L’attuale fascia destra del Milan vede l’avvicendarsi tra Calabria e Conti col primo favorito per la titolarità. Saranno state le voci di mercato e le pesanti critiche anche nel rinnovato Milan di Pioli ma quella posizione resta un’incognita dall’addio alla squadra di Ignazio Abate.
A sentire quel nome sembra passata una vita intera o almeno parecchi anni, eppure l’ex terzino rossonero ha lasciato il club solo nel 2019. Il cambio generazionale era nell’aria e le prestazioni di Abate non erano più state brillanti o quantomeno sostenibili. Questo per la valutazione dell’epoca e per la crescita di un prodotto del vivaio come Calabria.
A posteriori non c’è pentimento ma neanche soddisfazione per quelle che erano le aspettative di un Milan giovane, forse realizzato solo ora con i vari Donnarumma, Hernandez, Bennacer, uniti ai nuovi innesti Brahim Diaz dal Real Madrid e Tonali dal Brescia. Ci si aspettava una crescita esponenziale di Calabria prima e di Conti poi. Nulla di fatto e la mente vaga in cerca dell’ultimo terzino destro valido per il Milan.
La carriera di Ignazio Abate dallo scudetto a capro espiatorio senza squadra
Pensando a quella fascia si ripensa al percorso fatto da Abate dal 2009 in poi quando entra a pieno regime nell’organico rossonero. La stagione 2010/2011 è quella più significativa e della consacrazione con l’apporto decisivo per lo scudetto. Le premesse erano buone: corsa e quantità, imprecisione nei cross ma con l’età dalla sua parte.
La carriera di Ignazio non è andata come si pensava però risultando, alla fine, solo un terzino affidabile e con l’attaccamento alla maglia a bilanciare gli errori in attacco e in difesa. Dallo scudetto quindi (ultimo del Milan) all’incubo Milito, bestia nera nei derby, fino al malumore dei tifosi.
Col 2019 si concretizza la possibilità di una rivoluzione sulla fascia destra con l’addio di Abate dopo 10 anni di servizio. La sensazione, però, è quella del cambio forzato individuando i vari capri espiatori succeduti negli ultimi deludenti anni rossoneri.
Dai senatori Nesta, Gattuso, Seedorf e Inzaghi cacciati per un ricambio generazionale mai avvenuto, fino alla maledizione del numero 9.
Eppure, al di là della questione relativa al sostituto, stupisce che l’ex capitano del Milan non abbia trovato un altra squadra pronta a credere in lui.
Abate, infatti, dal 2019 si trova senza un ingaggio né in Serie A né all’estero. Non servirebbe formulare appelli impliciti ai club per prendere un giocatore affidabile e capace di sudare per la maglia specie trattandosi di un terzino in un’epoca calcistica in cui se ne vedono pochi (buoni). Basterebbe compiere valutazioni oculate invece che puntare sui soliti noti.