Corini e il Brescia: una storia d’amore che dura da 38 anni

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«Ancora tu… ma non dovevamo vederci più?» cantava Lucio Battisti nel 1976. Le stesse parole potremmo oggi immaginarle proferite dal Brescia ad Eugenio Corini, che con le Rondinelle è giunto alla 5ª esperienza complessiva in carriera, prima da calciatore e poi da tecnico. La storia di Corini al Brescia è infatti ben più radicata nel tempo di quanto si possa immaginare a prima vista.

Eugenio Corini: gli esordi della storia al Brescia

Non tutti sapranno che Eugenio Corini, ben 337 partite all’attivo in Serie A e 227 in Serie B, è legato al Brescia Calcio da un rapporto quasi simbiotico. Nonostante infatti i numerosi colori vestiti da Corini durante la propria carriera da calciatore (Juventus, Sampdoria, Napoli, Piacenza, Verona, Chievo, Palermo e Torino) e da allenatore, quelli a cui il tecnico tiene senza dubbio di più sono quelli bianco e azzurro di Brescia, la sua città natale.

Corini è infatti originario di Bagnolo Mella, paese della pianura Padana in provincia di Brescia, e ha mosso i primi passi da calciatore nella squadra oratoriale locale, il Fionda Bagnolo. Dopo un paio di stagioni nelle giovanili della Voluntas, squadra satellite del Brescia, il centrocampista entra nella scuola-calcio delle Rondinelle.

Corini e il Brescia: una storia d'amore che dura da 38 anni
Corini in Serie B con la maglia del Brescia nella stagione 1988/89.

Una volta compiuta la trafila nelle giovanili della Leonessa, ecco l’esordio nel calcio dei grandi: il 3 gennaio 1988 Corini gioca da titolare il derby di Serie B con gli acerrimi rivali dell’Atalanta (perso 0-1). Dopo essersi messo in luce con la maglia biancazzurra per ben 3 stagioni, durante le quali il mediano mette a segno 9 reti complessive, la Juventus decide di acquistarlo nell’estate del 1990, portandolo in Serie A. Il destino di Corini e quello del Brescia si separano così per la prima volta.

Corini torna in biancazzurro, ma stavolta in Serie A

Dopo un 7° ed un 2° posto con la maglia della Vecchia Signora e una breve ma intensa esperienza vissuta a Genova con la Sampdoria, Corini nel 1993/94 passa al Napoli, dove però trova poco spazio. All’inizio della stagione successiva, i partenopei decidono di mandarlo a giocare in prestito, ed Eugenio coglie la palla al balzo. Il suo Brescia, infatti, è appena stato promosso in Serie A in virtù del 3° posto ottenuto la stagione precedente, e le circostanze permettono al mediano di tornare nella terra natìa per ottenere una salvezza complicata.

Questa seconda esperienza di Corini al Brescia si conclude con 2 reti segnate in 24 presenze. Le Rondinelle, con la peggior difesa e l’attacco meno prolifico della Serie A, si piazzano al 18° e ultimo posto nella classifica finale e retrocedono: le strade del mediano e del club lombardo sono destinate a separarsi di nuovo, e questa sarà l’ultima volta in cui Corini scenderà in campo per difendere i colori della propria città.

La storia d’amore continua: Corini guida il Brescia dalla B alla A

Nella seconda parte della propria carriera da giocatore, Corini arriverà a togliersi non poche soddisfazioni. Prima riesce nell’impresa di portare il piccolo Chievo Verona dalla serie B alla A nel 2001 e poi vince il campionato cadetto nel 2003/04 con la maglia del Palermo, riconquistando ai siciliani una Serie A che mancava loro dal 1972/73. Dopo aver giocato le sue ultime stagioni da professionista al Torino, Corini si ritira al termine dell’annata 2008/09 e decide di intraprendere la carriera da allenatore. Comincia in sordina, con alcune brevi e deludenti esperienze al Portogruaro e al Crotone in Serie B e al Frosinone in Lega Pro 1. Il salto di qualità arriva, ancora una volta, con i clivensi, che lo ingaggiano poco dopo l’inizio della stagione 2012-13 dopo aver esonerato Di Carlo. 

Sulla panchina gialloblù il tecnico conquista 2 salvezze, che non lo tutelano però dall’esonero nel corso della 3ª stagione con i Mussi Volanti. Dopo altre due esperienze poco felici con il Palermo nel 2016/17 e col Novara durante l’annata successiva, ecco che la storia di Corini torna ad intrecciarsi con quella del Brescia. È il 18 settembre 2018 quando “il Genio” (questo il soprannome assegnatogli dai tifosi non solo per l’assonanza col nome di battesimo, ma anche per la sua sagacia tattica) torna a Brescia per sostituire l’esonerato David Suazo.

La cavalcata in Serie B è memorabile: a suon di vittorie, il 1° maggio le Rondinelle conquistano la promozione aritmetica con 2 giornate di anticipo. Il turno successivo il Brescia ottiene anche la certezza del 1° posto finale, vincendo così la Coppa Ali della Vittoria”, finora l’unico trofeo di Corini da allenatore. Galvanizzato dai risultati e molto apprezzato dai tifosi, il tecnico viene confermato anche per la stagione successiva in Serie A.

Corini e il Brescia: una storia d'amore che dura da 38 anni
Corini festeggia coi tifosi la promozione in Serie A ottenuta nel 2018/19.

Il doppio esonero e il ritorno sulla panchina della Leonessa

La massima categoria, come si sa, è spesso una ghigliottina destinata a far capitolare le teste di molti allenatori delle provinciali, quando i risultati tardano ad arrivare. È così che, dopo soli 7 punti raccolti in 10 partite, il presidente Cellino decide di rimpiazzare il tecnico bagnolese con Fabio Grosso. Il cambio di rotta dura poco: l’ex azzurro ottiene 3 sconfitte in altrettante giornate, e così a dicembre Corini torna a vestire per la quarta volta in carriera i colori biancazzurri.

Corini e il Brescia: una storia d'amore che dura da 38 anni

Le difficoltà tecniche e tattiche della squadra, però, sono troppo evidenti, e le Rondinelle concludono il campionato al penultimo posto. Per Corini invece, il percorso terminerà molto prima: a causa di alcuni dissapori con Cellino e dei risultati negativi, viene nuovamente esonerato. Nella stagione 2020/21 Eugenio siede sulla panchina del Lecce: dopo una buona prima parte di stagione, fallisce la promozione in Serie A ai play-off e viene escluso dal progetto. 

È di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo ritorno di Corini in biancazzurro: Cellino ha voluto infatti riportarlo a Brescia al posto di Filippo Inzaghi, per tentare di conquistare di nuovo la promozione. Ad oggi, il 2° posto (valido per la promozione diretta) è distante solo 4 punti, e il tecnico si è detto entusiasta per il nuovo – insperato – ritorno a casa: «Brescia per me rappresenta tanto, tutto. Ci sono nato e cresciuto, finendo per consacrarmi qui. Quando ero a casa e lavoravo con il mio staff, l’unica squadra che pensavo di non poter più allenare era proprio il Brescia. E invece sono qua: nella mia vita non mi sono mai tirato indietro di fronte alle responsabilità». Una nuova pagina della storia d’amore fra Corini e il Brescia attende di essere scritta.

Corini e il Brescia: una storia d'amore che dura da 38 anni

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