Il campionato di calcio di Serie A, dopo appena due giornate disputate, è già pesantemente minacciato dall’ombra lunga della pandemia da Coronavirus. Il Napoli ha annunciato poche ore fa, come abbiamo riportato qui, la positività di Piotr Zielinski e del dirigente (estraneo al gruppo squadra) Giandomenico Costi.
La società partenopea guidata da Aurelio De Laurentiis, dopo la partita vinta domenica contro il Genoa ha cominciato un frenetico giro di tamponi, preoccupata dall’eventuale presenza di positivi in vista della delicata sfida di domenica sera contro la Juventus all’Allianz Stadium.
Nel frattempo, la Lega di Serie A ha adottato le regole UEFA sul contenimento degli eventuali casi positivi nelle squadre e sul regolare svolgimento dei tornei nazionali. Tra le novità emerse, la più interessante riguarda la possibilità per ogni singola società di usufruire di un “jolly” per la sospensione della partita in programma. Ed è proprio qui che nasce la problematica annessa a Juventus-Napoli.
Serie A e Coronavirus: cosa può fare il Napoli?
La società napoletana, che nella mattinata di domani effettuerà un altro giro di tamponi prima dell’eventuale partenza per Torino, è davanti ad un bivio. Da un lato la possibilità, unilaterale, di rinviare la partita, temendo altri positivi che non vengono scovati dai test poichè il virus è ancora in fase di incubazione, come successo probabilmente al Genoa. Chiaramente il rinvio congestionerebbe ancora di più il calendario delle due formazioni, impegnate anche sul fronte europeo.
L’altra possibilità è giocare la partita, nella speranza di non trovare positivi dopo il rientro a Napoli e sopratutto di non innescare un potenziale cluster di contagio da coronavirus anche con i giocatori della Juventus. Insomma, una scelta non semplice per il Napoli, chiamato a curare non solo (ovviamente) i propri interessi, ma anche quelli della neonata e già minacciata, nuova stagione di Serie A.
