L’ex allenatore del Sassuolo, Roberto De Zerbi, si è aperto alla Gazzetta dello sport toccando tantissimi argomenti; il tecnico ha parlato di Serie A, Nazionale, allenatori italiani, esperienza all’estero e ha dato un parere su Locatelli e Berardi.
Il nuovo allenatore dello Shaktar Donetsk inizierà, ufficialmente, il suo cammino all’estero stasera, con la prima partita del campionato ucraino.
De Zerbi: “Sono un manciniano sfegatato”
L’ex allenatore del Benevento ha parlato della nazionale e di Roberto Mancini: “Io sono un manciniano sfegatato. Quando ero giocatore, dopo Maradona il dieci che “amavo” di più era Roberto. Sono rimasto manciniano anche da allenatore. Sono pochi gli ex numeri 10 diventati allenatori“.
Sul paragone con Mancini giocatore: “Io e lui eravamo due 10 insofferenti agli allenatori? Io ero molto insofferente e non sono cambiato tanto. Come giocatore ero serio, non un lazzarone, ma ero particolare, volevo divertirmi, toccare sempre la palla, essere nel vivo. Mi piaceva l’allenatore che trasmetteva le nozioni, ma mi prendevo la responsabilità della giocata, non facevo il soldatino. Da allenatore è lo stesso, cerco di dare tutto quello che serve ai giocatori, di disporli nelle posizioni più congeniali, poi voglio vedere personalità, carattere, coraggio. Devono essere attori protagonisti“.
Su Berardi e Locatelli: “Berardi credo che non gli sia mai capitata l’occasione giusta, la situazione in cui sentirsi a suo agio. Non è vero che ha paura. Anzi, ha un grande carattere e lo dimostra il rigore battuto nella finale dell’Europeo. Vive secondo i suoi valori. Lo apprezzo molto. Loca è prontissimo, per la Juve e per un grande club europeo perché incarna tutto quello che un centrocampista deve essere oggi.”
“Mi piacerebbe tornare in Serie A”
De Zerbi ha parlato della decisione di andare all’estero: “Ho avuto qualche contatto con squadre italiane. Al Sassuolo stavo benissimo e non l’avrei lasciato se non mi fossi accorto che era finito il mio tempo. Non volevo accontentarmi né vivacchiare, così sono andato via a malincuore. Un giorno mi piacerebbe tornare in Serie A, ma in una società dove mi sia permesso di lavorare secondo i miei modi. Io mi adeguo, ma loro devono adattarsi a me. Non mi ritengo per tutte le salse. A volte bisogna dire qualche no, è troppo facile dire sì a tutti e non essere se stessi in tutti i posti“.
Sulla Serie A: “Conte si è fermato, però sono ritornati Mourinho, Allegri, Sarri e Spalletti. Un campionato bello e difficile. Juve e Inter sono sempre là davanti a tutti. Il Milan ha perso due giocatori importanti però si sta muovendo con intelligenza, e Pioli è una garanzia”.
Sulle “provinciali” (solo per il nome): “Il Torino ritornerà sui livelli che gli competono perché Juric è un allenatore forte. L’Atalanta continuerà sulla strada intrapresa. Il Sassuolo ha tutto per fare ancora bene. La Fiorentina ha preso Italiano e dopo due stagioni i viola hanno una gran voglia di rifarsi. La Samp ha chiuso l’ultimo campionato al nono posto e con D’Aversa continuerà a essere una squadra solida, difficile da battere. Il Cagliari non ha una rosa da retrocessione. Sarà un campionato livellato e bello“.