilmente possesso della metà campo bianconera. Viene alzata l’intensità del pressing, con uscite uomo su uomo: Pessina esce su uno dei centrali difensivi, mentre Marí rompe la linea seguendo il proprio destinatario ovunque. Anche i due braccetti Marlon e Carboni partecipano alla manovra, mentre Antov si affaccia in avanti con meno remore. Soprattutto perché, in fase di non possesso, può contare sull’aiuto di Colpani in copertura su Iling Jr.

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Secondo tempo: la decide Chiesa con una perla

L’analisi tattica della ripresa di Juventus-Monza presenta dei connotati che non ti aspetti. E cioè con gli ospiti a fare la partita e i bianconeri che attendono e provano a sfruttare qualche ripartenza. Tale situazione, però, si rivela non molto efficace per i padroni di casa, dato che difendono molto, troppo bassi, con Iling Jr a fare il terzino e quindi con poca inerzia per riaffacciarsi in avanti. Anche Soulé si vede meno, mentre Miretti fatica a gestire con pulizia tecnica il pallone. Dal canto loro, invece, gli uomini di Palladino giocano con grande personalità, sfruttando il baricentro schiacciato degli avversari per portare tutti gli effettivi nell’altra metà campo.

Per sfruttare l’inerzia, il tecnico napoletano effettua un doppio cambio che dà avvio ad una serie di ripetute variazioni del sistema di gioco. Al minuto 56, dentro forze fresche a centrocampo con Rovella e spinta sulla corsia mancina con Carlos Augusto. Escono Pessina e Carboni. La squadra viene ridisegnata secondo un 4-4-1-1. Landucci, invece, cerca di dare una scossa ai suoi inserendo all’ora di gioco Locatelli e Chiesa per Miretti e Soulé. Preoccupato dall’innesto dell’ex Fiorentina, Palladino ripassa alla difesa a 3 pochi minuti dopo attraverso un’altra doppia sostituzione. Stavolta è il turno di Izzo (che va ad occupare la posizione di braccetto di sinistra) e del classe 2004 Vignato, ai posti di D’Alessandro e Valoti.

Un cambio di modulo decisivo per la vittoria

Per una decina di minuti i bianconeri rimangono col 3-5-1-1, ma l’intesa Chiesa-Kean non produce granché. Così, al 74°, arriva la mossa determinante per indirizzare l’analisi tattica di Juventus-Monza. Rimandata al prossimo appuntamento la linea verde, fanno il loro ingresso in campo Alex Sandro e Di Maria per Fagioli e Iling. Il che comporta il passaggio ad un più spregiudicato 4-2-3-1 e, soprattutto, lo spostamento di Chiesa sull’adorata fascia mancina

Dopo essersi beccato un’ammonizione su un ennesimo strappo del giovane inglese, Antov si ritrova un nuovo cliente alquanto scomodo. Al minuto 78, infatti, l’ex Fiorentina gli va via di tecnica e di forza, entra in area e piazza un destro a giro che bacia il secondo palo e s’insacca in porta. La squadra di Landucci torna in vantaggio e si prepara a difendersi dagli assalti finali dei lombardi.

Coppa Italia, Juventus-Monza (2-1): l'analisi tattica

All’82° Palladino si gioca l’ultima carta, Sensi, al posto del difensore bulgaro, predisponendo un 4-3-3 in cui Marlon si sposta a fare il terzino destro e Vignato si allarga sul fronte sinistro dell’attacco. Non basta però questa mossa a impedire la sconfitta. La Juventus vince e vola ai quarti di finale.

Analisi tattica Juventus-Monza: le considerazioni finali

Cosa rimane di questo 2-1? Per la Juventus, la vittoria in sé, necessaria per risollevare di un minimo il morale dopo la batosta di Napoli. E poi l’importante diretta conseguenza del successo, ossia l’avanzamento nel tabellone di una competizione che rimane comunque un obiettivo da perseguire fino in fondo. Ancora lontani, invece, i presupposti di veder esprimere il decantato bel gioco a questa squadra, sempre troppo intermittente nella gestione della gara.

Il Monza, invece, si porta dietro un’altra ottima prestazione, che certifica lo stato di salute della squadra, sempre più definita e consapevole dei propri mezzi. Anche sul piano mentale i ragazzi di Palladino confermano i progressi, acquisendo fiducia col progredire della partita e non rinunciando mai a giocare secondo il proprio credo. Un altro piccolo, ma importante tassello che si aggiunge e di cui fare esperienza per affrontare al meglio la seconda parte di stagione che sta per entrare nel vivo.

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