Tra i giovani allenatori che si sono affacciati alla Serie A negli ultimi anni, spicca il nome di Roberto De Zerbi. Bresciano classe 1979, dopo alcune esperienze con Foggia, Palermo e Benevento, si trova alla guida del Sassuolo. Nonostante il bel gioco espresso nelle precedenti avventure, non si era distinto in quanto a risultati. Con il Sassuolo, invece, sembra aver raggiunto la maturità da tecnico, unendo bel gioco a buoni risultati.
L’idea di gioco di De Zerbi
Il principio base dell’idea di gioco di De Zerbi, è quello di dominare il gioco costruendo dal basso con palla a terra. Mantenere il possesso è il mantra del tecnico bresciano, e per farlo, si avvale di costanti e intelligenti movimenti senza palla, in modo da creare superiorità numerica e spazi in ogni zona del campo. Altro punto fondamentale è l’utilizzo di esterni alti che giocano a piede invertito, in modo da dare ampiezza e sviluppare il gioco all’interno del campo. Costruire dal basso non è semplice, e lo dimostrano i molti gol presi su palla persa nella propria metà campo, è un rischio tuttavia accettabile se si pensa al numero dei gol fatti, e alla difficoltà di giocare contro la squadra emiliana. Inoltre il Sassuolo è una squadra che va al cross molto poco, proprio per via della ricerca degli spazi interni al campo e al gioco palla a terra. Infine non possiamo non menzionare la riaggressione istantanea nel momento in cui si perde palla. Questo sistema di gioco è molto ambizioso, a tratti rischioso. Risulta però molto attuale e divertente.
Punti di forza e punti deboli
Tra i punti di forza spicca necessariamente il possesso palla, che raramente è sterile nella squadra di De Zerbi. Oltre a questo bisogna considerare la presenza di molti giocatori nella metà campo avversaria, quindi il Sassuolo si trova spesso a palleggiare in una zona di campo vantaggiosa. Infine bisogna tener presente il grande sforzo dei laterali bassi, i quali danno un gran sostegno alla manovra d’attacco, creando superiorità numerica e spazi, che verranno poi sfruttati per cercare un’azione centrale.
Tra le note negative invece possiamo trovare le dirette conseguenze ai punti sopracitati. Ad esempio l’utilizzo costante dei terzini e dei centrocampisti nelle manovre offensive, possono sbilanciare la squadra. In più la mancanza di alternative al gioco proposto, creano un’aridità offensiva quando la squadra avversaria trova le giuste contromisure.