Sbarca su 11contro11 una nuova rubrica dedicata alle squadre della nostra Serie A. In occasione di questi appuntamenti, proveremo a celebrare e a commentare le gesta di alcuni calciatori del passato, prevalentemente degli atleti che hanno calcato i campi nostrani dal 1995 ad oggi. Per ogni incontro, proveremo ad elencare coloro che hanno vestito un determinato numero di maglia all’interno di un club. Oggi, ad esempio, parleremo dei numeri 10 della Fiorentina.
Il “10”, nella tradizione del gioco del calcio, è il numero di maglia indossato dal fantasista della squadra. La storia della Fiorentina, in questo senso, non fa eccezioni. Anche nel passato del club, infatti, l’uomo immagine della compagine ha indossato questo iconico numero: Roberto Baggio e Giancarlo Antognoni sono solo due degli esempi più illustri.
I numeri 10 della Fiorentina: Baggio e Antognoni
Nonostante la premessa fosse quella di occuparci dei numeri 10 dal 1995 ad oggi, è impossibile escludere da questa presentazione due icone del calcio italiano. Roberto Baggio, del quale abbiamo già parlato, è forse il giocatore più forte della nostra storia; Giancarlo Antognoni, invece, è un simbolo storico della Fiorentina.
Il Divin Codino incanta Firenze
Il primo ha vestito la casacca gigliata dal Settembre del 1985 al Maggio del 1990. L’amore tra i colori viola e il ragazzo di Caldogno è viscerale, tanto che nemmeno il passaggio alla Juventus allontana il Divin Codino da Firenze. Ingaggiato per 2,7 miliardi di lire dal Lanerossi Vicenza, Roberto Baggio scende in campo con continuità solo a partire dall’anno 1987-1988. Prima, infatti, è alle prese con il delicato intervento al ginocchio destro.
Il classe ’67 inizia ad incantare la piazza fiorentina con delle giocate strepitose. L’arrivo del tecnico Eriksson ne esalta ancor di più le qualità, tanto che Baggio trascina la squadra in finale di Coppa UEFA (nel maggio del 1990). Nello stesso anno arriva anche secondo nella classifica dei marcatori di Serie A, alle spalle del solo Van Basten.
Il passaggio alla Juventus sembra allontanare Baggio dalla squadra toscana ed, invece, due episodi certificano l’attaccamento del “10” ai colori fiorentini. Il primo è quello dell’allontanamento della sciarpa bianconera quando in conferenza stampa alcuni presenti gliela misero al collo; il secondo è quello relativo alla prima sfida contro la sua ex-squadra: il fantasista decise di non calciare un rigore e, a fine match, andò sotto la Fiesole per salutare i suoi ex-supporter.
Giancarlo Antognoni: la bandiera del club
Giancarlo Antognoni, invece, a differenza di Roberto Baggio, giocò nella Fiorentina dal 1972 al 1987. Durante quest’arco temporale, divenne anche capitano e bandiera della squadra. All’ombra di Palazzo Vecchio, il classe ’54 ha vinto una Coppa Italia (1974-1975) e una Coppa di Lega Italo-Inglese (1975), oltre al Mondiale del 1982.
La carriera di Antognoni è stata travagliata e piena di infortuni ma la sua classe e bravura non sono mai state messe in discussione. Nel 2018 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio nostrano e, inoltre, detiene il record di presenze con i gigliati in Serie A (341). Dopo il ritiro è anche stato un dirigente dei viola.
Dal 1995 ai primi anni duemila: Manuel Rui Costa
A partire dalla stagione 1994-1995 Manuel Rui Costa ha indossato la 10 del club fiorentino. Fiore all’occhiello della campagna acquisti proprio di Antognoni, il portoghese è sbarcato in città per 11 miliardi di lire. Alla Fiorentina il talento lusitano si è consacrato ed ha preso il volo. In sette stagioni, il fantasista ha vinto anche alcuni trofei: due Coppe Italia (1995-1996 e 2000-2001) e una Supercoppa italiana (1996).
Trequartista dal piede fatato, Rui Costa ha incantato il tifo toscano per tanti anni, regalando ai supporter 20 assist e 50 gol in 277 presenze. Dopo l’addio di Batistuta, poi, è anche stato eletto capitano della formazione.
Tra il 2001 e il 2004, invece, il numero di maglia più prestigioso è passato sulle spalle di Domenico Morfeo e di Riccardo Maspero. Il primo, con la casacca della Fiorentina, ha totalizzato solamente 20 presenze; il secondo, invece, ha militato nel club solo per una stagione, prima di dire addio al calcio professionistico.
Nella stagione 2004-2005, invece, il 10 passa sulle spalle di Hidetoshi Nakata, che però non brilla mai e non va mai in gol, nonostante le aspettative fossero elevatissime.
I numeri 10 della Fiorentina: Mutu e Aquilani
Nella stagione 2005-2006 la casacca n°10 viene vestita da Stefano Fiore, che in realtà, però, era solamente in prestito dal Valencia. Il classe ’75 disputa 38 gare in Serie A, segnando anche 6 gol, ma tra fiorentini e spagnoli non si trova l’accordo per la cessione a titolo definitivo.
Dal 2006-2007 all’anno 2010-2011, invece, la maglia ha un proprietario fisso: Adrian Mutu. Il ragazzo originario di Călinești è considerato uno dei calciatori rumeni più forti della storia. Il primo anno, sotto la guida di Cesare Prandelli, il classe ’79 realizza 16 reti e viene inserito nella lista dei calciatori migliori del torneo. Nel 2007-08 segna 17 gol in campionato e ben 6 in Coppa UEFA, trascinando in semifinale la sua squadra: per la prima volta dopo Manuel Rui Costa, sembra che la viola abbia trovato un fantasista in grado di cambiare le partite.
Nel 2008 è nominato miglior calciatore rumeno dell’anno; il 15 Febbraio 2009, invece, realizza la prima tripletta della sua carriera, contro il Genoa; ad inizio 2009-2010, invece, segna tre gol in Champions League contro il Debrecen (due all’andata ed uno al ritorno), infortunandosi però al menisco e dovendo sottoporsi ad intervento chirurgico. Sempre nel 2009-2010 Mutu si laurea capocannoniere della Coppa Italia, con 4 gol. Il 10 Gennaio 2010, invece, viene ritrovato all’interno del test antidoping la sibutramina, una sostanza proibita. Il comitato antidoping, quindi, lo sospende per 9 mesi. Questa condanna segnerà l’inizio della fase calante della sua carriera.
I numeri 10 della Fiorentina: dopo due delusioni, ecco Aquilani
Tra il 2011 e il 2012 Santiago Silva a Ruben Olivera si iscrivono nell’albo dei numeri 10 della Fiorentina. Il primo, pagato 2,5 milioni di euro, realizza una sola rete (il 3 dicembre 2011 contro la Roma) e poi, l’anno successivo, si trasferisce in Argentina; il secondo, invece, vive una storia travagliata con la Fiorentina, non entrando mai nel cuore della tifoseria.
Dal 2012, poi, il “10” passa sulle spalle di Alberto Aquilani. Arrivato a titolo gratuito, il ragazzo italiano, già alla prima stagione stupisce tutti gli addetti ai lavori, mettendo a referto 7 marcature e stabilendo il record personale di realizzazioni in Serie A. Dal 2012 al 2015, l’ex-Roma e Liverpool tocca le 100 presenze in maglia viola; alla fine del triennio, invece, i gettoni saranno 105 e i gol 15.
Dal 2015 ad oggi: Bernardeschi e Castrovilli
Dopo l’addio di Aquilani, l’eredità viene raccolta da Federico Bernardeschi. Agendo da esterno di centrocampo, sotto la guida di Paulo Sousa, il ragazzo del vivaio fiorentino gioca con continuità, scende in campo in ben 41 occasioni e realizza anche 6 gol. Il 18 dicembre 2016, poi, il classe ’94 indossa la fascia da capitano della Fiorentina, diventando uno dei nuovi idoli dei tifosi. Il 16 Febbraio 2017, contro il Borussia Mönchengladbach, realizza il calcio di punizione che decide la sfida, valida per i sedicesimi di finale di Europa League. La sua ultima stagione gigliata, poi, si chiude con 42 presenze e 14 gol.
Il 24 Luglio 2017, tuttavia, il baby-talento italiano decide di trasferirsi alla Juventus, acerrima rivale dei viola, deludendo i tifosi e distruggendo anche il mito del “capitan futuro” che iniziava ad aleggiare intorno a sé.
Nei tre anni seguenti la piazza non riesce più a guardare con gli stessi occhi coloro che fan parte dei numeri 10 della Fiorentina. Prima Eysseric, poi Pjaca ed infine Boateng, non incidono abbastanza per rimanere nei cuori della tifoseria.
Come se non fosse bastato il duro colpo subìto in occasione dell’addio di Bernardeschi, la Fiesole deve subire un altro affronto, nell’estate del 2020. Federico Chiesa, nuovo beniamino dei supporter, decide di lasciare il club e di indossare il bianconero.
A partire dalla stagione 2020-2021, però, un nuovo giovane di prospettiva sta provando a riconquistare la fiducia dei fan in favore dello spogliatoio fiorentino: Gaetano Castrovilli. È proprio l’ex-Bari e Cremonese che, dall’inizio della scorsa stagione, indossa la “10” della formazione guidata da Rocco Commisso. Nel primo anno da leader tecnico del gruppo, il giovane italiano mette a segno 5 reti e conferma quanto di buono aveva fatto intravedere durante il prestito in Serie B.
I numeri 10 della Fiorentina: croce e delizia della tifoseria
Da una parte Roberto Baggio, Giancarlo Antognoni e Manuel Rui Costa; dall’altra Hidetoshi Nakata, Ruben Olivera e Kevin-Prince Boateng. Tutti e sei hanno indossato la medesima maglia ma i primi tre sono entrati nei cuori dei supporter fiorentini.
Indubbiamente tutti i calciatori citati sono riconosciuti all’interno della storia del club, anche se qualcuno ha fatto le fortune di allenatori e presidenti. Indossare il numero 10 ha un certo peso, farlo in una piazza come quella viola lo è ancor di più.
Baggio ed Antognoni saranno inarrivabili (l’uno per la grandezza e la classe; l’altro per l’importanza e il carisma mostrato) eppure già con Castrovilli sembra che si sia aperto un ciclo, il cui obiettivo sarà quello di far riconquistare prestigio alla maglia più ambita e preziosa fra tutte.