Da Ventura a Mancini, l’Italia anti Mondiale

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Una grande delusione e lo sconforto negli occhi – e nel cuore – di tutti i tifosi azzurri. Dopo il fallimento di Ventura, arriva anche quello – più inaspettato – di Mancini, lo stesso che qualche mese prima aveva portato la nazionale sul tetto d’Europa. Così, per la seconda volta consecutiva, l’Italia salterà il Mondiale. Prima l’assenza nel 2018 e adesso quella nel 2022, contro due squadre che, sulla carta, avevano poco da dire. Ovvero Svezia e Macedonia del Nord, inaspettate nemiche della nazionale italiana. Anche se l’unica colpevole è proprio l’Italia.

Tonfo Italia, addio Mondiale: l’inadeguatezza di Ventura

Il mondiale del 2014 (come anche quello del 2010) aveva creato un po’ di malcontento tra le fila degli azzurri e quelle dei tifosi. Perciò, dovendo cambiare già dalla radice, la panchina fu assegnata a Gian Piero Ventura, allenatore che, tra Serie A e Serie B, aveva dato l’idea di poter fare quel tanto atteso salto di qualità, che però non arriverà mai.

Giunto sulla panchina dell’Italia (al posto di Antonio Conte), il suo esordio arrivò il 1 Settembre 2016, in un’amichevole contro la Francia, giocata a Bari e persa 1-3. Da lì in poi, i successi sarebbero stati pochi, a differenza invece dei fallimenti. Un percorso travagliato e fatto più di bassi che di alti, dato che il mister classe ’48 stava dimostrando la sua “incapacità” di gestire giocatori di un certo calibro in maniera sporadica, ma concreta.

Classificatasi seconda nel proprio girone per la qualificazione al Mondiale 2018 – dietro alla Spagna – l’Italia di Ventura si trovò costretta a disputare i playoff contro la Svezia, squadra da non sottovalutare ma, sulla carta, nettamente inferiore.

Il doppio scontro vide però l’Italia soccombere, a causa di diverse problematiche: la sconfitta all’andata fuori casa, con la vittoria svedese per 1-0, e l’incapacità di segnare un gol in ben 180 minuti, con il ritorno – in data 10 Novembre 2017 – terminato sullo 0-0.

Se parte della responsabilità è dei calciatori, incapaci di trovare la via del gol, gran parte della colpa non può che essere dell’allenatore, inadeguato al contesto nazionale e poco “lucido” nelle scelte del modulo, della formazione e dei cambi. Grinta e coraggio pari a zero, per un coach che, dopo la pessima esperienza azzurra – finita con l’eliminazione e la conseguente non partecipazione ai mondiali – lasciò la squadra.

Delusione e rammarico, per un playoff che si sarebbe potuto gestire meglio e che sancì il tonfo azzurro.

Il percorso di Mancini, tra gioie e dolori

L’Italia si trovava così ad un bivio, con la paura di crollare e la necessità di ripartire. Il 14 Maggio 2018 la panchina fu così affidata a Roberto Mancini che, da subito, mostrò le proprie abilità, già ampiamente confermate con molti club da lui allenate.

Un mister capace di gestire un contesto così elevato, tanto che con lui iniziò una vera e propria ripresa. Dalla Nations League del 2018, con il piazzamento al secondo posto nel Gruppo 3, alla qualificazione agli Europei 2020 – disputati nel 2021 causa Covid-19 – con dieci vittorie su dieci confronti, una percentuale del 100%. Nella Nations League 2020/2021 si era assicurato la terza posizione, pronto – insieme ai suoi ragazzi – a stupire ad Euro 2020.

Gli Europei videro un’Italia diversa, fatta di voglia di vincere, cattiveria agonistica e compattezza e unione, la forza del gruppo prevalse su tutto il resto. Questi elementi si dimostrarono più forti della qualità (e della classe) di molte squadre affrontate, su tutte della Spagna. Un percorso lineare e fatto di successi ed emozioni, fino ad arrivare alla finale vinta a Wembley contro l’Inghilterra, decisa soltanto ai calci di rigore. Un trionfo azzurro e una notte magica, dopo le tante delusioni e le molte paure degli ultimi anni.

Da Ventura a Mancini, l'Italia anti Mondiale

Cinque anni dopo, viste le premesse, le cose sembravano ormai essere cambiate. Ma invece Mancini ha ripreso le orme di Ventura. Classificatosi anche lui secondo – stavolta nel Gruppo C – si è trovato ad affrontare, ai playoff, la Macedonia del Nord. Data la forza in campo e le ultime vittorie azzurre, sembrava poter essere una gara agevole. E invece, anche questo scontro ha presentato delle insidie.

I macedoni hanno giocato una gara d’attesa e di attenzione, forti anche dell’imprecisione – in fase offensiva – di un’Italia irriconoscibile e poco lucida. Tra la stanchezza e i tanti infortuni, a Mancini si attribuiscono le colpe di questa inaspettata – e pessima – sconfitta. Lo 0-1 in favore della Macedonia del Nord porta all’inesorabile verdetto: gli azzurri non parteciperanno, nemmeno, al Mondiale 2022.

Tra cambi non azzeccati e una formazione, forse, non adatta, è arrivata dunque la disfatta azzurra, con quell’incubo che sembrava ormai essersi messa alle spalle. 

I numeri dell’Italia nella storia dei Mondiali

Una storia lunga quasi cento anni, cominciata nel 1930. Ben ventidue campionati del mondo, quattro dei quali vinti, da una nazionale che spesso ha regalato emozioni contrastando, realizzando sogni proibiti da un lato, e lasciando l’amaro in bocca a causa di incubi divenuti realtà, dall’altro.

Ecco i numeri dell’Italia nella storia dei Mondiali:

  • 1930: non partecipante (l’Italia decise di rifiutare l’invito della FIFA)
  • 1934: vittoria
  • 1938: vittoria
  • 1950: primo turno
  • 1954: primo turno
  • 1958: non qualificata
  • 1962: primo turno
  • 1966: primo turno
  • 1970: secondo posto
  • 1974: primo turno
  • 1978: quarto posto
  • 1982: vittoria
  • 1986: ottavi di finale
  • 1990: terzo posto
  • 1994: secondo posto
  • 1998: quarti di finale
  • 2002: ottavi di finale
  • 2006: vittoria
  • 2010: primo turno
  • 2014: primo turno
  • 2018: non qualificata
  • 2022: non qualificata

Delle ventidue competizioni totali, le partecipazioni sono diciotto. Tra queste si segnalano ben quattro trionfi (1934-1938-1982-2006), più tre mondiali in cui ha raggiunto le prime tre posizioni, perdendo due finali (nel 1970 e nel 1994) e ottenendo il terzo posto nel 1990. In quattro occasioni non ha invece partecipato alla più grande competizione delle nazionali, non qualificandosi per ben tre volte e rifiutando – nel 1930 – l’invito della FIFA.

Una storia fatta di successi e di delusioni, che ha visto però negli ultimi anni l’Italia fallire in modo inaspettato nella qualificazione al mondiale. Si dovrà attendere, così, la prossima qualificazione per tornare a vivere notti magiche.

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