La Juventus comincia il suo 2023 esattamente come aveva terminato il 2022. E cioè con una vittoria e senza subire reti. A cadere sotto i colpi dei bianconeri è stavolta la Cremonese, piegata di misura per 0-1 al “Giovanni Zini“. Arriva così il settimo successo consecutivo in campionato dopo una partita tutt’altro che facile. Per tutti i 90 la squadra di Allegri non trova fluidità, merito anche della ordinata e diligente prestazione dei padroni di casa, come sottolineeremo nel corso di questa analisi tattica di Cremonese-Juventus. Per risolvere la pratica si rende dunque necessaria una giocata individuale, il guizzo del campione. Ad apporre la firma sui 3 punti è Milik, che al minuto 91 indovina l’angolo giusto su calcio di punizione. Andiamo allora ripercorrere questa intensa sfida, non prima di aver brevemente presentato le due formazioni.
I lombardi si affidano al consueto 3-5-2. Carnesecchi inamovibile tra i pali, linea difensiva comandata da Bianchetti, affiancato da Lochoshvili e Ferrari. Sernicola e Valeri galoppano sugli esterni, mentre Pickel, Castagnetti e Meité presidiano la zona centrale. Davanti, dinamismo ed esplosività con la coppia Okereke-Dessers.
Le ataviche indisponibilità dei bianconeri continuano a promuovere tanti giovani nell’11 titolare. Il 3-5-1-1 disegnato da Allegri presenta il recuperato Szczesny in porta, protetto dal terzetto con Bremer, Danilo e Gatti. Locatelli confermato davanti alla difesa, con Fagioli e McKennie a fungere da mezz’ali. Sulle fasce Kostic e Soulé, mentre l’unica punta Milik è supportato alle spalle da Miretti.
Primo tempo: gara intensa e frizzante
L’analisi tattica di Cremonese-Juventus ha un tema predominante e molto chiaro fin dalle primissime battute. I padroni di casa cercano di rimanere sempre molto corti e compatti, attenti a non concedere spazi, soprattutto centralmente. Operazione già facilitata dagli schieramenti speculari che producono un’alta concentrazione di giocatori a centrocampo. All’attesa a ridosso della propria area, la squadra di Alvini abbina un gioco offensivo improntato sull’immediata ricerca della profondità per innescare le punte, brave ad agire in verticale l’una rispetto all’altra.
Gli ospiti, invece, provano con azioni ragionate e molto manovrate, partendo dal basso. Con Locatelli braccato dalla marcatura a uomo di Pickel e Okereke e Dessers posizionati sulle linee di passaggio verso l’ex Sassuolo, i ragazzi di Allegri devono trovare altre soluzioni. Kostic e Soulé si alzano immediatamente quando la squadra è in possesso di palla, mentre Fagioli, Miretti e McKennie si scambiano continuamente la posizione. Per rompere le serrate linee lombarde, i bianconeri portano almeno due centrocampisti a ridosso della zona centrale per sostenere Milik o fungere da riferimenti avanzati quando il polacco si divincola dalla linea difensiva.
Analisi tattica Cremonese-Juventus: il ruolo di Soulé
Almeno per quanto riguarda la prima frazione, l’uomo-chiave dell’analisi tattica di Cremonese-Juventus è proprio il giovane Soulé. Sia per l’una che per l’altra. Alvini lo individua come anello debole della catena difensiva, per questo la maggior parte delle ripartenze dei suoi si sviluppa proprio sulla sua fascia di competenza. Dopo qualche serio pericolo, Allegri corre ai ripari, spostando McKennie stabilmente largo sulla destra quando la squadra è in possesso di palla per dargli copertura in caso di contrattacco.
Sul versante offensivo, invece, il classe 2003 è decisamente il più ispirato dei suoi. Il giro-palla è troppo lento per scardinare la retroguardia dei grigiorossi, mentre Fagioli e Miretti non riescono né a trovare i varchi giusti né a servire Milik. Così, il numero 30 si mette in proprio e con le sue giocate accende qualche scintilla. Particolarmente produttivo è quando riceve palla nei piedi, può puntare il diretto avversario e accentrarsi per andare alla conclusione col suo temibile sinistro.
Con le ripartenze dell’una e i guizzi individuali dell’altra la partita si mantiene vivace, anche se viaggia a sprazzi. A far da padrone rimane comunque l’equilibrio, in campo come nel punteggio.
Secondo tempo: la Juventus la sblocca solo nel finale
Nella ripresa, il canovaccio dell’analisi tattica di Cremonese-Juventus non cambia di virgola. I bianconeri proseguono il loro possesso lento e sterile, mentre i padroni di casa si affidano agli scatti dell’inesauribile Dessers, che dà vita a grandi duelli in velocità con Bremer. Con la partita che non si sblocca, cresce l’impazienza degli uomini di Allegri. Per questo motivo l’allenatore livornese prova a dare una sferzata con due doppi di cambi.
Al minuto 55, ridisegna l’arsenale offensivo, pur senza cambiare sistema di gioco. Dentro Chiesa e Kean, fuori lo stesso Soulé e Fagioli. L’ex viola va a posizionarsi sulla fascia destra, mentre il classe 2000 affianca Milik. Dopo 12 minuti, invece, è il centrocampo ad essere rinnovato, ancora una volta senza smottamenti dal punto di vista tattico. Entrano Paredes e Rabiot ai posti di Miretti e McKennie. Il fresco campione del Mondo si colloca davanti alla difesa, mentre Locatelli passa a fare la mezz’ala destra, con licenza di supportare l’azione.
Preoccupato della tenuta fisica dei suoi, Alvini attende quasi l’ora di gioco per effettuare anch’egli una doppia sostituzione. Buonaiuto ed Hendry rilevano Okereke e Ferrari. Anche in questo caso non ci sono variazioni rispetto a quanto già detto in quest’analisi tattica di Cremonese-Juventus. Tuttavia, l’ingresso del numero 10 assicura maggiore qualità nella gestione della palla per sostenere i continui allunghi di Dessers.
L’ultimo atto di Cremonese-Juventus
La squadra di Allegri si riversa in maniera un po’ disordinata in avanti, finendo per concedere tanto spazio alle ripartenze dei lombardi. Non basta la presenza di Paredes (entrato con insufficiente concentrazione) per assicurare un’adeguata protezione ad una difesa spesso scoperta. Offensivamente, invece, i bianconeri rimangono frenetici, caotici e per questo imprecisi e con le energie che cominciano a venir meno, si ostinano ad aggrapparsi ad oltranza a qualche soluzione individuale. Un guizzo di Chiesa, uno squillo di Kean, una giocata di Kostic o uno strappo di Rabiot.
E alla fine la strategia della Juventus produce i suoi frutti, proprio grazie ad un’accelerazione del francese, che spacca la Cremonese e costringe Valeri a spendere un fallo. Della battuta del calcio di punizione si occupa Milik, che con un gran sinistro aggira la barriera e piazza la palla a fil di palo dove Carnesecchi non può arrivare.
Nei minuti di recupero, i padroni di casa si lanciano all’assalto, ma i bianconeri tengono botta e portano a casa un successo fondamentale.
Analisi tattica Cremonese-Juventus: le considerazioni finali
La Juventus riparte col piede giusto, anche se, come evidenziato in questa analisi tattica della partita con la Cremonese, non convince pienamente. La vittoria consente comunque di tenere saldo il terzo posto, rimanendo a contatto col Milan. Al di là delle difficoltà incontrate, bisogna considerare alcune note positive. In primis, l’inviolabilità della porta di Szczesny, che dura ormai da 7 partite. Anche se stavolta è servito un pizzico di fortuna, visti i due legni colpiti dai lombardi. Poi, è doveroso sottolineare la prestazione dei giovani. Anche se non sfavillanti e appariscenti come in altre uscite, nel primo tempo Soulé, Miretti e Fagioli sono stati tra i più intraprendenti. Pur sbattendo contro il muro grigiorosso, eretto anche da un attento Carnesecchi. Viste le tante assenze che falcidiano la Vecchia Signora, poter contare sulla personalità e la qualità di questi ragazzi rappresenta una solida àncora di salvataggio.
Per quanto concerne la squadra di Alvini, invece, le cose si mettono sempre più in ascesa. Un’altra ottima partita casalinga contro una big non basta ad addolcire una situazione disastrosa di classifica. Penultimo posto e casella delle vittorie ancora ferma a 0. Da questa sconfitta i grigiorossi devono sicuramente raccogliere la consapevolezza di essere un ottimo gruppo, coeso e combattivo. Come dimostrano le prove di Meité e Pickel, onnipresenti nel rincorrere gli avversari e aiutare i compagni. Senza trascurare, poi, il sostegno alla fase offensiva. Carnesecchi, invece, continua a dimostrarsi un portiere maturo e di grande affidabilità, bucato solo dalla prodezza di Milik. La lotta per non retrocedere rimarrà serrata e aperta fino alla fine, per cui a questo atteggiamento bisogna affiancare un pizzico in più di cattiveria in più per poter centrare l’obiettivo.