Torna anche oggi l’appuntamento con “Diamo i numeri”, la nuova rubrica dedicata alle squadre del nostro campionato. In data odierna parleremo dei numeri 2 dell’Inter, a partire dal 1995 ed anche approfondendo il grande valore che questa maglia ha assunto nell’arco degli anni.
Il 2, per i nerazzurri, non è un numero qualsiasi. Durante le ultime stagioni, purtroppo, questo è stato indossato da giocatori “di passaggio”, che dopo una sola stagione hanno lasciato il club; in passato, però, atleti del calibro di Giacinto Facchetti, Tarcisio Burgnich, Daniele Oriali, Beppe Bergomi e Ivan Cordoba hanno vestito questa casacca.
In tempi recenti, Achraf Hakimi, Diego Godin e Denzel Dumfries, hanno provato e stanno provando a riportare in auge questo storico “simbolo” meneghino, a volte anche riuscendoci. Tanti i trofei che il “2” ha sollevato; tanti i calciatori che lo hanno sognato e che, poi, sono riusciti ad indossarlo.
I numeri 2 dell’Inter del passato
Come anticipato, solitamente in questa rubrica ci soffermiamo maggiormente su quei calciatori che hanno indossato la specifica maglietta dal 1995 fino ad oggi. Per i numeri 2 dell’Inter, tuttavia, è impossibile non citare le vicende sportive anche i grandissimi pilastri della storia del club, che negli anni ’60 e ’70 hanno sollevato al cielo qualsiasi tipo di trofeo.
Giacinto Facchetti
Il primo giocatore che vogliamo citare è forse la bandiera più grande che i nerazzurri abbiano mai avuto, insieme a Javier Zanetti. Nato nel 1942, Giacinto Facchetti ha legato tutta la propria vita ai colori della squadra di Milano. Nel 1961-1962 il nativo di Treviglio ha indossato il n°2, ma successivamente ha legato la propria immagine anche al 3, 5 e 6.
Insieme a Burgnich e ad Armando Picchi (il capitano della grande Inter che ha anche vestito il 2), il classe ’42 ha vinto ogni possibile trofeo. Quattro campionati, una Coppa Italia, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali: questo il bottino dell’Azzurro poi campione d’Europa nel 1968. Indubbiamente Facchetti è stato, ed è, un simbolo dell’Inter, poiché dal 2004 al 2006 ha svolto anche il ruolo di Presidente.
Tarcisio Burgnich
Il ragazzo friulano è considerato uno dei difensori italiani più grandi della storia. Abile sia da stopper, che da libero, che anche da terzino destro, Burgnich ha fatto le fortune dei nerazzurri indossando il numero 2 dal 1963 al 1970, proprio quando la formazione di Helenio Herrera ha vinto le due Coppe dei Campioni.
Con il biscione ha collezionato ben 358 presenze, sollevando anche quattro campionati italiani e due Coppe Intercontinentali. Indubbiamente possiamo affermare che Burgnich sia il n°2 più vincente della storia dell’Inter.
Gabriele Oriali
Dopo due mostri sacri come Facchetti e Burgnich (senza dimenticare Armando Picchi), risulta impossibile non citare colui che, nel maggio del 2010 e nel maggio del 2021, ha aiutato la formazione lombarda a vincere la sua terza Champions League e poi il suo diciannovesimo scudetto. Gabriele Oriali ha vestito il “2” in varie occasioni, soprattutto nel 1973-1974, nel 1974-1975 e nel 1976-1977. Al tempo, infatti, era consuetudine cambiare la casacca con i compagni e, infatti, il classe ’52 ha anche indossato il 13, l’11, il 4 e il 3.
Per tutta la durata della propria carriera, il nativo di Como è rimasto fedele ai colori nerazzurri, diventando poi, anche fuori dal campo, un riferimento per la società e per gli allenatori. Dal 1999 al 2010, infatti, è stato responsabile dell’area tecnica della formazione, salvo poi vivere una parentesi da team manager della Nazionale italiana, prima di tornare nuovamente all’Inter.
Dal 1995 ad oggi: i numeri 2 dell’Inter
Giuseppe Bergomi
Dopo essere passato sulle spalle anche di Giuseppe Baresi e dei fratelli Paganin, la casacca n°2 è tornata più volte in possesso di un altro idolo della tifoseria interista: quelle di Giuseppe Bergomi. Come Oriali e Facchetti, anche il fortissimo campione del Mondo di Spagna ’82 ha vestito solo la maglia dell’Inter durante tutto l’arco della propria carriera.
Vincitore di tre Coppe UEFA , di una Supercoppa italiana, di una Coppa Italia e di un campionato, solo da poco Bergomi si è distanziato dagli ambienti meneghini, lavorando come commentatore tecnico presso l’emittente televisiva SKY. In nerazzurro il classe ’63 ha disputato 757 partite (519 in Serie A), ne è diventato il capitano ed è anche primatista per numero di presenze in Coppa UEFA, secondo, in totale, dietro al solo Javier Zanetti.
Ivan Ramiro Cordoba
Dopo esser stata vestita da Christian Panucci, che non vinse nulla con l’Inter e non lasciò nemmeno il segno, il “2” passò ad Ivan Ramiro Cordoba. Il colombiano detiene il record per stagioni consecutive con questo numero indosso (ben 12!). Il classe ’76, in Europa, ha vestito solo la maglia dei nerazzurri, diventando a tutti gli effetti un beniamino della curva. Al momento del suo ritiro, la società aveva anche pensato di ritirarne il numero di maglia.
In Lombardia, l’ex-San Lorenzo ha vinto: cinque campionati, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Champions League ed una Coppa del Mondo per club. Nel 2012, dopo più di un decennio interista, Cordoba ha deciso di lasciare la sfera del calcio giocato, lasciando un vuoto che, ancora, nessun numero 2 è riuscito a colmare.
I numeri 2 dell’Inter continuano a cambiare
Dopo l’addio di Cordoba, per quasi dieci anni, si è aperto un periodo di instabilità, per la maglia numero 2. Il primo ad indossarla fu infatti Jonathan, calciatore brasiliano che rimase a Milano solo quattro anni. Il primo andò anche in prestito a Parma, i successivi, invece, collezionò 45 presenze e solamente 3 reti. Successivamente la casacca passò a Marco Andreolli, giovane cresciuto nel vivaio interista. Nel 2016-2017, al secondo ritorno alla base, il classe ’86 decise di indossare il “2” che fu di Cordoba, Facchetti e Bergomi.
Successivamente i numeri 2 dell’Inter sono stati: Lisandro Lopez, Vrsaljko e Godin. Solo l’ultimo di questi tre, tuttavia, è riuscito a lasciare un buon ricordo di sé. L’ex-Atletico Madrid, infatti, ha giocato molte gare da titolare ed ha anche guidato la retroguardia della squadra di Conte durante la finale di Europa League, siglando anche il gol del 2-2.
Hakimi e Dumfries
Negli ultimi due anni, dopo il passaggio di Diego Godìn al Cagliari, la maglia n°2 è tornata ad essere indossata da due grandi giocatori internazionali: il primo è Achraf Hakimi. Il marocchino, sbarcato a Milano il 2 Luglio del 2020 per una cifra attorno ai 40 milioni di euro, ha lasciato davvero il segno nel cuore dei tifosi. Il n°2 si è dimostrato essere uno dei terzini più forti del Mondo ed ha aiutato la formazione a conquistare lo Scudetto grazie alle sue 37 presenze, i suoi 7 gol e gli 8 assist.
A causa della crisi finanziaria, tuttavia, la società meneghina, la scorsa estate, ha dovuto cedere all’offerta da 60 milioni di euro più 11 di bonus del Paris Saint-Germain per il proprio esterno destro. Al suo posto, agli ordini di Inzaghi, si è aggregato Denzel Dumfries, esterno di caratura mondiale e nazionale olandese. Il ragazzo originario di Rotterdam si sta ancora ambientando ma, in alcune occasioni, ha dimostrato di poter sostituire Hakimi in modo egregio.