Il primo appuntamento del 2023 con la rubrica “Diamo i numeri”, targata 11contro11, è dedicato al Napoli e ai suoi 10. Un numero, questo, che nella smorfia partenopea si associa ai fagioli, nella numerologia alla compiutezza. E proprio alla seconda fattispecie si può certamente associare chi non ha semplicemente indossato questa maglia, ma chi è diventato un simbolo della storia, della squadra e della città: Diego Armando Maradona. Oltre al fuoriclasse argentino, tuttavia, sono stati tanti altri i calciatori, prima e anche dopo di lui, a portare sulle spalle il numero 10. Nomi celebri e indimenticabili ma anche altri cosiddetti “di seconda fascia” e sicuramente più inaspettati, anche per le memorie storiche.
Da Cecconi a Montefusco, passando per Sivori: i numeri 10 del Napoli degli fino agli anni ’60
Come sottolineato in altre occasioni, la numerazione personalizzata è stata introdotta poco meno di trent’anni fa, e prima di allora sono stati numerosi i numeri 10 del Napoli. Il primo di questi, all’inizio degli anni ’50, è stato Flavio Cecconi, centrocampista che, tuttavia, in azzurro ha raccolto appena 3 presenze e un gol. Decisamente più significativa l’esperienza di Giorgio Granata, che ha raccolto 169 gettoni di presenza in sette stagioni all’ombra del Vesuvio. Nomi importanti anche quelli di Manlio Scopigno, divenuto celeberrimo qualche anno dopo per l’impresa Scudetto alla guida del Cagliari, e di Amedeo Amedei, simbolo della Roma prima e autore di 47 reti col Napoli poi.
Il tutto prima che il capoluogo partenopeo potesse veramente innamorarsi, per la prima volta, di un calciatore con indosso questa maglia: Omar Sivori. Dopo aver fatto per tante stagioni le fortune degli eterni rivali della Juventus, il fantasista argentino decide di trasferirsi a Napoli per trascorrere gli ultimi anni della propria carriera. In tre stagioni i gol realizzati non sono molti, solo 12, ma nonostante questo le sue giocate sono sempre sopraffine e degne di nota, al punto di conquistare una tifoseria sempre ostile e scettica nei confronti dei giocatori con trascorsi o che sarebbero passati in seguito all’ombra della Mole. In quelle stagioni Sivori condivide la numero 10 con Vincenzo Montefusco, elemento che a differenza del collega non è riuscito particolarmente a brillare.
I numeri 10 degli anni ’70 e ’80: l’avvento di Maradona
Tra gli anni ’60 e ’70 tanti altri sono stati i numeri 10 del Napoli, e sicuramente una particolare menzione la merita il brasiliano Cané. Quest’ultimo è stato infatti coprotagonista insieme a Sivori e José Altafini di ottime stagioni tra le fila dei campani. Un bottino importante, il suo, con 56 gol all’attivo, in un rapporto prolungato a fine carriera e addirittura come allenatore nella stagione 1994/1995. Un destino analogo, questo, a quello di Andrea Agostinelli, il quale tuttavia non è riuscito ad affermarsi in nessuno dei due ruoli. Andrea Orlandini, Claudio Vinazzani e Antonio Criscimanni sono stati poi gli ultimi nomi prima dell’avvento in azzurro di colui il quale ha fatto la storia del calcio e in particolare in questo club: Diego Armando Maradona.
La storia del “pibe de oro” non ha bisogno di essere rinfrescata, perché è ben impressa anche nelle menti di chi non ha avuto la fortuna di vederlo giocare. Le sue reti, 115 in totale, alle quali si uniscono giocate fuori da ogni schema e ogni logica, hanno permesso al Napoli di raggiungere i traguardi più importanti della propria storia. Questi sono i 2 Scudetti del 1988 e del 1990, intervallati dalla Coppa Uefa del 1989, ai quali si aggiungono la Coppa Italia del 1987 e la Supercoppa Italiana del 1990. Una bacheca forse anche non troppo ricca se si pensa al peso di questo fuoriclasse nella rosa, che solo gli eccessi fuori dal campo potevano in parte limitare. Ad ogni modo, pur essendoci stati altri numeri 10, la sua maglia è diventata di diritto iconica per Napoli e per chi ama questo sport.
Da Zola a Bellucci: gli ultimi numeri 10 personalizzati del Napoli
Insieme a Maradona, anche Massimo Mauro e soprattutto Gianfranco Zola hanno avuto la possibilità di indossare la 10 del Napoli. Il futuro “magic box” del Chelsea ha infatti mosso i primi importanti passi all’ombra del Vesuvio, segnando 32 gol e imparando dal migliore per poi diventare uno dei migliori in assoluto. Purtroppo per lui la permanenza in Campania si verifica in coincidenza con uno dei periodi più difficili della storia del club. Eugenio Corini, Benito Carbone e Carmelo Imbriani altri volti noti del nostro calcio che hanno portato la 10 azzurra sulle spalle, prima del 1995. Il primo numero 10 personalizzato del Napoli è Fausto Prizzi, che però non riesce a brillare come i propri predecessori.
Dopo la parentesi Beto, gli azzurri accolgono tra le proprie fila un altro bomber di razza come Igor Protti. L’ex Lazio, tuttavia, non riesce a evitare che la squadra, a fine stagione, subisca l’onta della retrocessione in cadetteria. Per risollevarsi dal fondo serve un altro nome importante, e questo è quello di Claudio Bellucci. L’attaccante romano, dopo le 10 reti in massima serie, non riesce a ripetersi a causa di un brutto infortunio. Allo stesso tempo, non fa mancare il suo apporto per la pronta risalita in massima serie, anche se nulla può alla nuova, seconda retrocessione in Serie B.
La parentesi in Serie C: Sosa e Bogliacino
Di fatto Bellucci rappresenta l’ultimo calciatore ad aver indossato la numero 10 personalizzata del Napoli, in quanto, in seguito, la società decide di omaggiare Maradona ritirandone per sempre la maglia. Il tutto prima del fallimento del 2004, quando Aurelio De Laurentiis acquista il club facendolo ripartire dalla Serie C. Da regolamento, in questa categoria gli undici titolari devono indossare i numeri di maglia dall’1 all’11, nessuno escluso. Di conseguenza sono diversi i calciatori che tornano a vestire la 10 azzurra, ma su tutti spiccano gli ultimi due in assoluto, neanche a farlo a posta entrambi sudamericani.
Il primo e Roberto Sosa, che da vero trascinatore la porta sulle spalle il giorno della festa promozione contro il Frosinone. Per lui 26 reti in 114 presenze con i partenopei, con i quali arriva a giocare fino al ritorno in massima serie. Una cavalcata esaltante della quale è protagonista anche il secondo, ultimo 10 della storia del Napoli, Mariano Bogliacino. Centrocampista uruguaiano a tutto campo, il classe 1980 gioca con questo numero sulle spalle in occasione del match di Supercoppa di Serie C persa contro lo Spezia. L’ultimo atto di una storia gloriosa e ricca di emozioni, in attesa di capire se, un domani, qualcun altro potrà tornare a indossare una maglia significativa e ambita come questa.